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Viaggio sul Terzo Megalotto: un cantiere tra eccellenze e competenza | VIDEO

7 minuti di lettura

VILLAPIANA - La Calabria jonica, da sempre prigioniera di una viabilità da "Terzo Mondo" e di promesse politiche mai mantenute, sta finalmente assistendo a una svolta che si spera sia epocale, incisiva e risolutiva della grande questione mobilità.

Al centro di questo cambiamento, non v’è dubbio alcuno, c'è il Terzo Megalotto della Statale 106 (tratto Sibari-Roseto Capo Spulico), un'opera strategica per ricongiungere l’anello Adriatico-Jonico-Tirrenico e con esso mezza economia del Paese che si sviluppa a sud dell’asse geografico Piana del Sele e Metapontino.

È un’opera che procede a ritmo serrato, con una percentuale di avanzamento complessivo che si attesta intorno al 75%. Questo progresso è frutto non solo di una rinnovata attenzione (finalmente!) dello Stato verso un'area troppo a lungo dimenticata, ma anche e soprattutto dell'impegno instancabile del gruppo di manager  che guidano i vertici di Anas Calabria.

In quasi sei anni di lavoro, la dirigenza territoriale dell’Azienda nazionale autonoma delle Strade statali ha mostrato un'attenzione senza precedenti per il territorio. Per la prima volta, un management sempre presente, non chiuso negli studi blindati ma costantemente sul campo, in cantiere, tra i lavoratori, ha saputo affrontare con pragmatismo e dedizione le sfide di un'infrastruttura vitale.

Diciamolo subito, a scanso di equivoci, i drammatici problemi della Statale 106, purtroppo nota per seminare panico e morte in ogni suo metro non ammodernato, non sono certo addebitabili a questa dirigenza regionale. Sarebbe ingeneroso, sarebbe irrispettoso della verità e sarebbe una becera speculazione imputare a loro le colpe di decenni di immobilismo, di politiche fatte di promesse irrealizzate e irrealizzabili e di un'inconsapevolezza locale che ha sempre rincorso opere "spaziali" anziché soluzioni reali e sostenibili.

Oggi, le cose stanno cambiando, perché lo Stato, in primis, si è accorto che una strada così è una vergogna per il Paese, e ad Anas spetta l'onere e l'onore di lavorare nel solco di soluzioni concrete e realizzabili.

L'intervista esclusiva a Eco dello Jonio, rilasciata dall'Ing. Francesco Caporaso (Responsabile della Struttura Territoriale nonché Commissario straordinario per l’Ammodernamento della Statale 106) e dall'Ing. Silvio Canalella (Responsabile Nuove Opere) nell'ambito del nostro monitoraggio civico sui cantieri del Terzo Megalotto, offre un quadro dettagliato dello stato dell'arte, delle sfide superate e delle prospettive future per la regione, soprattutto per il nord-est

Lo Stato dell'Arte del Terzo Megalotto: Apertura Parziale Entro l'Anno

«I lavori del Terzo Megalotto sono ormai in avanzato stato di realizzazione», ha dichiarato l'Ing. Francesco Caporaso. Nello specifico, il tratto di 18 km compreso tra lo svincolo di Sibari e quello di Trebisacce, il Lotto della Piana, vede la quasi totalità delle opere principali e secondarie completate. Anas sta lavorando alacremente per rendere fruibile questa prima tratta entro la fine del 2025, anticipando di fatto l'apertura parziale dell'opera e consentendo al territorio di beneficiare anzitempo di quasi il 50% del tracciato.

Per quanto riguarda l'ulteriore tratta, tra Trebisacce e Roseto Capo Spulico, sono in corso scavi avanzati della galleria Trebisacce, la costruzione delle 14 gallerie artificiali e il varo degli impalcati dei grandi viadotti. Sebbene il completamento delle opere civili sia previsto entro la scadenza contrattuale di agosto 2026, la messa in esercizio complessiva dipenderà dal completamento degli impianti tecnologici nelle gallerie, la cui ultimazione è stimata per dicembre 2027 dal momento che gli stessi, a quanto pare, non erano stati previsti nella originaria gara d’appalto e poi integrati proprio grazie alla risolutezza di Anas.

