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Il cuore pulsante di Baker Hughes sarà sulle banchine centrali del Porto: ecco il progetto

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CORIGLIANO-ROSSANO – Fumi e polveri nere, ciminiere altissime, navi-carbone e sversamenti di petrolio o gas liquido in mare. Niente di tutto questo. Il progetto di Baker Hughes – Nuovo Pignone Srl prevede la realizzazione di fabbricati e impianti finalizzati all’assemblaggio e la finitura di moduli di struttura metallica destinati alla grande industria. Quattordici in tutto, di cui due dalle dimensioni titaniche capaci di contenere le mega-costruzioni che verranno realizzate. Insomma, leggendo le oltre 60 pagine della Proposta progettuale avanzata in queste settimane dalla multinazionale americana viene meno una delle grandi paure e – quindi – che il porto di Corigliano-Rossano potesse diventare d’un tratto un polo siderurgico simile a quello di Taranto.

Le proporzioni del progetto sono molto ridimensionate rispetto all’atroce rischio di mettere a regime l’infrastruttura più nobile e importante che risiede nel territorio della terza città della Calabria e della Sibaritide sfruttando le leve della vecchia industria. In sostanza, non siamo difronte ad un progetto di stampo colonialista come, probabilmente, lo fu quello di Enel alla fine degli anni ’60 su Rossano. Almeno questo è quello che ci dicono le carte.

Le dimensioni del progetto

Ma cosa prevede il progetto? Partiamo dalle dimensioni. L’insediamento di Baker Hughes occuperà una superficie di 103mila metri quadri su una estensione totale del porto che, invece, conta 1,3 milioni di mq, dunque, meno del 10 dell’intera area. Il centro BH occuperà perlopiù lo spazio compreso tra le banchine 2,3 e 4. Per meglio intenderci, la penisola che si estende all’interno del porto e che separa la prima e la seconda darsena. È prevista anche l’acquisizione del capannone e della struttura già esistenti lungo il perimetro sud-sud-est dello scalo portuale (indicata nel Progetto come Area B), sulla banchina 1, che servirà a creare l’accesso principale all’area industriale.

Banchina 1 quasi totalmente libera

«La superficie dell’area B pari a 9.660,00 mq circa – si legge nel Progetto industriale di BH Nuovo Pignone - non è interessata dalla realizzazione di nuovi fabbricati e sulla stessa è prevista la sola realizzazione di una recinzione e l’utilizzo dell’area esterna come parcheggio a servizio dell’intervento». Un varco secondario (per i mezzi pesanti) sarà aperto, invece, di fianco all’ingresso centrale del Porto, sulla rotonda di viale Salerno. Praticamente l’intera ed immensa area della banchina 1, che misura in lunghezza quasi 900 metri, rimarrà nelle condizioni attuali. Quindi, operativa per le attività che sono oggi in corso e, eventualmente, per lo scalo crocieristico, in attesa che venga realizzata la banchina cruise che è nelle more del Piano regolatore portuale.

Planimetria generale del progetto

Quando si pensa al progetto di Baker Hughes nel Porto di Corigliano-Rossano bisognerebbe fare uno sforzo di immaginazione, ripercorrendo quelle che sono le trame di alcuni format tv di approfondimento in onda su piattaforme tematiche che raccontano come nascono le mega-strutture. Ecco, l’industria metalmeccanica texana nella Sibaritide vuole realizzare proprio le grandi componenti (moduli) di alcune mega strutture che poi, via mare, saranno portate a destinazione in tutte le regioni del mondo dove saranno assemblate e impiantate. Come e dove si realizzano e rifiniscono questi moduli? Delle quattordici costruzioni che saranno realizzate all’interno del porto, in realtà, solo 4 sono quelle destinate alla produzione, le restanti dieci sono uffici, magazzini, servizi e spogliatoi. Andiamole a vedere nel dettaglio.

Inoltre, altro particolare del progetto, si fa esplicito riferimento all'approdo delle navi traghetto e Ro-Ro che si trova lungo la banchina 2 e in radice alla banchina 1. Questo spazio è stato volutamente lasciato fuori dall'area produttiva proprio per consentire in futuro di non compromettere l'eventuale ritorno delle "autostrade del mare" che, nell'ottica realizzativa della nuova Statale 106 (che sarà connessa con una bretella stradale proprio al porto), potrebbero ritornare di moda!

