Vertenza Enel, la politica s’è desta… stamattina. Tante parole ma fatti zero!
La rincorsa sulla notizia, l’avventurarsi in posizioni paradossali e grottesche nella totale assenza di visione del futuro è una prassi che infonde sfiducia nella popolazione. La questione Enel va aggredita, non subita
CORIGLIANO-ROSSANO – Stato della politica del territorio in questo momento? Guarda immagine in copertina. I nostri politici, ormai, non portano più (buone o cattive) notizie… le rincorrono. E quando un politico rincorre le notizie o le provocazioni della stampa non è mai un buon segnale per i cittadini. Perché? È un fatto molto semplice: chi ha il dovere di occuparsi delle dinamiche del territorio evidentemente non lo fa e si accorge di avere un ruolo solo quando viene chiamato in causa. Ci sarebbero tante situazioni da poter evocare, soprattutto negli ultimi anni, ma ci limitiamo all’ultimo scottante “dossier” sulla centrale Enel di Corigliano-Rossano. È servito che ieri l’Eco dello Jonio, nel suo ruolo di vigilanza democratica, facesse una lavata di capo a tutte le parti politiche in campo, richiamando tutti alle loro responsabilità, dal Comune alla Regione per finire al Governo, che stamattina abbiamo trovato le mail di redazione inondate di comunicati stampa a firma delle diverse rappresentanze politiche. Non li abbiamo pubblicati tutti (alcuni, credeteci, imbarazzanti!) ma solo quelli più emblematici e significativi della rappresentanza del territorio.
Ieri mattina abbiamo fatto un fischio e come per magia “sor marchese s’è svejato”
Ebbene, fa piacere – a noi come al resto della popolazione della Calabria del nord-est - che un articolo di stampa abbia suscitato finalmente l’interesse della Regione Calabria ad aprire un tavolo di confronto, a quasi un mese dalla scialba decisione di Enel di piroettare per l’ennesima volta su un processo di riconversione della grande area industriale di Cutura-Sant’Irene. Meglio tardi che mai. Anche se dal recinto sembrano essere già fuggiti quasi tutti i buoi.
Poi ci sono le proposte “sorprendenti” fatte da chi, pur essendo stato al governo della nazione per 5 anni, si accorge – probabilmente solo ora – che esiste una questione Enel, che esiste una questione giustizia o una questione sicurezza. Stamattina (e solo stamattina) abbiamo scoperto che può esistere nella Sibaritide addirittura una Valle dell’Idrogeno, che sembra più il titolo di un film d’azione uscito dalla testa di George Lucas, che non una proposta concreta e strutturata, logicamente pensata a fare qualcosa e a farla con criterio. Tuttavia, chi oggi sta all’opposizione qualcosa deve pur dirla!
Il punto è che siamo sempre a zero e nessuno dei politici, in realtà, sa come incalzare il potere decisionale con idee alternative.
Di fatto il progetto idrogeno a Corigliano-Rossano salta perché troppo dispendioso per Enel che oltre ai 14 milioni di euro messi sul piatto dalla Regione per realizzare la nuova fabbrica di produzione, avrebbe dovuto investire il proprio capitale. Ma siccome la holding dalle nostre parti non ha alcun interesse ad investire – forte anche degli eterni contrasti che ha sempre avuto con le istituzioni del territorio – ha deciso di tirarsi indietro. Consapevole anche che, a parte qualche schermaglia nel dibattito politico interno, nessuno gli avrebbe rotto più di tanto le scatole. E così è successo. Considerato l’imbarazzante silenzio istituzionale, regionale e nazione (di maggioranza e opposizione), che c’è stato dopo l’uscita della notizia, a inizio agosto. Tutto secondo i piani.
Una centrale di produzione idrogeno – lo abbiamo scritto più volte (Leggi qui e qui) – per funzionare ha bisogno di tantissima energia elettrica. In un mondo in cui si va verso emissioni zero, quindi, è necessario trovare una fonte green che produca tanta corrente ma allo stesso tempo non emetta CO2 nell’ambiente. E come si fa? Semplicemente mettendo a servizio della factory un impianto di produzione di energia pulita. Nel caso del progetto di Corigliano-Rossano, la centrale sarebbe stata sul modello di Fukushima in Giappone (leggi qui) con un grandissimo campo fotovoltaico a suo servizio.
E se il campo fotovoltaico non si può fare, per tante e comprensibili ragioni? Questo significa che il progetto può arenarsi? Nel caso specifico dell’impianto di Sant’Irene-Cutura, assolutamente no. Non fosse altro perché ci sarebbe un’altra ipotesi concreta; quella di produrre tanta energia pulita direttamente in mare. Come? Attraverso un parco eolico off-shore a 15 miglia a largo di Capo Trionto. Del progetto ne abbiamo parlato nei mesi scorsi e la proposta al momento è al vaglio del Ministero dell’Ambiente per la Valutazione di impatto ambientale. Tante pale eoliche in mare con un connettore a terra che è previsto proprio sull’impianto Enel di contrada Cutura-Sant’Irene, l’unico che consente di commutare e trasferire l’energia verde prodotta dagli innovativi mulini marini, sulla rete nazionale. Perché, allora, non si inizia a ragionare preventivamente su ipotesi come questa, che sono un’alternativa all’assetto progettuale (oggi tramontato) proposto da Enel?
Perché aspettare che arrivi l’ennesima notizia nefasta da rincorrere e non agire in contropiede incalzando tutte le parti in causa? I politici, le istituzioni di maggioranza e opposizione, questo fanno. Non altro.
Buongiorno sor marchese! ben alzato sor marchese!!! Ma ora che facciamo?