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Il 2024 sarà l’anno delle verità svelate… e non vediamo l’ora di viverlo

4 minuti di lettura

Sarà l’anno delle promesse da mantenere, dei nodi da sciogliere, delle verità svelate. Il bisestile 2024 si prospetta foriero di tantissime buone notizie. Il problema è che ad averle fatte è la solita politica che prima ti seduce e poi ti abbandona. E pertanto il monitoraggio civico, mai quanto adesso, servirà per inchiodare i “promettenti” ai loro impegni.

Ci sono un po’ di questioni da mettere a terra, concretizzare, rendere reali e trasformare in qualcosa di concreto in un territorio che cerca riscatto da ormai mezzo secolo e che, proprio a causa di questo perdurante stato di abbandono istituzionale, sta perdendo memoria e consapevolezza.

La prima e più imminente questione, che ci dirà se siamo difronte ad un momento davvero epocale e di svolta e non nel pantano delle bugie, è quella relativa alla rivendicazione del diritto alla salute. Nelle prossime settimane e comunque non più tardi delle idi di marzo dovrebbero ripartire i lavori del Nuovo Ospedale della Sibaritide. Partire per non fermarsi più fino a primavera 2026 quando la grande struttura sanitaria di contrada Insiti dovrebbe essere consegnata e messa in funzione.

Poi c’è l’altro grande tema, quello della mobilità negata, che tiene prigioniero il territorio della Calabria del nord-est. La Sibaritide-Pollino, per buona parte, lo sappiamo, continua a viaggiare in groppa al ciuccio rimanendo indietro rispetto anche alle zone più recondite dell’Europa dove si viaggia meglio che in questo territorio.

Entro la fine della primavera prossima si attende l’espletamento della gara d’appalto integrata (progetto definitivo e cantierizzazione opera) per la realizzazione della Sibari-Corigliano-Rossano, la nuova Statale 106 a 4 corsie in collegamento con il nuovo asse Sibari-Roseto e con l’Autostrada A2. Ne abbiamo parlato largamente in questi ultimi tre anni. E finora, c’è da dirlo, nonostante i ritardi, si è palesata concretamente la volontà di realizzare quest’opera. Ora siamo arrivati al dunque. Nei giorni scorsi è stata espletata la prima gara d’appalto, quella del progetto bandiera lungo la Kr-Cz e questo lascia ben sperare sul prosieguo futuro.

Una nuova strada (seppur al momento solo fino alla periferia sud-est di Rossano), da un lato, e una ferrovia più efficiente dall’altro. Dal primo giungo, infatti, ogni giorno sarà buono per vedere all’opera, lungo i binari della jonica che da Sibari scendono fino a Catanzaro, le squadre di lavoro per l’installazione della catenaria e procedere, quindi, all’elettrificazione ferroviaria. Il fatidico filo che porterà treni nuovi e più veloci anche sulla dorsale orientale della Calabria.

Poi c’è tutta la questione legata allo sviluppo. Un territorio che produce un terzo del PIL dell’intera regione Calabria ha potenzialità per poter ampliare i suoi margini di manovra e creare nuovo benessere, senza preconcetti o inutili incubi. Questo anno, infatti, sarà determinante per capire quali saranno le sorti del Porto di Corigliano-Rossano (o come sarebbe meglio dire, Porto della Sibaritide), una struttura gigantesca nel cuore del Mediterraneo, realizzata 50 anni fa e mai entrata a regime. Serve tutelare e potenziare i servizi per la pesca, serve esplorare il mercato turistico (diportismo e crocierismo insieme), serve avere coraggio e visione nel dare fiducia a una nuova industrializzazione, non impattante e non inquinante. Sapremo a giorni se Nuovo Pignone Baker Hughes sarà ancora intenzionata ad investire in città, installando un proprio impianto all’interno della grande darsena jonica. Una rivoluzione industriale 4.0 che generebbe 200 posti di lavoro qualificati e nuovo indotto economico.    

Contestualmente, sempre in questo anno, dovrebbe proseguire la fase di smantellamento della grande centrale termoelettrica Enel di Sant’Irene/Cutura. Le ultime a cadere saranno le due gigantesche torri camino (alte più 200 metri l’una), che dagli anni ’70 dominano lo skyline della Sibaritide… anche se per questo evento dovremmo attendere giugno 2025.

C’è, poi, un’altra grande sfida che servirà a mettere a sistema il grande patrimonio artistico culturale che la storia ha consegnato a quest’area della Calabria. Tutti dimenticano che a Corigliano-Rossano è custodito uno dei monumenti simbolo patrimonio dell’Umanità ufficialmente riconosciuto da UNESCO: il Codex Purpureus Rossanensis. Un bene immenso di cui si continua a non avere consapevolezza e che se fosse stato dislocato in un qualsiasi altro posto del mondo avrebbe già fatto fare fortune. Non qui che abbiamo quella maledettissima abitudine del dono senza sacrificio. Il “problema” è che questa felice e non sfruttata fortuna potrebbe addirittura raddoppiare se nelle prossime settimane il territorio e le istituzioni sapranno giocarsi bene le loro carte facendo diventare Corigliano-Rossano la prima città della Calabria a custodire non uno, bensì due monumenti patrimonio UNESCO. Nei giorni scorsi abbiamo dato la notizia della candidatura nella Tentative List italiana dell’Oratorio del San Marco nel contesto del percorso italo-greco medievale calabrese. Un risultato che si potrà raggiungere solo e soltanto se si riuscirà finalmente a lavorare ad una politica della Cultura e del Turismo in un’area della Calabria che pullula di marcatori identitari distintivi ma che, paradossalmente, non ha ancora una destinazione: tradotto, significa che oltre il Pollino non la conosce nessuno!

E infine, ma questo è una promessa che si sussurra soltanto, il 2024 sarà l’anno della verità per un’altra grande vertenza, quella legata al diritto alla Giustizia. Da adesso in poi, a fronte di dieci anni di promesse (e prese in giro), ogni momento potrebbe essere quello giusto per ricevere il Decreto ministeriale di riapertura del Tribunale a Corigliano-Rossano. A dire il vero, ormai, non ci crede più nessuno a questo miracolo. Anche perché nessuno ragiona sul fatto che, probabilmente, per avere un Tribunale non occorrono revisionismi ma l’immancabile coraggio e la solita visione di un ragionamento territoriale e d’insieme, per un grande Presidio di Giustizia della Sibaritide!

Questo è tutto (o quasi). Per il momento – come ci ricorda un grande classico natalizio della grande scuola napoletana – posso dirvi solo questo: Resistete… resistiamo! Buon anno a tutti


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Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.