15 ore fa:Sibari, completate le operazioni di sgombero nell'area dell'ex Chiesa di Sant'Eusebio
14 ore fa:Ponte sullo Stretto, Ferrara (M5s): «Contrari al finanziamento di un'opera non prioritaria»
35 minuti fa:Ultimati i lavori del campo di padel di Cariati nei pressi del centro sociale
13 ore fa:Corigliano-Rossano, arrestato un 36enne per spaccio di sostanze stupefacenti
16 ore fa:L'Istituto Comprensivo Cariati vince gli "Anter Green Award". I complimenti dell'Amministrazione
1 ora fa:L’alberghiero “K. Wojtyla” di Castrovillari punta sui percorsi altamente formativi
14 ore fa:Criminalità a Cassano Jonio, Garofalo: «Non abbiamo bisogno di comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica»
16 ore fa:La Strada Statale 106 inserita nella rete UE infrastrutture. Esulta Sofo (FdI): «Missione compiuta»
15 ore fa:Rischio sismico, la faglia attiva nella Calabria del nord-est
17 ore fa:Il Servizio Civile Universale approda all’Unical

E se il Gigante di Pietra di Campana non fosse un guerriero?

2 minuti di lettura

CAMPANA - «Capire perchè sono stati fatti, ancor prima di chi li ha realizzati e quando. Trovare un significato all’opera a prescindere dall’autore».

Da questo punto fondamentale parte lo studio del professor Armando Rossi, presidente dell’associazione Co.Re. (scuola di alta formazione in conservazione e restauro) che è stato presentato a Campana sabato 18 settembre durante l’evento: “I Giganti dell’Incavallicata: «Una lettura non ordinaria per una valorizzazione straordinaria»”. All’incontro hanno preso parte il vicesindaco Luigi Spina, il professor Armando Rossi, l’assessore alla cultura Virginia Aiello, l’assessore alla crescita economica e urbana di Cosenza Francesca Loredana Pastore e il sindaco Agostino Chiarello.

«Nel corso di questa mia ricerca – ha affermato il professor Rossi - ho approfondito l'aspetto simbolico dei monoliti. Sono partito dallo studio di altre riproduzioni di elefanti: l’elefante nella storia ha un significato particolare, ma sempre positivo. È simbolo della temperanza e della prosperità e in oriente veniva spesso usato per portare i sovrani».

«La domanda successiva è stata: in che relazione sono i due megaliti? E perché proporzioni così diverse? L'elefante, infatti è un terzo rispetto al guerriero». Tante le domande che si è posto il professore durante le sue ricerche. Perché proprio partire dai quesiti giusti è il primo passo per trovare le risposte corrette.

Una di queste risposte potrebbe trovarsi in oriente, e in particolare nell’area asiatica dove «per simboleggiare la prosperità o augurarla a un territorio viene utilizzata l’immagine di una bambina che porta un elefante bianco. La corrispondenza con questa particolare immagine la si avrebbe anche da un punto di vista delle dimensioni. La bimba, infatti viene rappresentata sempre più grande rispetto all’elefante» proprio come accade nei due megaliti di Campana, dove l’elefante è pari circa a un terzo dell’altro gigante di pietra. E se quel megalite non rappresentasse un guerriero, ma una bambina? Quindi erigere proprio quel tipo di monumento in questo luogo potrebbe essere il risultato del tentativo di ingraziarsi la benevolenza delle divinità a cui era legata la cultura orientale.

«Le statue indù potrebbero così avvalorare la tesi secondo la quale i megaliti sarebbero stati eretti nel periodo di Pirro».

Altra domanda alla base dello studio è: Perché il luogo dove sorgono i Giganti di Pietra si chiama proprio Incavallicata? Perché sulle cartografie dal 1500 in poi è indicato come Cozzo dei giganti, mentre a Campana questo luogo è noto come Incavallicata? Da dove arriva questo nome?

«In aramaico – spiega il professore - con una parola sola si può descrivere un’intera azione. In Sanscrito elefante si dice vahan: che significa cavalcatura o sulla cavalcatura. Incavallicata potrebbe essere la traslitterazione locale, dovuta al latino della parola vahan».

Un’interessante ipotesi, quella del professor Rossi, che «potrebbe aprire una nuova porta dalla Calabria verso Oriente, ricostruendo un sistema di valorizzazione differente rispetto al mistero. Una valorizzazione straordinaria che si fonda su una lettura non ordinaria del monumento».

(foto do Giuseppe Berardi)

Giusi Grilletta
Autore: Giusi Grilletta

Da sempre impegnata in attività per il prossimo, è curiosa, gentile e sensibile. Laureata in Scienze Umanistiche per la Comunicazione, consegue la magistrale in Teoria e Metodi per la Comunicazione presso l’Università degli Studi di Milano. Consegue una seconda laurea magistrale in Pedagogia per ampliare le sue conoscenze. Ha lavorato presso agenzie di comunicazione (Lenin Montesanto Comunicazione e Lobbing) e editori calabresi (Falco Editore). Si è occupata di elaborare comunicati stampa, gestire pagine social, raccogliere e selezionare articoli per rassegne, correggere bozze e valutare testi inediti. Appassionata di scrittura, partecipa a corsi creativi presso il Giffoni Film Festival e coltiva la sua passione scrivendo ancora oggi racconti (editi Ilfilorosso) che trasforma in audio-racconti pubblicati sul suo canale YouTube. Ama la letteratura, l’arte, il teatro e la cucina.