La polveriera della Sila Greca arriva sui tavoli della Procura della Repubblica
L'inchiesta dell'Eco dello Jonio sulla condizione disastrosa del sottobosco e delle strade montane è diventata un esposto presentato da alcuni cittadini. Nel frattempo le condizioni rimangono inalterate e pericolose

CORIGLIANO-ROSSANO – La condizione disastrosa in cui versano i boschi della Sila Greca e le strade provinciali di accesso alla montagna, cui ecodellojonio.it ha dedicato un'inchiesta giornalistica, sono diventate un esposto che alcuni cittadini attivi e consapevoli hanno presentato ieri, lunedì 30 giugno, alla Procura della Repubblica di Castrovillari.
Nella segnalazione, inviata per conoscenza anche al Comune di Corigliano-Rossano, alla Provincia di Cosenza, alla Regione Calabria, al Comando provinciale dei Carabinieri del nucleo forestale e al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco, si chiede di verificare «la reale portata di quanto descritto negli articoli (peraltro corredati di molte foto) e se dalla situazione di degrado rappresentata è possibile che emergano ipotesi di responsabilità penale a causa di azioni, omissioni o mancata vigilanza da parte degli organi istituzionali preposti».
Le condizioni del sottobosco, ad oggi, rimangono allarmanti. Così come quella delle strade, e nonostante le segnalazioni pubbliche nulla è stato mosso dagli enti preposti per cercare non tanto di ripulire (sarebbe impossibile farlo in poco tempo) ma quantomeno di creare e ricreare le linee tagliafuoco per evitare che un potenziale incendio estivo - di quelli che in quelle aree si verificano praticamente a cadenza annuale - possa trovare un combustibile incredibile e creare devastazione.
Ad oggi, è doveroso ricordare, c'è una potenziale "linea di fuoco" che, partendo da Monte Paleparto, scende lungo tutto il versante orientale della Sila fino alle propaggini costiere: ininterrotta. In mezzo ci sono zone di altissimo pregio naturalistico, dalla riserva del Rinacchio a quella preziosissima dei castagni Giganti di Cozzo del Pesco, e di carattere storico-culturale: in mezzo a quei boschi, infatti, sorge il complesso monumentale dell'Abbazia del Patire.
Il sottobosco è pieno di frascame, di sfalci e soprattutto di alberi abbattuti dalla neve dell'inverno scorso e che nessuno ha ripulito. È tutto secco e facilmente infiammabile. È un pericolo a cui nessuno fino ad ora è riuscito a porre rimedio.