La ferrovia jonica «non riaprirà» il 19 gennaio: ci vorrà giugno... forse!
Pendolari jonici sul piede di guerra: «Per quattro mesi negato inutilmente il diritto alla mobilità». I ritardi? Alcuni sostengono che ci sia stato un ritardo nella progettazione, altri - invece - che i soldi del PNRR siano stati cancellati... e questo OpenPolis lo aveva detto!
CORIGLIANO-ROSSANO – Slitta a data da definirsi e comunque non prima del prossimo mese di giugno la riapertura della linea ferroviaria jonica compresa tra Sibari e Crotone. La notizia era nell’aria da qualche giorno ma oggi l'indiscrezione pare sia stata confermata direttamente dagli uffici del Dipartimento Infrastrutture e Trasporti della Regione Calabria che, rispondendo ad una specifica richiesta dell’Associazione dei Pendolari Jonici (APJ), avrebbe dato per certa la proroga dei tempi di riapertura della tratta. Del resto – e questo è un dato facilmente riscontrabile da chiunque – di lavori effettivi lungo i circa 100 km di binario che dividono Sibari da Crotone, dallo scorso 16 settembre (giorno in cui venne sospeso il servizio ferroviario), non se ne sono visti.
«Stamani ho contattato la Regione che ha confermato che sulla Sibari-Crotone i lavori non sono proprio iniziati, in quanto in concomitanza è stata chiusa un’altra tratta dove i lavori sono iniziati prima ed a discapito della linea jonica che comunque è rimasta inutilmente chiusa per 4 mesi». È quanto ci ha riferito la dottoressa Luciana Errico, delegata di APJ.
La notizia che il prossimo 19 gennaio possa non essere il giorno X per rivedere i treni viaggiare lungo la tratta orientale della Calabria, ad oggi, però, non viene confermata (ma nemmeno smentita) dalla Struttura di RFI Calabria. Saranno decisive le prossime ore per capire cosa stia accadendo e quanto ancora i pendolari dovranno attendere per poter tornare a viaggiare sui treni.
Insomma, un clima di incertezza bello e buono «a tutto discapito – denuncia Errico - di viaggiatori e pendolari che si sono visti negare in questi mesi il diritto alla mobilità senza un reale motivo».
Un diritto negato, dicono, perché anche i servizi bus sostitutivi non li prende quasi nessuno dal momento che non garantiscono in nessun modo le performance orarie e di comfort dei treni (nemmeno rispetto alle care, vecchie Littorine!). «Una situazione non bella quella che vivono i pendolari di questa tratta e che non si sa quando sia destinata a terminare!»
Al netto delle giuste e condivisibili posizioni dei pendolari, c’è da chiedersi perché in quattro mesi sulla linea jonica, a parte il transito di qualche convoglio che trasportava materiali, non si sia praticamente svolto nessun lavoro. Le domande sono tante e le risposte poche.
Partiamo dal fatto che quelli in corso non sono solo semplici lavori di manutenzione della linea. Tutt’altro. Il progetto, dal valore di 60 milioni di euro finanziati per oltre la metà con fondi PNRR, servirà all’installazione del sistema ERTMS(European Rail Traffic Management System). Si tratta di un sistema di controllo del traffico ferroviario progettato per migliorare la sicurezza e l'efficienza delle ferrovie. Sostituisce i diversi sistemi nazionali con un sistema unico, permettendo ai treni di essere più veloci e di viaggiare con una frequenza maggiore; questo tramite comunicazioni digitali costanti tra la linea ferroviaria e il treno. In sostanza si sarebbe dovuto fare uno scavo in mezzo ai binari, lungo i 100 km di tratta (e poi proseguendo fino a Catanzaro-Lamezia), posando al suo interno una serie di cavi e di apparecchiature digitali di comunicazione. Inoltre, sempre attraverso questo progetto, si sarebbero dovuti sostituire alcuni viadotti ferroviario con l’installazione di nuovi travetti. Da quanto ci risulta né una e nell’altra opera ha avuto inizio.
C’è da precisare, inoltre, che questi lavori non hanno nulla a che fare con i lavori di elettrificazione della linea che appartengono – come avevamo già chiarito in un precedente articolo – ad un altro progetto.
A cosa è dovuto, allora, questo ritardo? Alcuni sostengono che ci siano stati rallentamenti di progettazione e che ora sarebbe tutto pronto per mettere a terra i diversi lavori. Altri, invece, hanno evidenziato un altro dubbio amletico: una parte dei soldi per questi lavori non ci sarebbero più. E di questo ne avevamo parlato nelle settimane scorse, quando – riprendendo i dati pubblicati da OpenPolis sul definanziamento di alcune opere strategiche dal capitolo del PNRR – evidenziavamo come in questo elenco di opere defalcate ci fossero pure l’ammodernamento tecnologico della jonica (e il sistema ERTMS lo è) e la realizzazione dei sottopassi ferroviari. In realtà non venivano offerti ulteriori dettagli se non quelli che questi interventi risultavano espunti dal sistema Regis (monitoraggio dei fondi europei).
Praticamente si brancola nel buio in attesa che la Regione Calabria e, a questo punto, anche il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, oltre ovviamente, a Rete Ferroviaria Italiana, chiariscano meglio cosa stia accadendo!