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Candidature Unesco, l’oratorio del San Marco patrimonio dell’umanità

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CORIGLIANO-ROSSANO – È iniziata una nuova scalata dura e impervia verso l’Olimpo Unesco. Non solo il Codex Purpureus Rossanensis, la città di Corigliano-Rossano potrebbe nei prossimi mesi annoverare, all’interno del suo perimetro, un altro patrimonio dell’Umanità. L’oratorio del San Marco, infatti, insieme alla città di Gerace, al Battistero di Santa Severina, alla Cattolica di Stilo e al Monastero ortodosso di San Giovanni Theristìs è stato inserito nella Tentative List della Convenzione Unesco 1972 con il progetto “Evidence of Italo-Greek Culture between the Early and Late Middle Ages” (Testimonianze della cultura italo-greca tra Alto e Basso Medioevo).

È quanto ha rivelato nei giorni scorsi, sul suo profilo facebook, la professoressa Patrizia Nardi, esperta in valorizzazione del Patrimonio culturale e candidature Unesco, regalando – di fatto – una notizia inaspettata e incredibile per la Calabria ma, soprattutto, per la Sibaritide e Corigliano-Rossano che, nel caso in cui il processo di riconoscimento da parte della United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization dovesse andare davvero in porto, diventerebbe la prima città in Calabria a custodire ben due monumenti riconosciuti dall’alto riconoscimento dell’Unesco, quindi patrimonio dell’umanità.

Merito del dinamismo culturale della città? No. Diversamente da quanto avvenuto per il Codex nel 2015 - il cui riconoscimento nacque da un’intuizione di Mons. Santo Marcianò, all’epoca del suo mandato episcopale alla guida dell’arcidiocesi di Rossano-Cariati, e poi sviluppato da un team di esperti locali, guidati dal responsabile dell’Ufficio beni culturali della Diocesi, don Nando Ciliberti - questa volta il lungo e laborioso processo di riconoscimento è nato da uno studio condotto da Francesco Maria Spanò, direttore People&Culture dell’Università Luiss Guido Carli di Milano; scrittore, saggista, editorialista, gastronomo e già promotore del disegno di legge sul ripopolamento dei piccoli borghi come tramite del lavoro agile.

La proposta di Candidatura 

La proposta calabrese per la Tentstive List  della Comvenzione costituisce – si legge nella relazione in lingua inglese allegata al ricco dossier documentale - contempla un sito seriale costituito da 5 componenti – una città e 4 edifici monumentali – che sintetizzano  un complesso delle testimonianze più significative della cultura greco-bizantina nel Mediterraneo occidentale.

Di fatto il prof Spanò ha proposto ai competenti uffici ministeriali italiani la candidatura delle espressioni materiali e immateriali della cultura italo-greca tra Alto e Basso Medioevo in Calabria, proposta che si è aggiunta alle numerose altre che vengono inserite ogni anno nel “contenitore” nazionale (la tentative list). Ogni Stato Parte, infatti, in forza dei principi della Convenzione, è tenuto a presentare all’UNESCO una lista propositiva  in cui vengono indicati i beni per i quali si vuole aprire un percorso di candidatura nell’arco di 5-10 anni. Si tratta di una procedura lunghissima e complessa. Del resto, si tratta del brand più prestigioso, su scala globale, che possa essere assegnato! 

 

Il sito seriale, che si estende sulla costa orientale calabrese, è la migliore rappresentazione della cultura greco-bizantina che si radicò in Calabria, la regione più meridionale d'Italia, e si sviluppò tra l'VIII e l'XI secolo. Ebbe un'influenza talmente profonda e duratura da resistere alle successive dominazioni, garantendo la continuità della civiltà greco-ortodossa in Italia e in Europa. La Calabria diventò centro di diffusione della cultura dell'Impero bizantino di Costantinopoli e poi custode di un patrimonio culturale, detto anche italo-greco, che esiste ancora oggi in diverse significative manifestazioni materiali e immateriali.