Rendering del progetto BH nel porto di Co-Ro

Capannone Frame e Blocchi

Si tratta del fabbricato più imponente dell’intero insediamento: largo 30 metri, lungo 125 e altro circa 20 (come un palazzo di 6 piani). La sua struttura sarà realizzata in metallo e materiale coibentante e dieci torrini di ventilazione. All’interno saranno collocati quattro carroponti con portate oltre le 60 tonnellate. Il fabbricato sarà dotato di quattro portoni industriali, due sui lati corti della struttura e due sul lato rivolto a nord. Le pannellature esterne saranno colorate alternativamente in tre colori che vanno dall’azzurro al verde acqua (come nelle immagini rendering). All’interno sarà depositato tutto il materiale pre-assemblaggio.

Telonato Module Erection

Si tratta di uno dei due cuori produttivi dell’intero impianto dove avverrà l’assemblaggio dei moduli. Anche questa struttura, lunga 75 metri, larga 38 e alta circa 21 metri, sarà realizzata con struttura metallica e con una copertura e tamponatura con tecnologia mista in pannelli sandwich telonato in PVC anch’essi colorati con tonalità che vanno dall’azzurro al verde acqua. Il fabbricato sarà dotato di due portoni industriali.

Tunnel per sabbiatura e per verniciatura

Il luogo dove si dona forma e carattere alle realizzazioni metalmeccaniche di BH-Nuovo Pignone. Probabilmente è, tra tutte, la struttura che potrebbe creare (insieme al sito di smaltimento rifiuti) le maggiori preoccupazioni da un punto di vista ambientale. «Il fabbricato – si legge nelle carte del progetto - è una cabina all’interno della quale avverranno le attività di sabbiatura e di verniciatura e deve essere considerato come un unico impianto». La cabina dovrà essere dotata di sistemi di aspirazione e di ventilazione che consentono di mantenere condizioni ottimali di lavoro per gli operatori e di impedire la dispersione di materiali nell’ambiente.

La cabina avrà dimensioni in pianta di 75 metri in lunghezza e 32 in larghezza per un’altezza lorda media di 16,42 metri. La camera sarà realizzata in pannelli modulari con coibente ad alta

densità, elevata capacità fonoisolante e nervatura di rinforzo.

Il colore della struttura sarà sulle trame argentee e sarà realizzata tramite struttura di scatolato quadrato saldato. Il tunnel per la sabbiatura e la verniciatura va immaginato come una scatola cinese: una struttura dentro un’altra struttura che a sua volta conterrà anche i filtri di emissione aria. Filtri che saranno collocati anche esternamente al manufatto con un apposito impianto di aspirazione e filtraggio.

Struttura del tunnel di sabbiatura e verniciatura

Magazzini

I moduli, una volta assemblati e verniciati saranno pronti ad essere spediti a destinazione attraverso le navi cargo che attraccheranno alla banchina 3. Prima, però, ci sarà ovviamente da stoccare la produzione. E questo avverrà in un grande magazzino, anche questo realizzato con struttura in metallo e suddiviso in tre campate. La dimensione complessiva del fabbricato è di 60 metri di lunghezza per 45 di larghezza e un’altezza lorda di 7,5 metri.

Le Platee di Montaggio

La filiera produttiva dell’industria metalmeccanica nel Porto di Corigliano-Rossano, prima di essere imbarcata, potrà avere bisogno di un’azione di assemblaggio finale per i moduli cosiddetti MMS (di media e grande scala). Ecco, allora, che per sopravvenire a questa esigenza saranno realizzate in banchina 3 le platee di Montaggio. «Sono delle Superfici di supporto – si legge ancora nelle carte del progetto - atte ad ospitare i moduli denominati “MMS” in carpenteria metallica per condurre sia le lavorazioni di assemblaggio degli stessi mediante sovrapposizione di porzioni preassemblate in altri fabbricati dello stabilimento che le attività di montaggio delle componenti impiantistiche fino a ultimazione del processo di costruzione». La superficie è costituita da una platea lunga circa 210 metri e larga 35 e alta 90 centimetri.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.