Federalismo differenziato? I calabresi potrebbero non pagare le bollette dell'elettricità. Ecco perché
Secondo il report stilato da Terna Rete Elettrica Nazionale S.p.A. (società operatrice delle reti di trasmissione dell'energia elettrica) la Calabria ha un esubero di produzione del +138,5%

CORIGLIANO-ROSSANO – La Calabria vanta un primato importante in tema di produzione energetica. Secondo il report stilato da Terna Rete Elettrica Nazionale S.p.A. - società operatrice delle reti di trasmissione dell'energia elettrica - relativo al 2022, la nostra regione produce il 138,5% in più di energia rispetto a quanta ne consuma. A vantare superi della produzione solo sette regioni. Al secondo posto troviamo la Valle d'Aosta con +120,9% e poi la Puglia con +84,7%, il Molise con +69,1%, la Sardegna con +39,2%, la Basilicata con +30,0% e il Trentino Alto Adige con +13,8%. Insomma, tutti i cittadini, imprese e utenze della nostra regione, potrebbero rivendicare - a ragion veduta - il diritto ad un bonus energetico, una royalty, uno sconto pari al 100% nelle bollette dell'energia elettrica. Potrebbe essere un incentivo immenso, proprio come avviene oggi in Basilicata dove i cittadini non pagano la bolletta del Gas perché la regione produce Metano oltre la propria soglia di approvvigionamento.
Ciò potrebbe realizzarsi tramite politiche che traghettino la regione verso un nuovo modello di produzione e consumo che preveda, ad esempio, la costituzione di comunità energetiche rinnovabili.
Non più energia prodotta e messa in rete per essere ricomprata a costi di mercato (spesso altissimi) ma produzione e consumo diretto sul territorio. D'altra parte, è quello che mesi fa aveva chiesto lo stesso Presidente della Calabria, Roberto Occhiuto, commentando provocatoriamente questo dato: «Ma perché il tema dell’autonomia differenziata e delle risorse prodotte nelle Regioni non deve valere pure per l’energia? In Calabria produciamo il 42% di energia da fonti rinnovabili. Se aggiungiamo anche l’idroelettrico e altre fonti non fossili, abbiamo una produzione di energia superiore al consumo dei calabresi. La Lombardia produce il 13% di energia da fonti rinnovabili. Allora, vogliamo farlo il federalismo differenziato? Facciamolo anche sull’energia, stabiliamo che se una Regione ha investito sulle rinnovabili è giusto che i cittadini e le imprese ne abbiano vantaggio».
Non vogliamo certamente che la strada da intraprendere preveda l’autonomia differenziata ma accettiamo di buon grado la provocazione, soprattutto se l’obiettivo resta l’indipendenza energetica tramite fonti rinnovabili con la conseguente lotta alla povertà energetica. Il punto, infatti, risiede proprio nella natura di questa sovraproduzione energetica che deve mirare ad essere di provenienza esclusivamente rinnovabile.
Il portale CalabriaEnergia, ad esempio, spiega che il 37% delle risorse del Recovery and Resilience Facility (parte del più ampio strumento del Pnrr) è dedicato alla transizione ecologica con l’obiettivo di ridurre le emissioni inquinanti, contrastare il dissesto del territorio, efficientare il sistema produttivo con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita e la sicurezza ambientale, in altri termini creare le condizioni reali per tendere ad uno Sviluppo Sostenibile.
La Calabria pertanto, adottando politiche green che abbraccino il tema della transizione ecologica, potrebbe produrre, vendere e fare cassa (per poi rinvestire in sanità e servizi, ad esempio) grazie alla mole di energia elettrica prodotta in esubero, lavorando contestualmente sull’aumento delle percentuali di produzione da energie rinnovabili (eolico, fotovoltaico, idroelettrico).