L'Elefante di Pietra di Campana sarà protagonista di un documentario su Amazon Prime
Sono in corso in questi giorni le riprese de "Gli Antichi Megaliti della Sila". Un prodotto internazionale per cui è prevista distribuzione estera in diversi Paesi, tra cui gli Stati Uniti d'America, l'Inghilterra e il Giappone
CAMPANA - Si accendono nuovamente i riflettori sui "Giganti di Pietra" di Campana. Per chi ancora non conoscesse questi megaliti, annoverati nella proposta dei 100 marcatori identitari distintivi (MID) della Calabria, si tratta di due ciclopiche sculture che sfidano il tempo e le intemperie, forse da millenni. Un elefante alto circa 5 metri, (che riproddurrebbero esattamente l’Elephas Antiquus, in scala 1:1.), e i resti di un colosso di oltre 7 metri d’altezza.
Questi colossi, che si trovano sul "cozzo dell'Incavallicata", un territorio sito nel cuore della Sila Greca e ricadente nel comune di Campana, sono diventati i protagonisti di un documentario che avrà portata internazionale. Sono in corso in questi giorni, infatti, le riprese del documentario in altissima risoluzione "Gli Antichi Megaliti della Sila" che vede la produzione romana Delta Star Pictures produrre un'opera audiovisiva dall'alto valore culturale, storico e non solo. Un viaggio a confine tra leggenda e scienza
per documentare le Pietre dell’Incavallicata.
Su questo monumento è da sempre vivo il dibattito, se si tratti di una semplice roccia plasmata dalla natura o, invece, se sia stata opera dell'uomo. «Se dovesse essere confermata l’antropizzazione di questi Giganti di Pietra, significa che ciò potrebbe far riscrivere la storia dell’umanità poiché sarebbero le “statue più antiche al mondo”» si legge nella nota stampa della produzione.
Negli anni si sono avvicendate diverse teorie e studi, l'ultima delle quali è stata da noi dell'Eco dello Jonio attentamente seguita. Si tratta della teoria secondo la quale il sito dell'Incavallicata potrebbe essere stato il luogo scelto per la costruzione di uno dei più antichi templi dedicati alla Grande Dea Madre (leggi qui) o comunque avere un nesso strettissimo con la nascita del nuovo sole, come Stonehenge (leggi qui).
Proprio su questa supposizione e sul parallelismo con Stonehenge si innesta in qualche modo questo documentario. Non è un caso, infatti che il produttore Jordan River sia noto per il documentario "Stonehenge. Il tempio dei Druidi".
«Ho scoperto il sito dell'Incavallicata circa venti anni fa - rivela ai nostri microfoni River - e dopo aver realizzato il documentario su Stonehenge, ho voluto proseguire il mio lavoro qui in Calabria». Così i megaliti dell'Incavallicata hanno attirato l'attenzione del produttore che proprio oggi ha iniziato le riprese del documentario che sarà trasmesso sulla piattaforma internazionale di Amazon Prime. Si tratta di un progetto sostenuto dal Ministero della Cultura e dalla SIAE nell’ambito del programma nazionale "Per Chi Crea". In squadra anche nomi di lunga carriera, tra cui il noto Direttore della Fotografia Gianni Mammolotti e Federico Martucci per realizzare un prodotto internazionale per cui è prevista distribuzione estera in diversi Paesi, tra cui gli Stati Uniti d'America, l'Inghilterra e il Giappone.
«Un'importantissima vetrina per il nostro sito. Siamo molto soddisfatti della venuta di questa troupe» commenta il sindaco di Campana, Agostino Chiarello.
«Dopo le prime interviste di questa mattina - ci rivela River - si proseguirà con quelle all’Architetto Domenico Canino, che ha fatto questa sensazionale scoperta. La troupe si sposterà al Lago Cecita e seguiranno nelle prossime settimane altre interviste di esperti, tra
cui anche a una archeoastronoma, che con interesse già da tempo sta studiando tali sculture».
«L’esplorazione archeologico-scientifico-culturale è grande di fronte a questi imponenti Giganti che suscitano diversi interrogativi: a quale periodo storico risalgono? Chi li ha scolpiti? Perché? La testimonianza millenaria di una straordinaria civiltà viene così narrata non solo attraverso immagini in altissima risoluzione (formato 12K), ma anche attraverso diverse interviste a studiosi e a ricercatori. Un’opera che di certo andrà a far conoscere un lato meno conosciuto della Calabria, un prodotto culturale che non potrà che fare bene, non solo al territorio locale, ma a tutto il Paese. Un monito affinché il territorio si prepari in un futuro, magari non tanto lontano, ad accogliere un’importante presenza turistica durante tutto l’anno, come Stonehenge, che da sola ogni anno richiama oltre 800.000 turisti da tutto il mondo» conclude River.
Numeri da capogiro che potrebbero cambiare per sempre il volto non solo di Campana, ma dell'intera Regione.
Chiarello, restando ancorato con i piedi per terra, conclude con un auspicio: «Abbiamo ricevuto anche i complimenti da parte della troupe per le condizioni di pulizia dell'area, ma ci hanno fatto notare che i megaliti andrebbero meglio preservati. Su questo fronte possiamo tranquillizzarli solo in parte. Per quanto concerne l'Amministrazione comunale, facciamo tutto il possibile per intercettare fondi da investire nella tutela dell'Incavallicata. Sono infatti in arrivo un milione e 200 mila euro proprio per questo scopo, ma il Comune non può essere lasciato solo. Sarebbe opportuno che anche la Regione e la Soprintendenza dei beni culturali si spendessero in tal senso».
Turisti o meno, preservare un bene di questa valenza storico culturale dovrebbe essere comunque una priorità.