Zes Calabria, ora bisogna mettere i soldi del Pnrr "rivisitato" su nuova Statale 106, Ferrovia jonica e banda ultralarga
Il via libera alla Zona economica speciale unica potrebbe essere una buona notizia se nell'ambito della rivisitazione del Piano di ripresa e resilienza verranno finanziate le grande infrastrutture strategiche. Da qui l'appello di Civicrazia a Fitto
CORIGLIANO-ROSSANO - Il recente varo, da parte della Commissione Europea della Zes unica del Meridione, su proposta del governo italiano, eè un significativo passo in avanti verso l’effettiva operatività delle Zone economiche speciali per accogliere investimenti e "delocalizzazioni" e sarà certamente una buona opportunità per la Calabria, al pari delle altre regini del Sud, finalizzata a creare maggiori e migliori condizioni per lo sviluppo, nella logica europea della coesione e della sostenibilità. Ma tutto questo da solo non basta. Perché una cosa buona potrebbe rivelarsi - come spesso purtroppo è accaduto per le politiche del Meridione - uno spottone se poi non verranno messe in campo tutte le azioni collaterali necessarie a far decollare questo progetto.
Per muovere le Zes ed il loro indotto ed i benefici fiscali che ne derivano non basta rendere questo strumento attrattiva di investimenti; c’è bisogno anche di infrastrutture fisiche (ferrovie e strade di ultimo miglio e oltre) per mettere in connessione le aree portuali ed aeroportuali interessate alla Zes, con la rete transeuropea dei trasporti (Tnt) e immateriali, con particolare riferimento alla Banda larga e Ultralarga.
Metà Calabria, quella orientale, jonica per intenderci, è tagliata quasi totalmente fuori dai grandi collegamenti. Fatta eccezione per "l'isola" dell'aeroporto Sant'Anna tutto il resto del versante est è totalmente isolato dal Paese e, in alcuni casi, dalla stessa regione. È sullo Jonio che occorrono gli investimenti primari, i famosi investimenti "convergenza" tanto cari all'Europa, al fine di mettere questo territorio e la sua economia nelle condizioni di muoversi e spostare merci sul territorio nazionale in termpi europei.
Su tutti serve, allora, che l'ammodernamento della Statale 106 e della Ferrovia jonica diventino la priorità delle priorità in Calabria.
A proposito, Civicrazia la coalizione di associazioni nazionali, impegnata per la strategia della Macroregione Mediterranea, ha scritto al Ministro per il Sud e dei rapporti con l'Europa, Raffele Fitto, che è anche responsabile delle politiche di coesione e del Pnrr, di individuare le risorse necessarie alla realizzazione delle infrastrutture di collegamento per le aree Zes nell’ambito della revisione del Pnrr, presto al vaglio dell’Europa. La Calabria, come anche le altre regioni del Sud, interessate alla Zes, hanno messo a punto piani strategici sulla situazione delle opere infrastrutturali esistenti e di quelle nuove necessarie: si tratterebbe di aggiornarli, procedendo ad ogni necessario riequilibrio.
«La "messa a terra" dei progetti legati all’infrastrutturazione delle Zes – ha osservato il responsabile Civicrazia Calabria e Basilicata, Domenico Campana – significa dare a tutto il Sud, ed in modo particolare alla Calabria, la capacità di attrarre investimenti per generare occupazione e attenuare, in modo significativo, i “gap” esistenti del prodotto interno lordo. Occorre - ha aggiunto Campana – un’operazione di grande portata di coesione sistemica a vantaggio di tutto il territorio meridionale. Una tale operazione – ha concluso Campana – anticiperebbe la realizzazione, nelle Regioni del Sud, di alcune significative indicazioni della Strategia della Macroregione Mediterranea, in attesa del varo da parte dell’Unione Europea».
Insomma, si parta da qui, dalle opere essenziali e necessarie per avviare innanzitutto quella grande "operazione dignità" per la popolazione jonica calabrese così da avviare quella grande opera di rilancio economico e commerciale dell'intera regione. E per far questo serve solo che la politica ci credi.