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«Le Pietre dell'Incavallicata sono la materializzazione di un sogno. L'istinto primordiale dell'uomo che si fa materia»

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CAMPANA - L'Elefante di Pietra di Campana, con tutto il suo carico di fascino e mistero, continua a far parlare di sé anche oltre i confini nazionali. Questo interesse è alimentato anche grazie al documentario "Gli Antichi Megaliti della Sila" distribuito su Amazon Prime. Tra le tante voci raccolte nel documentario, dedicato alle Pietre dell'Incavallicata, c'è anche quella del professor Daniele Marino, docente di storia dell'arte e scrittore.

«La vera dimensione dell'arte è quella di dare forma all'ignoto. Le forze cosmiche che sono racchiuse nell'uomo (le sue paure, i suoi timori, quello che non riesce a comprendere) cercano di trovare forma nella forma artistica, tant'è che l'uomo plasma la materia». Sono le sue parole per introdurre il suo discorso su i Giganti di Pietra di Campana, durante il quale il professore ribadisce la sua idea secondo la quale le sculture sono, appunto, opera dell'uomo. 

Nel documentario si da spazio alle diverse teorie sull'origine di queste misteriose statue: dal probabile omaggio al passaggio di Pirro (in quel caso, però, l'elefante dovrebbe essere di razza asiatica), al passaggio di Annibale (e in questo caso l'elefante dovrebbe essere di razza africana); fino all'ultima tesi, secondo la quale la statua rappresenterebbe un elephas antiquus, specie comparsa in Italia circa 800mila anni fa. Ad avvalorare quest'ultima ipotesi, i ritrovamenti di alcuni di resti di questo pachiderma sia nel Pollino che nel lago Cecita

Quest'ultima teoria è quella sostenuta dallo stesso Marino, che sottolinea la straordinaria somiglianza morfologica di una delle statue dell'Incavallicata proprio con l'animale prestorico: le dimensioni dello scheletro ritrovato nel lago sono identiche a quelle dell'elefante di Campana.

Lo studioso, inoltre, avanza un parallelismo tra le Pietre di Campana e la Grotta del Romito, che Marino ipotizza possa essere coeva allo stesso periodo storico dei Giganti. «Quel bovide - spiega lo studioso - non apparteneva agli animali di quella zona; quindi non era una visione consueta e quotidiana, ma evidentemente un cacciatore primitivo, rimasto colpito da questo bovide, ne ha voluto catturare l'immagine, ancor prima di catturare fisicamente la preda, per farla sua». Su questa ipotesi si fonda il parallelismo: la conquista di qualcosa, rappresentandone l'immagine, potrebbe essere anche per le Pietre dell'Incavallicata il motivo per cui qualcuno potrebbe averle realizzate. Secondo lo studioso, infatti, è importante sottolinearne la dimensione magica: «L'arte nasce come espressione dell'uomo che si impone sul mondo». 

Spostando l'attenzione dalla statua raffigurante l'elefante, a quella del gigante, Marino ipotizza si tratti di una statua antropomorfa. «Quindi in quei luoghi - aggiunge - è avvenuto qualcosa di straordinario che lascerebbe pensare che, proprio a Campana, potrebbe essere nata la prima forma di scultura al mondo».

Nel documentario si fa cenno anche alle ipotesi secondo le quali il gigante potrebbe non essere un guerriero, ma una bambina, e si fa anche riferimento alle ultime ricerche archeo-astronomiche condotte sul sito, che confermerebbero l'allineamento delle statue con i corpi celesti; studio condotto dall'Ingegnere Nilo Domanico, dall'archeoastonoma Ilaria Cristofaro e dal Gruppo archeologico della Sila e della Sibaritide. Da questi studiosi sono stati condotti due sopralluoghi, uno durante il solstizio invernale e uno durante quello estivo.

La parte "celeste" dei due Giganti viene sottolineata anche dal professor Marino, che spiega come «il legame con gli astri sia fondamentale» per cogliere l'essenza delle Pietre dell'Incavallicata. «Le sculture di Campana sono la materializzazione di un sogno. L'istinto primordiale dell'uomo che si fa materia. Lì l'Universo primitivo prende forma».

Ma qual è la civiltà che ha scolpito questi megaliti? Stiamo parlando di una civiltà di oltre 12mila e 500 anni fa, dunque a noi sconosciuta? Ma è possibile che una società preistorica possa realizzare con tanta cura un'opera scultorea? Il problema della datazione dei megaliti è di primo rilievo ed è su questo fronte che è necessario indagare meglio.

La conclusione del documentario è affidato al messaggio positivo del Sindaco di Campana, Agostino Chiarello, che vede nelle Pietre dell'Incavallicata la chiave di volta per rilanciare il turismo nel territorio: «Sono un unicum nella storia dell'umanità». Infatti, sottolinea Marino, «qualora si confermasse la datazione a 12mila anni fa, queste sculture potrebbero essere le più antiche del mondo».

La speranza comune è che questo documentario possa davvero essere il giusto veicolo per far conoscere in tutto il mondo l'inestimabile tesoro custodito nei pressi del piccolo borgo di Campana.  
  
 

Giusi Grilletta
Autore: Giusi Grilletta

Da sempre impegnata in attività per il prossimo, è curiosa, gentile e sensibile. Laureata in Scienze Umanistiche per la Comunicazione, consegue la magistrale in Teoria e Metodi per la Comunicazione presso l’Università degli Studi di Milano. Consegue una seconda laurea magistrale in Pedagogia per ampliare le sue conoscenze. Ha lavorato presso agenzie di comunicazione (Lenin Montesanto Comunicazione e Lobbing) e editori calabresi (Falco Editore). Si è occupata di elaborare comunicati stampa, gestire pagine social, raccogliere e selezionare articoli per rassegne, correggere bozze e valutare testi inediti. Appassionata di scrittura, partecipa a corsi creativi presso il Giffoni Film Festival e coltiva la sua passione scrivendo ancora oggi racconti (editi Ilfilorosso) che trasforma in audio-racconti pubblicati sul suo canale YouTube. Ama la letteratura, l’arte, il teatro e la cucina.