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Sibari-Co-Ro, fumata bianca: raggiunto compromesso Anas-Regione-Stasi

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CORIGLIANO-ROSSANO – Sembra essere giornata di “buone nuove” per Corigliano-Rossano e la Sibaritide. Dopo la conferma certa e perentoria da parte dell’assessore regionale al Turismo, Fausto Orsomarso, dell’istituzione di una nuova coppia di treni Blues sulla linea jonica a partire dall’1 gennaio 2023 e l’annuncio del grande evento di Capodanno sulle rive della terza città della Calabria (ne abbiamo parlato qui), arriva un’altra attesa notizia che trova conferme nei sorrisi sornioni del sindaco Flavio Stasi e nelle espressioni di soddisfazione dei consiglieri regionali del territorio: c’è un accordo Anas-Regione-Comune di Co-Ro sul tracciato della nuova Statale 106 Sibari-Coserie.

Si tratta di un vero e proprio compromesso che accontenterebbe, da un lato, le esigenze del Governo (e quindi di Anas) che vuole realizzare una strada moderna e sicura con la giusta sostenibilità economica e ambientale e, dall’altra, le pretese del sindaco Stasi e dell’Amministrazione comunale che non vuole, in alcun modo, che il passaggio della nuova strada comprometta lo sviluppo economico-turistico e anche urbanistico della città nel territorio a valle. Proprio lì dove sorgerà la nuova infrastruttura. In mezzo la Regione Calabria e soprattutto il Governatore Occhiuto che, con la collaborazione dell’assessore alle Infrastrutture Mauro Dolce e il continuo pressing dei consiglieri regionali del territorio, ha saputo mettere in campo tutte le giuste e convincenti azioni di mediazione.

Cosa preveda l’accordo raggiunto è avvolto dal massimo riserbo ma dalle parole “strappate” al sindaco Stasi possiamo provare ad immaginare di cosa si tratti.

Innanzitutto sembra tramontare, quasi definitivamente, l’ipotesi di una strada a 4 corsie che attraversi la terza città della Calabria nel diaframma compreso tra gli scali di Corigliano e Rossano e i due rispettivi centri storici.

L’ipotesi del corridoio ferroviario con un bypass in pianura, infatti, rimane l’idea più vantaggiosa e utile per tutti. Con i dovuti accorgimenti. Appunto quelli chiesti, anzi, pretesi da Stasi. «Non mi entusiasma molto la discussione su dove debba passare la nuova strada – aveva detto il primo cittadino di Co-Ro qualche settimana fa – quello che mi preoccupa, invece, è che un nuovo tracciato possa secare a metà aree della città compromettendone il loro sviluppo». Ed è su questo che, oggi, sembra esserci unità d’intenti.

Insomma, Stasi non si sarebbe impuntato su quello che era il tracciato del vecchio megalotto 8, anche perché a vederla bene e come avevamo più volte evidenziato sulle colonne dell’Eco (ne abbiamo parlato qui), quella proposta allontanava di molto gli svincoli dai centri urbani di fatto isolandoli. Piuttosto non vuole una infrastruttura impattante.

Ad esempio quel “curvone” di contrada Frasso-Amarelli che appare nella prima proposta di tracciato a parere del sindaco sarebbe stato troppo vicino al mare e troppo compromettente per l’economia turistica. Per superare questo veto del sindaco, quindi, ci sarebbero due soluzioni. La prima, che la nuova strada, “staccandosi” dai binari della ionica all’altezza del carcere di Ciminata salga per contrada Pennino e in circonvallazione oltrepassi lo scalo a monte del cimitero e di contrada Matassa e lungo la valle del Celadi si ricongiunga nuovamente alla ferrovia in località Olivero Longo. Una soluzione progettuale composta da una serie lunghissima di viadotti e gallerie e forse non proprio sostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico e che oltretutto porrebbe gli svincoli di accesso a Rossano distanti dai centri abitati. La seconda, invece, è quella del tunnel (simile a quello che attraversa il centro urbano di Scanzano Jonico) con imbocco all’incirca nei pressi dell’Hotel San Luca e sbocco in prossimità della fabbrica di liquirizia Amarelli. Una ipotesi già paventata e tracciata da Anas ma scartata per via di alcuni ostacoli di tipo strutturale ed economico che, però, oggi sembrerebbero superabili e che eleverebbero questa soluzione alla più plausibile possibile per superare un’impasse durata 9 mesi.

Poi c’è il nodo dell’attraversamento dello scalo di Corigliano dove la soluzione sembrerebbe costretta non solo dai vincoli idrogeologici esistenti ma anche dall’utilità della nuova strada che acquisisce un valore solo se si pone a servizio dei principali asset territoriali: il nuovo ospedale, il porto e l’area industriale. Sul passaggio a valle di Corigliano scalo non ci sarebbero preclusioni di sorta ma anche in questo caso il sindaco Stasi ha chiesto che la strada non crei dighe o muri divisori sul territorio.

Quale soluzione allora? Fare sì che l’intera circonvallazione di Corigliano scalo venga realizzata in viadotto dall’innesto con lo svincolo per il Porto (che dovrebbe sorgere in località Torre di Mezzo) e fino al ricongiungimento con la linea ferroviaria sul Coriglianeto. E su questa ipotesi aveva lavorato Anas chiudendo un compromesso già in sede di conferenza dei servizi preliminare.

Insomma, la quadra sarebbe stata trovata. Ora bisognerà capire, innanzitutto, quanto tempo ci vorrà per chiudere il progetto (che comprenda ovviamente le varianti proposte all’interno di questo compromesso) e soprattutto se l’intenzione di tutti gli attori in campo, ma principalmente del Governo e della Regione, è quella di procedere, appunto, verso la programmazione definitiva dell’opera (possibile grazie ai poteri commissariali di cui si avvale l’opera) oppure quella riavvolgere il nastro e ripartire dal Piano di fattibilità tecnico-economica.

Ovviamente, sfruttare i poteri commissariali, in questo caso, sarebbe opportuno per chiudere prima possibile il progetto e aprire, così, la fase del finanziamento.

Trovare tutti i soldi per realizzare l’opera in questa fase non è assolutamente difficile. Ma questa è una congiuntura possibile solo se il progetto definitivo dovesse essere chiuso in tempi brevissimi e comunque prima della prossima legge di bilancio dello Stato. E questa sarà la prossima e definitiva battaglia.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.