Nuova Zes, la Sibaritide rischia di rimanere povera, isolata e senza infrastrutture
Nuovo appello di Civicrazia al Ministro per il Sud, Raffaele Fitto: «Bene la Zona economica speciale unica per tutto il meridione ma all’interno non ci sono riferimenti sugli investimenti per le infrastrutture». Un boomerang per Calabria jonica

CORIGLIANO-ROSSANO – La nuova Zona economica speciale unica per il meridione rischia di essere un boomerang micidiale per la Sibaritide e la Calabria jonica. L’idea di rendere l’intero sud una “calamita” per investimenti imprenditoriali, è stata una buona intuizione del governo Meloni. Il problema, però, è che questo piano dimentica totalmente due aspetti fondamentali: il Mezzogiorno viaggia ad una velocità inferiore rispetto al nord del Paese e, secondo aspetto assolutamente non secondario, è che le regione del sud sono totalmente disconnesse tra loro. La Calabria orientale, poi, è quella che tra tutte le altre aree e regioni è messa peggio.
Appena ieri ricordavamo come, ad esempio, ad oggi non esista un collegamento diretto ferroviario tra la Calabria e Bari, che è un hub dei servizi tra i più importanti del Meridione. È questa è solo una questione minimale rispetto al profondo gap che continua registrarsi tra alcune aree del sud come la Sibaritide e lo stesso Sud. Non ci sono strade, non ci sono ferrovie, c’è un porto, quello di Corigliano-Rossano, sotto-utilizzato rispetto al suo potenziale. Insomma, servirebbero grandi investimenti e importanti risorse da mettere nel calderone Zeu se si vuole che questo strumento decolli e sia davvero utile per il meridione.
A rilanciare la questione è, ancora una volta, il movimento politico e culturale di cittadinanza attiva Civicrazia che proprio ieri, attraverso i referenti nazionali, è ritornata ad incalzare il Ministro per il Sud, Raffaele Fitto, sull’utilità di prevedere investimenti infrastrutturali per la grande zona economica speciale del meridione.
Nel Decreto Mezzogiorno che rimodula le Zes – denuncia il movimento che fa capo a Maria Carmen Piscione e a Ivan Pacifico – non c’è alcun riferimento alle risorse da mettere a disposizione dell'infrastrutturazione materiale (ferrovie e strade di ultimo miglio e oltre) per mettere in connessione le aree portuali ed aeroportuali interessate alla Zes, con la rete transeuropea dei trasporti (TNT); ne per quelle e immateriali, con particolare riferimento alla banda larga e ultralarga.
«Le Regioni del Sud – si legge nella missiva che Civicrazia ha inviato al Ministro Fitto - assegnatarie di ZES, hanno già messo a punto “piani strategici” sulla situazione delle opere infrastrutturali esistenti e di quelle nuove necessarie. Si tratterebbe di aggiornarli, procedendo a ogni necessario riequilibrio: ma tutto ciò richiede risorse da attingere al Pnrr “rivisitato”. La “messa a terra” dei progetti legati all’infrastrutturazione della Zes, nei tempi previsti dal Pnrr, - aggiungono - significa dare a tutto il Sud la capacità di attrarre investimenti per generare occupazione e attenuare in modo significativo i “gap” ancora persistenti».
Diversamente – ed è questa la preoccupazione più incalzante nella Calabria jonica - in mancanza di infrastrutture si creerebbero inevitabili condizioni di svantaggio tra l'una e l'altra area e verrebbe, di fatto, determinato il definito isolamento delle aree maggiormente svantaggiate.