Rossano e il trait-d-union tra la Chiesa di Costantinopoli e quella di Roma

C’è un momento focale ed emblematico che vede proprio Rossano al centro di un passaggio storico straordinario, quello dal cattolicesimo greco a quello latino e di cui, ancora oggi, in città si conservano intatte non solo gli emblemi monumentali, come l’oratorio del San Marco, ma anche usanze, ovviamente antichissime. Ad esempio, la particolare celebrazione eucaristica della Domenica delle Palme che viene introdotta dalla lettura delle sacre scritture in lingua greca e poi conclusa con il rito latino.

«Il radicamento della cultura italo-greca fu tale che anche dopo l'XI secolo – si legge ancora nella relazione - con la conquista normanna tra il 1059 e il 1061 e l'inizio di una progressiva “latinizzazione” dell'Italia meridionale, il “carattere bizantino” non venne intaccato nella Calabria ionica. Al contrario, la rivoluzione della vita e della cultura durò oltre la durata del potere bizantino e perdurò attraverso i secoli, lasciando segni profondi sul territorio nel suo patrimonio materiale così come negli usi e costumi. Questa parte della Calabria, inizialmente cattolica ma poi ortodossa, rimase tale fino al 1480 quando fu abolito il rito greco, per poi essere reintegrato in alcune diocesi alla fine del XX secolo».

La proposta di candidatura si concentra, pertanto, sulle principali testimonianze materiali prodotte tra l'VIII e l'XI secolo, concentrate nel versante ionico della Regione Calabria, quella che guarda ad est e quindi alla Grecia. Insieme, queste testimonianze racchiudono l'essenza della cultura italo-greca, risultante dall'integrazione di influenze bizantine, ellenistiche e mediorientali. «Questo patrimonio è considerato uno dei fondamenti fondamentali del mondo europeo e l'affermazione del cristianesimo occidentale di matrice ortodossa». Questa sintesi culturale in campo artistico, insomma, è caratterizzata da ricchezza stilistica ed espressiva, manifestata in diverse funzioni religiose e laiche presenti nelle componenti considerate a formare il sito seriale, in quanto ne sono le testimonianze più rappresentative e meglio conservate.

La figura emblematica di San Nilo a sigillo della candidatura

Uno degli elementi cardine su cui oggi fa leva la proposta di candidatura a patrimonio Unesco del progetto Testimonianze della cultura italo-greca tra Alto e Basso Medioevo è sicuramente la figura di San Nilo, che testimonia quanto questo capitale immenso e praticamente inalterato di bizantinità rende, di fatto, la Calabria jonica orientale un luogo unico e straordinario.

L’Abate Nilo, infatti, fu fondatore dell’Abbazia Greca di Grottaferrata che conserva ancora oggi il rito greco-bizantino e la tradizione monastica orientale delle sue origini. «È uno degli ultimi dei numerosi monasteri bizantini diffusi in tutto il Sud Italia e anche a Roma durante il Medioevo… e costituisce – si legge proprio nelle battute conclusive della relazione - una delle testimonianze tangibili e tra le più significative dell'influenza del clima culturale italo-greco della Calabria».

Insomma, ancora una volta nella Calabria del nord-est, il territorio calabrese più ricco di marcatori identitari distintivi (MID), in una giusta intuizione di Lenin Montesanto, ci troviamo difronte a qualcosa di straordinario di cui purtroppo, però, alle latitudini della Sibaritide, si continua a non avere consapevolezza se non una lieve cognizione di quello che si ha, si respira, si osserva attorno a sé. Non basta. Ora occorre che tutti – a partire dalle istituzioni finendo ai promotori culturali passando per la cittadinanza – prendano coscienza della ricchezza inestimabile che questo territorio custodisce (a partire proprio dal Codex) e la mettano finalmente a sistema per creare quella agognata destinazione turistico-culturale.

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.