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Il Parco eolico/solare offshore è già sul tavolo del Ministero Ambiente. Ecco il progetto

3 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – Quella che fino a qualche settimana fa era solo un’ipotesi oggi prendere forma. Il 18 febbraio scorso sulle pagine dell’Eco dello Jonio avevamo anticipato che il l’idea di un parco eolico offshore a largo del golfo di Corigliano era molto di più che una semplice suggestione. Oggi ne abbiamo la conferma. Perché proprio in queste ore sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica è stata pubblicata la procedura per la valutazione e l’autorizzazione ambientale (Vas-Via-Aia) per un “Impianto ibrido per la generazione di energia elettrica da fonte rinnovabile eolica e fotovoltaica, con ubicazione offshore avente potenza complessiva di 540 MW, da realizzarsi nei comuni di Corigliano-Rossano, Crosia, Calopezzati e Pietrapaola”.

L’idea parte da una proposta dalla Nd-Sea One s.r.l., interamente partecipata dalla New Developments s.r.l., una società di ingegneria che ha un importante know now nel campo dell’ingegneria civile e, in particolare, opera da molti anni nel settore delle energie rinnovabili. Attualmente la società ha in corso di sviluppo circa 560 MW di impianti fotovoltaici, circa 190 MW di impianti eolici onshore e circa 2 GW di impianti eolici offshore. Tutto questo con la collaborazione della Environment Earth Engineering, società spinoff dell’Università della Calabria.

Carta topografica e dislocazione parco eolico/fotovoltaico offshore

Un impianto che sfrutta la forza del vento e del sole nel bacino Jonico, ad una discreta distanza dalla costa (10 miglia nautiche/all’incirca 20 km), ancorato su un fondale relativamente basso che varia in profondità tra i 200 e i 350 metri.

Nella sostanza, da quanto si apprende dal folto faldone progettuale, il parco eolico/solare galleggiante sarà composto da 28 pale eoliche, disposte su tre file, alte 160 metri l’una, con un diametro di rotazione di 236 metri, posate ognuna su piattaforme triangolari galleggianti larghe 150metri, lunghe 137 e profonde 80. Oltre ai mulini, poi, ci saranno due “campi” di pannelli fotovoltaici (galleggianti anche loro) di superfice totale poco inferiore a 3km quadrati.

La struttura degli aereogeneratori e loro dimensioni

Il progetto prevede che il parco eolico/solare offshore occupi circa 56km quadrati di specchio d’acqua su un’area che si estende diagonalmente alla costa in direzione nord-ovest/sud-est. In linea d’aria la superficie interessata dal progetto si estende da Capo Trionto fino a Marina di Mandatoriccio per una lunghezza di circa 17km e una profondità in mare di poco più di 3 km. Per intenderci l’area di produzione dovrebbe sorgere prospiciente alla storica Baia di Borea, quella compresa tra la foce del Trionto e Cariati.

Nel corposo faldone di documenti si fa anche riferimento alle connessioni a terra, e quindi a come trasportare l’energia prodotta in mare aperto fino all’elettrodotto nazionale gestito da Terna spa il cui connettore principale si trova in località Cutura/Sant’irene a Corigliano-Rossano, nei pressi della centrale Enel. Qui il progetto individua un’area ad est della centrale per la realizzazione di una sottostazione elettrica che possa facilmente introdurre l’energia nella rete Terna.

Proiezione bidimensionale del parco offshore

Il trasporto della corrente elettrica prodotta da pale eoliche e pannelli fotovoltaici in mare avverrà attraverso un elettrodotto sottomarino. Un “cavetto”, si fa per dire, della dimensione di 120 centimetri di diametro e sarà ancorato sul fondale fino a 5 km dalla costa per poi essere interrato fino a raggiungere il punto di connessione a terra. Quanto è lungo? Diciamo che non è una passeggiata, anzi, non è una nuotata facile ripercorrere i 27km di elettrodotto sottomarino che separano il parco offshore dal punto di connessione terrestre di contrada Cutura Sant’Irene.

posizionamento del cavo sottomarino

E poi c’è la domanda che sta in testa a tutti, da quando si è iniziato a parlare di questo progetto: che impatto visivo avrà il parco eolico/solare offshore a largo della costa di Corigliano-Rossano e della Baia di Borea? La risposta l’abbiamo trovata in uno degli allegati al progetto che dedica un capitolo, con tanto di funzioni aritmetiche e fisiche, alla risposta di questo enigma. L’area in cui dovrebbero essere installati i 28 aereogeneratori dista all’incirca 20 km dalla costa (17 km volendo considerare i due punti più vicini tra loro).

«L’analisi condotta – si legge nel progetto di New Developments s.r.l. - dimostra come l’impianto è percepibile da un osservatore posto a distanza non superiore ai 40 km circa. Questo dato esclude la percezione per distanze superiori e pertanto la valutazione dell’impatto è da riferirsi a zone comprese nella fascia tra 0 e 40 km rispetto all’impianto».

In questa macro area sono state definite quattro fasce di percezione visiva: Fascia Blu (percezione Alta), Fascia Rossa (percezione Media), Fascia Arancio (percezione Bassa) e Fascia Gialla (percezione Trascurabile). – Vedi foto in basso

scala di percezione visiva del parco offshore

«Le distanze -  si legge nella relazione - escludono la percezione Alta dell’impianto dalla costa calabrese. Infatti, la posizione dell’impianto rispetto alla costa è tale da garantire un grado di visibilità teorica Media per le zone che interessano i comuni ubicati nella marina quali Mirto, Calopezzati, Mandatoriccio e Cariati (zone fronte impianto). Un grado di visibilità teorica Bassa nella zona più interna quale Rossano, Corigliano Schiavonea, Pietrapaola e Cropalati ed un grado di visibilità teorica Trascurabile nelle aree più interne e nella restante parte della costa a nord/ovest dell’impianto».

Insomma, il futuro della decarbonizzazione sembra essere più vicino che mai nella Calabria del nord-est che da ora dovrà iniziare a fare i conti con questo nuovo progetto che se nella percezione comune sembra distante, quasi impercettibile, di fatto è già in mezzo a noi.  

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.