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SS106, ecco la storia del Megalotto 8 e di un tracciato che non è mai esistito

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CORIGLIANO-ROSSANO – Il progetto preliminare del Magalotto 8 non è mai uscito dagli uffici di Anas, dove nel 2006 aveva incassato il parere positivo del Consiglio di Amministrazione. Un dato non di poco conto che probabilmente riscrive per intero la storia progettuale di quello che un tempo doveva essere il nuovo tratto della Statale 106 della Sibari-Mandatoriccio.

Un fatto che abbiamo scoperto andando a fondo nella ricerca e nella lettura di atti e documenti che raccontano di una perdurante interlocuzione che negli anni c’è stata tra Anas e le Amministrazioni comunali del territorio. È presumibile, quindi, che quanto deliberato dagli allora comuni di Corigliano e Rossano siano solo delle indicazioni date alle varianti del progetto e non il progetto preliminare vero e proprio, come lo abbiamo conosciuto dalle recenti mappe diffuse dalla stessa Anas.

A suffragio di questa ipotesi, che sicuramente trova certezza nelle carte dell’azienda nazionale per le strade, c’è anche un altro dato. Il progetto ML8 Sibari-Mandatoriccio, con passaggio su Corigliano e Rossano, differentemente dal ML9 Mandatoriccio-Crotone, non è mai approdato alla procedura di valutazione di impatto ambientale (VIA), pertanto non ha concluso alcun iter definitivo.

Praticamente non esiste più. Certamente non esiste (e non è mai esistito) il progetto che in tanti (compresi vecchi e attuali amministratori del territorio che hanno approvato atti a riguardo) immaginano.

La storia del Megalotto 8 passo dopo passo raccontata negli atti

Ma andiamo per ordine e ripercorriamo, dalla sua genesi, la storia del Megalotto 8 fino al suo definitivo oblio.

Il primo progetto della nuova Statale 106 fu redatto dal Compartimento Anas di Catanzaro a cavallo tra il 1999 ed il 2000. L’intero progetto compreso tra Amendolara e Reggio Calabria. Il primo lotto (definito Tronco in tipo III a 4 corsie) era quello compreso tra Amendolara e Mandatoriccio per poco più di 80km. Il tracciato proposto transitava a valle, in simili direttrici proposte oggi da Anas per la Sibari-Co-Ro.

Questo primo progetto preliminare fu oggetto di una Conferenza dei Servizi che riunì, insieme al Compartimento ANAS Calabria e al Ministero dei Lavori Pubblici, tutti i sindaci dei territori interessati in una grande fase interlocutoria e di confronto che si tenne a Copanello di Catanzaro Lido. In questa occasione gli amministratori si determinarono chiedendo taluni tracciati a monte e altri a valle, con evidenti indicazioni contrastanti.

E infatti, in concomitanza con la Conferenza dei Servizi gli allora Comuni di Corigliano e Rossano portarono il progetto preliminare all’attenzione delle relative Assemblee civiche. Il Comune di Rossano, il 26 gennaio 2000, si determinò nel chiedere all’Azienda per le strade di rivalutare il progetto per il passaggio a monte, tra lo Scalo e il Centro storico.

Le delibere e le istanze dei comuni vennero recepite e tra il dicembre 2002 ed il marzo 2003 – e queste sono documentazioni agli atti – la direzione generazione di Anas convocò i vari sindaci per avere delle ulteriori indicazioni di varianti o conferme sui tracciati discussi a Copanello. L’ennesimo giro di confronti, insomma, per avere indicazioni e conferme e consentire al Dipartimento centrale di progettazione di creare i diversi stralci della Amendolara-Reggio Calabria e redigere i progetti preliminari.

È così che nacquero i cosiddetti Megalotti che rispondevano, tra l’altro, a quelle che erano le logiche e le esigenze della Legge Obiettivo: quel grande fondo da cui si sarebbero dovuti attingere i finanziamenti per realizzare la strada.

Passano i mesi e il 27 marzo 2003 Anas trasmette al Comune di Rossano il progetto redatto, secondo le indicazioni date dal Consiglio comunale. Dalle carte progettuali si evincono più proposte; due in particolare: una di un passaggio a monte dello Scalo e l’altra che prevedeva il corridoio ferroviario con il passaggio a valle e l’interramento della strada statale 106 e della ferrovia. Ipotesi quest’ultima poi scartata per «evidenti impedimenti idraulici». Si prese in considerazione la «variante dello Scalo». Attenzione a questo passaggio perché è determinante per capire l’impalcato dei ragionamenti che oggi animano la discussione attorno al nuovo tracciato.

