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Statale 106, Ponti e gallerie solo dove è davvero necessario. Giovannini vara le regole della sostenibilità delle opere

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CORIGLIANO-ROSSANO – Ieri a Roma il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, ha firmato un provvedimento destinato a cambiare irreversibilmente il concetto di “realizzazione delle strade” in Italia… al nord, al centro quanto anche al sud e nella Sibaritide. La finalità del decreto “Linee guida operative per la valutazione degli investimenti in opere pubbliche" del Mims è chiarissima: «Selezionare e valutare le opere pubbliche da finanziare coniugando gli aspetti tecnici con le dimensioni economiche, sociali e ambientali della sostenibilità fissate a livello internazionale».

Insomma, tutto quello che abbiamo detto e scritto nel corso dei mesi scorsi, mettendo in guardia l’opinione pubblica, la politica e le istituzioni che la metodologia di realizzazione delle nuove opere stava cambiando, si è tramutato in una regola che non si può sovvertire.

Per capire meglio bisogna fare dei passi indietro. L’oggetto della discussione nella Sibaritide e a Corigliano-Rossano ovviamente è la realizzazione della nuova statale 106. Partendo, quindi, dall’assunto che con queste nuove regole - oggi diventate un dettame normativo messo nero su bianco e non più un solo un indirizzo politico – progetti come quelli che furono gli ex Megalotti 8 e 9 non sarebbero più realizzabili (in realtà, probabilmente, non lo sarebbe neppure il terzo Megalotto Sibari-Roseto!), bisogna chiedersi in che direzione stiamo andando sul progetto della nuova Sibari-Corigliano-Rossano-Crotone.

A questo punto - alla luce della “norma” - è chiaro che il tracciato presentato da Anas nell’aprile 2021 sembrerebbe quello più congeniale possibile alle nuove regole di valutazione dell’opera. Del resto Anas segue le linee guida del ministero che a sua volta fa le regole del gioco!

Quali sono queste regole?  Il decreto Giovannini descrive molto chiaramente la metodologia da applicare alle opere oggetto di finanziamento che devono rispettare quattro canoni messi in fila, l’uno dietro l’altro, non a caso, per ordine di importanza: economico, il rapporto costo/beneficio è la condizione principale: opere dispendiose che potrebbero essere realizzate con meno dispendio di risorse non verranno nemmeno prese in considerazione (meno ponti e gallerie più passaggi a terra!); ambientale, meno ponti e gallerie non solo perché sono costose ma anche perché creano impatto sull’ecosistema, le strade devono passare lì dove è previsto che passino senza stravolgere il territorio e soprattutto tenendo conto degli equilibri idrogeologici che nel nostro caso sono delicatissimi; sociale, una strada deve essere non solo utile ma anche polivalente lì dove può esserlo, fungere da grande collegamento ma anche da strumento facilitatore della mobilità di prossimità (affinché un domani non si debba costruire un’altra strada parallela per il traffico interurbano); governance, la gestione e manutenzione delle nuove strade non dovrà comportare nel futuro spese folli (si pensi quanto costa manutenere ponti, gallerie, viadotti, sottopassaggi).

Tutto questo non significa che non saranno più realizzati grandi ponti e lunghe gallerie. Il caso della Genova-Milano è emblematico. Ma l’indirizzo dato dal Governo sembrerebbe ragionevole su un punto: le strade passino dove possono passare. Ed è il concetto di fondo che è stato utilizzato per la progettazione del tracciato della Sibari-Co-Ro che, arrivato in fase definitiva bypassando quella preliminare, implicitamente aveva l’ok del Ministero delle Infrastrutture per la sua fattibilità tecnico-economica.

Alla luce di ciò è plausibile – rimanendo con i piedi per terra - che poco o nulla potrà scostarsi da quel progetto. E comunque tutte le proposte migliorative del tracciato non potranno che essere valutate se non nel solco dell’idea di un corridoio ferroviario economicamente vantaggioso, che attraversa la pianura, che va a servizio degli attrattori economici/commerciali, dei servizi e della mobilità del territorio; facile nella manutenzione.

E al momento di proposte migliorative al vaglio di Anas ce n’è una molto importante, avanzata dal sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, sulla quale i tecnici in questi mesi stanno lavorando. Al netto di un passaggio interamente in viadotto per oltrepassare il centro urbano di Corigliano, c’è il nodo Rossano. Qui non si vuole che la strada passi molto a ridosso della costa (ad ogni modo il punto del tracciato già proposto più vicino al mare disterebbe 600 metri in linea d’aria dall’acqua). Stasi, quindi, avrebbe espresso la volontà che la strada nel tratto rossanese passi praticamente sotto la linea ferroviaria, all’interno di un tunnel lungo poco più di 1500 metri che nel suo tragitto dovrebbe oltrepassare da sotto anche il torrente Citrea. «Abbiamo proposto – questo il commento del Sindaco con una nota ironica e anche un po' amara – un’opera complementare fattibile in un qualsiasi luogo dell’occidente. Siccome Corigliano-Rossano si trova in Occidente crediamo che si possa fare».

Adesso bisogna solo capire se la proposta di Stasi sta nelle ultime e rigide direttive del Ministero.  

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.