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Fusione Corigliano-Rossano: il TAR ha rigettato il ricorso degli autonomisti. Arrivederci al 2033

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CORIGLIANO-ROSSANO - Attesa da giorni è arrivata ieri sera, nel mentre la politica locale aveva gli occhi puntati sulla conferenza stampa delle opposizioni a Schiavonea: il Tribunale Amministrativo della Calabria si è espresso, dichiarando improcedibile il ricorso che mirava a un ritorno all'autonomia di Corigliano e Rossano.

La decisione dei giudici rafforza, quindi, la legittimità della Legge regionale sulla Fusione (L.R. n. 2/2018 la cosiddetta "Legge Graziano"), impedendo modifiche territoriali tramite iniziativa popolare prima che siano trascorsi 15 anni dall'istituzione del nuovo Comune. Questo verdetto non solo chiude la porta a ogni ipotesi di scissione, ma impone alla città di guardare avanti con un unico obiettivo: costruire una solida "terza città della Calabria".

La sentenza del TAR di Catanzaro, nello specifico, ha rigettato le pretese del "Comitato per il Ritorno all'Autonomia" (C.R.A.), che aveva presentato una proposta di legge regionale di iniziativa popolare per la re-istituzione dei comuni autonomi di Corigliano Calabro e Rossano. Il Tribunale ha confermato l'applicazione dell'articolo 8 della L.R. n. 52/2022, che ha modificato la L.R. n. 13/1983, stabilendo che le proposte di legge di iniziativa popolare relative a modifiche delle circoscrizioni territoriali dei Comuni non possono essere presentate entro i 15 anni dall'entrata in vigore della legge regionale istitutiva. Questo principio è volto a garantire un periodo minimo di consolidamento per processi complessi come quello della fusione.

Insomma, prima del 2033 si può abbandonare qualsiasi velleità su un anacronistico ritorno ai campanili. Vivaddio!

Graziano: «TAR mette parola fine a tutti i campanilismi»

Giuseppe Graziano, Consigliere regionale e Presidente di Azione Calabria, nonché estensore e firmatario della Legge regionale sulla Fusione di Corigliano-Rossano, ha accolto con favore la sentenza. È stato lui a darne per primo notizia. «Ancora una volta - scrive in una nota stampa - la giustizia amministrativa ha posto un sigillo inequivocabile sulla lungimiranza del progetto di fusione che ha unito Corigliano e Rossano, creando una delle più grandi realtà urbane della Calabria e d’Italia». Ha inoltre sottolineato che la sentenza è «un monito per i disfattisti» che in questi mesi «hanno avuto anche il supporto di qualche rappresentante istituzionale», ribadendo che il Tribunale ha riconosciuto la validità della Legge regionale che preclude iniziative popolari di modifica territoriale per i primi quindici anni dalla fusione, definendolo un principio di «buon senso» per il consolidamento del processo.

«Nessun passo indietro, dunque. Nessun ritorno a quelle autonomie. Basta campanilismi che per decenni hanno significato frammentazione e immobilismo». Ha poi espresso rammarico per il tempo perso negli ultimi otto anni di governo della nuova città, dove «non è stato fatto nulla per mettere a frutto queste grandissime potenzialità», e dove si è persino lavorato per accentuare - ha ribadito - «storici e ingiustificati campanilismi tra le due anime della città». «La fusione - ha concluso Graziano - non è un punto di arrivo, ma un'opportunità da cogliere appieno, e questa sentenza ci rafforza nella convinzione che la strada intrapresa è quella giusta».

Un Futuro da costruire insieme: l'Inversione culturale necessaria

Bene, l'esito di questa sentenza segna quindi un punto di non ritorno e segna un principio: Corigliano-Rossano non deve più guardare al passato, ma concentrarsi esclusivamente sulla costruzione della sua identità come terza città della Calabria, sia dal punto di vista strutturale ma soprattutto culturale. Questo significa non solo investire in opere di connessione e infrastrutture, come la Cittadella dei Servizi, il lungomare unico e altri progetti che mirino ad una connessione diretta e concreta tra i due centri urbani ma significa, soprattutto, avviare una profonda inversione culturale che non vuole e non deve assolutamente essere distruttiva delle identità. Tutt'altro. Le memorie, le tradizioni, il DNA di Corigliano e Rossano restano nella storia, immutate per sempre ma qui c'è da fare un ragionamento di visione comune che metta insieme punti di forza e potenzialità generate, appunto, nell'ottica della crescità consapevole del territorio.

Una inversione culturale non può e non deve essere attesa dalle generazioni più adulte o da coloro che, con pervicacia, hanno sostenuto il ritorno all'autonomia. Non c'è da fare il lavaggio del cervello a nessuno, sia chiaro! Il vero cambiamento deve partire, invece, dalle nuove generazioni. È fondamentale - anche in virtù di un'Amministrazione civica che ha nella sua pancia tanta gioventù - coinvolgere i giovani, invogliandoli a partecipare attivamente a un progetto comune che superi le vecchie divisioni e campanilismi. Solo attraverso un impegno condiviso e una visione proiettata al futuro, Corigliano-Rossano potrà sviluppare appieno le sue straordinarie potenzialità e diventare un modello di sviluppo e convivenza.  Anche perchéiIl consolidamento della fusione non è una cosa che iinteressa una porzione di città. Solidificare l'unione di Corigliano-Rossano significa rendere tutti più forti attraverso un nuovo governo della fusione che, probabilmente, ha bisogno di meno piagnistei e meno recriminazioni e fare più leva sulle potenzialità, sulle possibilità, su quanto di buono si può fare insieme e ancora non si riesce a fare.

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.