A quel progetto non arrivò alcun feedback (almeno per le vie ufficiali) da parte del Comune di Rossano ad Anas. Che a quel punto, trascorso un altro anno (era l’1 luglio 2004) chiede all’allora Amministrazione comunale di determinarsi «entro 30 giorni». È così che arrivò un nuovo Consesso civico (erano le battute finali dell’era Longo e della stagione del centro destra al governo della Città).

Cosa decise l’allora Consiglio comunale di Rossano? Non ci è stato concesso di accedere agli atti ufficiali del Comune ma siamo andati a rispolverare la memoria storica. Abbiamo parlato con due ex consiglieri ed un amministratore municipale di quel tempo che ci hanno confermato che in quella occasione l’Assise civica si determinò definendo la variante di Rossano scalo (quella che passava a monte del centro urbano) «irricevibile» perché il suo tracciato, che prevedeva uno svincolo più a ridosso della città, transitava al di sotto del cimitero cittadino, in un’area costretta a vincolo.

Quindi si chiese ad Anas, in quella sede, di spostare ancora più a monte il tracciato portandolo di fatto a ridosso del centro storico.

Dopo quell’atto dal Comune di Rossano (e si presume anche da quello di Corigliano) non venne prodotto alcun documento ufficiale rispetto alla nuova Statale 106. Successe però, che Anas, recependo quel parere del Consiglio comunale e di altri Comuni del versante ionico, ridisegnò il progetto preliminare del ML8, sulla scorta delle indicazioni del territorio.

Il disegno del nuovo tracciato, con tanto di studi ingegneristici e geologici, fu inviato e approvato dal Consiglio di Amministrazione di Anas, prima di morire definitivamente negli archivi dell’Azienda nazionale per le strade d’Italia, dove da lì non uscì più.

L’attuale polemica sul tracciato è praticamente fondata sul nulla

Quando si parla di Megalotto 8, nonostante oggi continui ad essere un’idea fuori dal tempo e irrealizzabile (non solo per i costi ma anche perché le aree in cui passava un tempo oggi sono densamente urbanizzate), ci sono alcuni punti di riferimento geografici che sono lapalissiani e che mostrano tutte le incongruenze di quello che è l’idea di tracciato nella realtà rispetto all’immaginario collettivo.

Prendiamo ad esempio il passaggio su Rossano. L’immaginario collettivo – dicevamo – si ferma evidentemente alla proposta che Anas fece ai comuni (ed è quella che conoscevamo fino a qualche mese fa) e quindi alla cosiddetta «variante di Rossano» (sottopassaggio cimitero), che se è vero, da un lato, consentiva uno svincolo tra lo scalo ed il centro storico oggi sarebbe del tutto irrealizzabile perché sventrerebbe, letteralmente, aree densamente urbanizzate come Fellino, Pennino, Donnanna, Monachelle, Matassa che fino a 20 anni fa erano campagne.

Ma non è nemmeno questo il problema. Già, perché siffatto tipo di tracciato – che oggi qualcuno vorrebbe -  non esiste più nemmeno nel progetto del Megalotto 8 (che oggi è morto e sepolto negli archivi) in quanto, recepite le istanze del Consiglio comunale, Anas lo spostò ancora più a monte, facendolo transitare - per intenderci - tra le colline della “montagna spaccata” con un passaggio tra cozzo dell’Ovo, Celadi e colle Santa Croce. E, di riflesso, spostando i due svincoli di Rossano, uno in località San Francesco (Petraro) e l’altro in località Trapesimi (Amica).

Può essere mai realizzabile un simile progetto o - ancora peggio - sarebbe attuabile l’idea che vorrebbe far passare una strada a 4 corsie nel bel mezzo dello scalo? È una follia! Ecco perché l’attuale polemica sul tracciato, impostata da chi vorrebbe un passaggio della nuova strada nel diaframma tra Scalo e Centro storico rimane fondata sul nulla. Perché irrealizzabile.

Verrebbe da chiedersi: chi oggi “sponsorizza” il Megalotto 8 conosce realmente l’entità del progetto?  

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.