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Strada Sibari-Co-Ro, la notizia data da Dolce non è una buona notizia: si ritorna a 20 anni fa

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CORIGLIANO-ROSSANO – «Nel prossimo mese tutta la progettazione della parte a nord di Catanzaro, quindi da Sibari a Catanzaro, sarà completata». Queste le parole dell’assessore regionale alle Infrastrutture, Mauro Dolce, che proprio ieri – intervistato dal Corriere della Calabria – è ritornato sulla stringente questione della mobilità lungo la dorsale jonica (ne abbiamo parlato qui). Ma le rassicurazioni di Dolce sono davvero una buona notizia?

L’intenzione e «l’impegno massimo» che ha garantito l’amministratore regionale sull’atavica vicenda della “centosei”, contrastano – per forza di cose – con le liturgie della burocrazia e quindi con i tempi. Di fatto con questa nuova progettazione si riparte da capo. Dal punto zero. Almeno per quanto riguarda il progetto della Sibari-Corigliano-Rossano. In realtà, da quanto percepito dalle parole dello stesso Dolce (che parla di progetto dell'intera tratta), sarebbe stata azzerata tutta la fase di approntamento del progetto definitivo per ripartire dal punto di inizio e questa volta senza nemmeno i “privilegi” acquisiti grazie al Decreto "Sblocca cantieri". Lo stesso che, ricordiamo, aveva consentito – tra le altre cose - la deroga al dibattito pubblico bypassando la lunga fase preliminare del piano di fattibilità tecnico-economica.

Quel progetto definitivo in fase di approvazione sostanzialmente non esiste più. O meglio, non esistono più i “percorsi privilegiati” dello Sblocca Cantieri a meno che non ci sarà la volontà del nuovo Governo, innanzitutto, di prolungare gli effetti del decreto (in scadenza a giugno 2023) e successivamente della Regione Calabria e dello stesso Governo di individuare la tratta Sibari-Corigliano-Rossano come prioritaria. Atteso che c’è già un altro progetto bandiera – ha ricordato ancora una volta Dolce – che è la Crotone-Catanzaro. E che, dunque, avrà priorità su tutto.

In buona sostanza la sorte della nuova Statale 106, almeno quella compresa tra Sibari e Crotone, fa un passo indietro nel tempo di oltre 20 anni. A quando venne convocata la celebre conferenza dei servizi di Copanello, quando ai comuni venne prospettato il progetto di ammodernamento del tratto calabrese della Statale. Fu allora che nacquero i Megalotti della Legge Obiettivo. Cosa produsse quella conferenza dei servizi? Oltre a una valanga di carte, di pareri reali e fittizi (per anni ad esempio ci eravamo illusi che il Megalotto 8 Sibari Mandatoriccio avesse una procedura di valutazione d’impatto ambientale conclusa) e di “niet” e di veti da parte dei comuni, nel tratto cosentino si diede avvio solo all'iter del Megalotto 3 i cui i lavori sono iniziati lo scorso anno (dopo 21 anni dall’inizio della procedura). Nulla più.

Oggi i megalotti non esistono più, esiste un nuovo progetto che nelle sue simmetrie ripercorre più o meno il tracciato primordiale proposto da Anas, e quindi dallo Stato, all’inizio degli anni 2000. Con un vincolo ulteriore dettato dalle stringenti regole della sostenibilità che mandano in deroga tutti (o quasi) i desiderata dei territori. Esiste, ovviamente, il nuovo tracciato della Sibari-Corigliano-Rossano presentato ad aprile 2021 a Corigliano-Rossano e che, con le modifiche apportate dopo i voleri espressi dal sindaco Stasi, sarà riproposto nella sua integrità all’interno della nuova progettazione che dovrà essere pronta entro un mese.

C’è solo una differenza – non di poco conto – che è quella dei tempi e delle liturgie burocratiche. Che, dicevamo, si allungheranno. Perché se fino all’inverno scorso per la realizzazione della Sibari-Corigliano-Rossano sarebbero occorsi solo due passaggi (uno e mezzo a dire la verità), l’approvazione del progetto definitivo (che era in fase di ultimazione) e quindi quello esecutivo; oggi si dovrà partire dal piano di fattibilità tecnico-economico (ex preliminare) con la sola opizione – sempre che venga prorogato lo Sblocca Cantieri – di andare in deroga al dibattito pubblico.

Insomma, siamo di fronte ad un vero e proprio back to the past. Un vero e proprio ritorno al passato nel quale siamo stati buggerati un po’ tutti. Dalla politica innanzitutto ma anche da qualche sedicente “esperto” che è andato girando di qua e di là per il territorio, strombazzando verità inesistenti o comunque verosimili, forzate, strette nell'alveo di una propaganda ideologica, forse - ancor peggio - politica. Si è parlato di un grande bluff. Possibile, probabile, non escludibile. Quando, però, si è difronte ad un bluff l’unica arma è l’astuzia, è andare a vedere quanto è vero il gioco o la presa in giro dell’avversario. Ci si è fermati, invece, alla contestazione preventiva. Si è gridato allo scandalo. Lo si è fatto per ingenuità o per troppa foga? Ci auguriamo di sì in ognuno dei due casi. Perché non ci va di pensare che possano essere stati sollevati spettri e mostri contro chiunque, contro il Governo nazionale, contro la Giunta regionale, persino contro la stampa, solo per un’impostazione ideologica. Anche se – diciamocelo francamente – sembra evidente che non a tutti “conviene” che sullo Jonio ci sia una nuova strada moderna e sicura.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.