Riflessione sulle migrazioni a Cariati con Angela De Lorenzo
Evento condiviso con gli ospiti del locale Centro SAI, i giovani MSNA del Progetto “Sarepta” e un numeroso pubblico

CARIATI - La situazione geopolitica internazionale non è qualcosa di distante, riguarda tutti noi perché tutto può cambiare… i migranti in fuga dai loro paesi, considerati solo per le drammatiche condizioni in cui giungono sulle nostre coste, chiedono di essere riconosciuti come persone, con la loro identità e la loro storia; chiedono di non di essere solo ombre.
Sono alcuni passaggi degli appassionati interventi di Angela De Lorenzo al Museo del Mare, dell’Agricoltura e delle Migrazioni di Cariati, dove, a un pubblico attentissimo e partecipe, in un intenso confronto sul tema delle migrazioni, ha presentato la sua opera prima, il libro “Egmat non deve morire” edito nella collana “Nuove voci” dal gruppo editoriale Albatros.
Nel dialogo con la Direttrice del Museo Assunta Scorpiniti, curatrice dell’incontro che ha anche aperto la 2^ edizione del Festival Interculturale “Sguardo e Mondi” e il programma “Un’Estate al Museo”, la giornalista crotonese ha toccato non solo i punti salienti del libro, tratto dalla storia vera del giovane afghano Jahfar Sali Zada, ma si è fatta diretta testimone dei tanti sbarchi avvenuti sul mare di Crotone. Il suo racconto, molto denso e lucido, dei drammi della migrazione che da giornalista del bisettimanale “Il Crotonese”, ha vissuto, raccontato e documentato, primo fra tutti la tragedia di Steccato di Cutro del 2023, con 94 vittime del naufragio, ha suscitato forte emozione e coinvolgimento nel pubblico, costituito, fra l’altro, da Minori Stranieri non Accompagnati (MSNA) del Progetto Sarepta e da ospiti e operatori del Centro SAI, realtà locali di accoglienza che collaborano attivamente con il Museo. “La storia di Jahfar - ha osservato Angela De Lorenzo - è la storia di ciascuno di questi ragazzi, la storia di ogni migrante che ci parla di fuga dalla povertà e dalla morte, ma anche di affetti, di famiglia, di speranze e di sogni, realizzabili, come accaduto a Riace, anche nei piccoli paesi della Calabria, spopolati ma molto accoglienti”.
La storia di dolore e di riscatto del protagonista del libro, contenente anche numerosi inserti di taglio giornalistico “che aiutano a capire e conoscere”, oltre a coraggiose denunce sullo sfruttamento dei migranti e le inefficienze delle politiche migratorie, è stata ripresa, durante il dibattito, da Pino De Lucia, fondatore della Cooperativa Sociale Agorà Kroton, che tra l’altro, gestisce il Centro SAI di Cariati, per sottolineare, anche attraverso le storie di emarginazione che hanno abitato il suo impegno sociale, la necessità di un approccio più “umano” e di condivisione a un fenomeno, la migrazione, che non è più tale ma rientra ormai nello stato delle cose.
In questo primo appuntamento del Festival “Sguardo e Mondi”, al quale hanno presenziato e portato il saluto istituzionale il Sindaco di Cariati Cataldo Minò, la Delegata alla Cultura Alda Montesanto e il Delegato ai Turismi Antonio Scarnato, sono state esposte le opere pittoriche che Keita, giovanissimo ospite ivoriano del Progetto “Sarepta” ha dedicato alla sua Africa e ai colori della Cariati che lo ha accolto; Keita e il nigeriano Daniel, del SAI, hanno in un certo senso suggellato i temi affrontati con la loro voce e la loro testimonianza di giovani migranti che hanno appuntato proprio sull’Italia e sulla Calabria le loro speranze di una vita migliore.
Tra i presenti, anche il sacerdote don Rocco Scorpiniti che, quando ancora non esistevano politiche e strutture di accoglienza, ha dato aiuto ai primi profughi e migranti che giungevano a Cariati negli anni Ottanta. Il Direttore de “Il Crotonese”, Giuseppe Pipita, è invece intervenuto in videoconferenza sottolineando il contributo di Angela De Lorenzo, anche con una scrittura agevole, precisa e accattivante, alla conoscenza più profonda del tema della migrazione, sempre di pressante attualità.
Il Museo Civico,non poteva che riaprire, dopo circa un mese e mezzo di lavori interni, in un modo migliore, ha detto in conclusione la Direttrice Scorpiniti, rilevando il momento di pace, di dialogo e riflessione condivisa vissuto, nel rispetto della mission del Museo, di essere luogo di conoscenza, di valorizzazione culturale e di incontro dei popoli del mondo”.