I resti di "Elephas antiquus" scoperti nel Cecita… e dimenticati nel Molise
Un ritrovamento che in altre parti del mondo avrebbe fatto scalpore, fatto nascere ricerche, scavi, scrivere articoli, attirato turisti e magari perfino fatto sorgere un parco divertimenti a tema, in Calabria cade nell’oblio
CORIGLIANO ROSSANO – Solitamente se qualcuno riesce a ricordare bene un avvenimento del passato, o a immagazzinare un sacco di nozioni, torti subiti e di ricordi si ricorre all’espressione “memoria d’elefante”. Pare, infatti, che questo mammifero, avendo un ippocampo ampio e complesso, abbia una memoria imbattibile e riesca a immagazzinare un’enorme quantità di informazioni utili alla sua sopravvivenza.
E per un piccolo e paradossale gioco del destino, proprio l’animale che più ha memoria… in Calabria viene dimenticato.
Facciamo un passo indietro nel tempo per capire di che tipo di dimenticanza si tratta: «Era il 2017 quando, in maniera del tutto casuale, due impiegati della Soprintendenza, a passeggio sulle rive del lago Cecita, notarono i resti di una lancia longobarda che nascondeva, sotto il terreno melmoso del lago in ritirata a causa della siccità, i poveri resti dell’"Elephas antiquus", parente europeo degli elefanti della preistoria, una specie diffusa soprattutto in Asia».
Un ritrovamento che in altre parti del mondo avrebbe fatto scalpore, fatto nascere ricerche, scavi, scrivere articoli, attirato turisti e magari perfino fatto sorgere un parco divertimenti a tema… in qualsiasi parte del mondo, ma non in Calabria.
Inoltre, questa scoperta avrebbe anche potuto avvalorare la tesi secondo cui l’Elefante di pietra di Campana sia una riproduzione, fatta dall’uomo, per ricordare il passaggio proprio "Elephas antiquus" in tempi remoti. (Di ulteriori teorie in merito, ce ne siamo occupati qui).
Scoperta che avrebbe dunque posto un faro non solo sul Cecita, non solo su Campana, ma sulla nostra intera regione. Ma, come dicevamo, l’elefante ha memoria lunga… l’uomo no. E quella scoperta è finita nell’oblio. Cinque anni di assordante silenzio.
«Sulle rive del lago Cecita, dopo il ritrovamento dei resti dell'elefante preistorico, intervenne un gruppo di esperti paleontologi molisani, anche loro si trovavano casualmente in Calabria per lavoro, precisamente a San Lorenzo Bellizzi. Nei giorni successivi al ritrovamento i reperti furono impacchettati e trasportati in Molise in attesa di restauro e catalogazione».
«Chissà se ci vorranno ancora settecentomila anni per riportare a casa i resti dell'elefante preistorico della Sila, non fosse altro per dare una degna sepoltura al nostro caro estinto».
L’augurio del movimento civico Tesoro Calabria è «che i nostri politici, o aspiranti tali, se ne possano ricordare in questo periodo di campagna elettorale. Tra tante utopiche promesse, quella di recuperare i resti, ormai dimenticati del povero elefante, potrebbe essere di facile realizzazione».
«Ci farebbe piacere che la politica regionale, - continua la nota stampa - quella che si occupa dei "marcatori identitari distintivi" e "dei grandi eventi", si occupasse di recuperare quello che rimane di questi poveri resti che, in maniera opportuna, potrebbero trovare casa anche presso il Museo di Paleontologia dell'Università della Calabria. Ora che è tempo di campagna elettorale, qualche candidato politico, magari tra quelli che ci allietano con narrazioni fantastiche, mistificate e soprattutto viziate, potrebbe assumere l’impegno di recuperare i resti del povero estinto, restituendolo così ad una regione che ha bisogno di riscattarsi a partire dalla valorizzazione del proprio patrimonio culturale».
«Il movimento civico Tesoro Calabria vuole denunciare questa assurda situazione e, al contempo, lanciare una petizione Change.org gratuita (si raccomanda di non fare donazioni al sito change.org) per chiedere a tutti i candidati calabresi alle prossime elezioni nazionali – di destra e di sinistra – di riportare in Calabria il preziosissimo “Elephas antiquus” preistorico della Sila, dimenticato in Molise».
Per firmare la petizione basta collegarsi al link https://chng.it/m82pKkXt .
Speriamo, dunque, che la campagna elettorale serva almeno a ricordarci di quel prezioso elefante dimenticato.