La Chiesa che osa: a Cassano Jonio nasce l’Osservatorio contro le mafie
Aprirà gli sportelli nel Seminario “Giovanni Paolo I” a gennaio e offrirà supporto qualificato e accompagnamento umano e spirituale a chi subisce la violenza criminale e alle loro famiglie. «Nessuno è solo»
CASSANO JONIO - Esiste una Chiesa che non arretra, ma che combatte e osa, per restituire dignità, giustizia e speranza a un territorio che vuole rinascere, che vuole dire basta alle sopraffazioni.
È la Chiesa di Cassano Jonio, guidata da Monsignor Francesco Savino, vicepresidente della Cei, che ha annunciato la volontà di realizzare l’Osservatorio diocesano sui fenomeni mafiosi, che aprirà gli sportelli nel Seminario “Giovanni Paolo I” a gennaio. «L’osservatorio - spiega Savino - nasce per osservare, approfondire e capire, ma soprattutto per incidere».
Le parole del Vescovo, riportate sulla Gazzetta del Sud in un articolo della giornalista Caterina La Banca, non lasciano spazio agli equivoci: «È tempo di osare, è tempo di rinascita, è tempo di profezia».
Il territorio di Cassano racconta una storia dolorosa, fatta di omicidi, sopraffazioni, intimidazioni. Una città sicuramente ferita dalla violenza del malaffare. Qui la criminalità non si è fermata neppure dinanzi ai bambini innocenti. Ricordiamo tutti con immenso dolore la storia del piccolo Cocò. In questo lembo di terra la criminalità ha provato più volte a soffocare l'intera comunità togliendole la speranza di un futuro migliore.
È in questo difficile contesto che la Chiesa di Cassano sceglie con coraggio di non restare spettatrice, ma di intervenire concretamente per arginare il fenomeno delle 'ndrine. L’Osservatorio nasce proprio per rispondere all’invito di Papa Francesco contenuto nell’esortazione Evangelii gaudium: uscire dalle mura, abitare le periferie esistenziali, stare
là dove c’è sofferenza, violenza, dignità calpestata.
«La Chiesa è chiamata a stare dove c’è sofferenza, dove il Vangelo deve diventare parola incarnata». Così prende vita un progetto corale, che mette insieme realtà già operative sul fronte della giustizia sociale e della legalità: l’Ufficio diocesano
per la legalità, il presidio di Libera sul territorio, la Fondazione antiusura “San Matteo Apostolo” e l’Ufficio diocesano per lo sviluppo integrale.
Alla guida dell’istituto ci sarà don Marcello Cozzi, da anni impegnato sul fronte dell’antimafia sociale, che ha chiarito con forza la missione dell’organismo: «L’osserva - torio nasce per interferire con gli affari delle mafie. È uno strumento
con cui la Chiesa dice a se stessa e al territorio che il contrasto alla criminalità non può essere delegato a pochi, ma deve coinvolgere l’intera comunità».
L’Osservatorio offrirà supporto qualificato e accompagnamento umano e spirituale a chi subisce la violenza criminale e alle loro famiglie. «Liberare le vittime da ogni forma di schiavitù - ha concluso don Cozzi - significa anche far capire che nessuno è solo, che esiste una comunità pronta a camminare accanto a chi sceglie il coraggio della denuncia».
Un faro di luce nella notte, che speriamo possa illuminare finalmente anche questa splendida città e i suoi abitanti.