Alto Jonio dimenticato: la ferrovia fantasma che isola un territorio intero
Le stazioni rinnovate restano vuote, i treni non passano e le comunità dell’Alto Ionio Cosentino vivono prigioniere dell’auto. Studenti, malati, turisti e lavoratori chiedono il minimo: un collegamento regionale fino a Rocca Imperiale

TREBISACCE - L’Alto Jonio sibarita continua a vivere un isolamento insopportabile. Le stazioni ferroviarie rinnovate con fondi pubblici restano vuote, prive di treni e di vita, mentre studenti, lavoratori pendolari, malati e turisti sono costretti a spostarsi solo in auto o con autobus privati lungo la Statale 106, strada pericolosa e insufficiente.
È il paradosso di una tratta storica come la Sibari–Metaponto, che un tempo garantiva collegamenti certi e frequenti, oggi ridotta a due coppie di Intercity, del tutto inadeguati a coprire i bisogni quotidiani di una comunità che chiede semplicemente normalità.
Ogni giorno centinaia di pendolari devono affrontare viaggi massacranti per raggiungere scuole, università e posti di lavoro. Mancano i treni scolastici, turistici e pendolari, e così il diritto allo studio e al lavoro viene negato. A denunciare questa condizione sono non solo i cittadini, ma anche le organizzazioni sindacali, che parlano apertamente di “emarginazione ferroviaria” e di una violazione dei diritti sociali fondamentali.
Sanità e università isolate
Il problema si riflette anche sul piano sanitario e accademico. L’ospedale di Trebisacce, che ospita una sede della Facoltà di Medicina dell’Università della Calabria, potrebbe attrarre più studenti e professionisti, ma resta irraggiungibile senza treni. Così anche il diritto alla salute e alla formazione rischia, quindi, di restare lettera morta.
Turismo bloccato
Località come Trebisacce, Villapiana, Roseto Capo Spulico, insignite della prestigiosa Bandiere Blu e riconosciute tra i borghi più belli d’Italia, restano di fatto tagliate fuori dai grandi flussi turistici proprio perché in queste località il treno non ferma. E non ferma nonostante - dicevamo - ci siano stazioni tirate a lucido, nuovissime... abbandonate. Un isolamento che frena lo sviluppo economico e condanna il territorio a restare marginale.
La richiesta delle comunità
Il territorio chiede poco ma un riscontro chiaro: almeno un treno regionale serale fino a Rocca Imperiale, in coincidenza con l’arrivo del Frecciarossa Bolzano–Sibari, e la ripartenza al mattino. Una misura minima, ma seria e concreta, per dire che la Regione Calabria non dimentica i suoi cittadini dell’Alto Ionio.
«Non chiediamo favori, chiediamo diritti», è la voce che sale dalle comunità e dai sindacati. Perché senza collegamenti ferroviari non c’è mobilità, senza mobilità non c’è sviluppo, e senza sviluppo non c’è futuro.