Colonnine di carburante dismesse nell'ex caserma. «Un pericolo per falde acquifere e salute pubblica»
Il consigliere Uva torna a denunciare l'immobilismo della Provincia: «Parliamo di un problema noto da anni; di un pericolo ambientale e sanitario mai risolto»

CORIGLIANO-ROSSANO - Continua a far discutere il degrado e l'abbandono che vige (da quasi 20 anni) nell'ex caserma dei Vigili del Fuoco di piazza Sant'Antonio, a Rossano centro storico. L'edificio è stato anche messo in vendita dalla Provincia di Cosenza, titolare dell’immobile, che vorrebbe “sbarazzarsene”. Ma, mentre si aspetta un futuro proprietario, ci si interroga sulla messa in sicurezza dell'edificio.
Sulla questione era già intervenuto il consigliere comunale di maggioranza, Antonio Uva che a proposito aveva attaccato l’ente sovracomunale, affermando che questa vicenda: «È uno dei suoi più grandi fallimenti». Uva, a distanza di mesi, torna a denunciare a gran voce la gravissima situazione di abbandono e rischio ambientale, questa volta focalizzando l'attenzione su due colonnine di carburante dismesse collocate presso l'ex caserma.
«In qualità di consigliere comunale - scrive - ho inviato una segnalazione urgente agli enti competenti: Provincia di Cosenza, Comune di Corigliano Rossano, polizia provinciale e polizia locale. Parliamo di un problema noto da anni - incalza il consigliere - di un pericolo ambientale e sanitario mai risolto. Nonostante le mie ripetute segnalazioni nessuno intervento concreto è stato realizzato. Le colonnine, inattive da tempo, sono arrugginite, vandalizzate, sommerse da erbacce e rifiuti».
Ma la questione scottante è un'altra: «Si sospetta - spiega - la presenza di cisterna interrate, che se non bonificate, rappresentano un pericolo concreto per il suolo le falde acquifere e la salute pubblica».
E qui Uva torna a puntare il dito contro l'inerzia della Provincia: «Nonostante ripetute segnalazioni, gli enti interpellati non hanno mai adottato provvedimenti concreti, salvo risposte interlocutorie e vaghe promesse. Per questo motivo ho chiesto un'immediato sopralluogo tecnico, la verifica della proprietà del sito, la rimozione e la bonifica urgente delle strutture pericolose».
Una battaglia, quella intrapresa dal consigliere, che non ammette tregue: «La mia attenzione non si fermerà affinché non verranno prese misure reali e risolutive. Finché non verrà effettuato un sopralluogo, una verifica amministrativa e bonifica. Inoltre denuncio il totale immobilismo delle istituzioni preposte. La sicurezza ambientale non può aspettare. Se non ci saranno risposte adeguate porterò la questione a livello regionale e nazionale per tutelare l'ambiente salute e decoro urbano i cittadini hanno diritto alla tutela non al silenzio».