Impatto Strategico e Benefici per il Territorio

L'opera – ha sottolineato ancora il massimo dirigente territoriale di Anas - riveste una «elevatissima rilevanza strategica nel piano trasportistico complessivo della Regione Calabria». Una volta completato, il tratto autostradale collegherà l'Autostrada A2 del Mediterraneo con la SS106 già ammodernata a 4 corsie tra Roseto Capo Spulico e Taranto, creando un'arteria moderna a quattro corsie che faciliterà il collegamento tra la costa tirrenica e quella adriatica.

Questo, secondo l'Ing. Caporaso, renderà «economicamente più appetibile la parte nord del territorio calabrese», favorendo lo sviluppo turistico locale e valorizzando le attività commerciali, artigianali e industriali. L'apertura della tratta della piana di Sibari, attesa entro l'anno, contribuirà inoltre a «alleggerire e scaricare di traffico l’attuale SS106, gravata, negli ultimi anni, da un elevato tasso di incidentalità», con un beneficio immediato sulla sicurezza stradale.

Sfide e soluzioni: dagli ulivi alle gallerie

La realizzazione dell'opera ha comportato diverse sfide, alcune delle quali specifiche del contesto calabrese. Una delle problematiche maggiori è stata l'applicazione della legge regionale sullo spostamento di circa 22.000 ulivi. L'obbligo di spostare tutte le piante, indipendentemente dall'età o dal pregio, ha richiesto al Contraente Generale l'adozione di «diverse soluzioni tecniche ed operative per garantirne lo spostamento», dalla salvaguardia provvisoria all'individuazione di siti di reimpianto definitivi in collaborazione con enti pubblici locali.

Mentre le procedure espropriative e lo spostamento di interferenze sono avvenuti senza particolari criticità, l'eccezione è stata rappresentata dal Consorzio di Bonifica dello Jonio Cosentino, la cui messa in liquidazione ha causato ritardi nello spostamento delle condotte interferenti, ora gestito direttamente da Anas.

L’entusiasmo e la consapevolezza di essere artefici di una grande opera

Nessuno si ricorda o sa chi siano stati le maestranze, i tecnici, gli ingegneri del tempo che realizzarono le Piramidi o la Grande Muraglia Cinese; nessuno conosce i nomi della classe operaia che issò la Tour Eiffel o che realizzò il Ponte di Brooklin. Tutti però conoscono quelle opere, quei monumenti che nascono dall’ingegno e dal sacrificio. Sarà così anche per il terzo megalotto dove a lavoro ci sono, ogni giorno, più di mille tra operai, maestranze specializzate, tecnici, ingegneri, architetti e tante altre figure.

Lavorano come le formiche per mettere insieme questo puzzle e a coordinarle sul posto ci sono due persone: da una parte il vulcanico l’Ing. Salvatore Lieto, amministratore unico di Sirjio Webuild SS106 jonica contraente generale dell’opera, mantovano di origine ma orami calabrese nel DNA (eletto dai nostri lettori personalità influente 2024 a testimonianza del mastodontico lavoro che sta portando avanti); dall’altra c’è l’Ing. Biagio Marra, direttore dei lavori, che su quei cantieri ci sta tutti i giorni con la l’entusiamo e la consapevolezza di essere tra gli artefici di una grande opera.

C’è, poi, tutto il lavoro di coordinamento che nasce dagli uffici e finisce nei cantieri, dai mocassini agli scarponi da lavoro, un passaggio cruciale, fondamentale, affinché il malloppo infinito di burocrazia si trasformi in fatti concreti, in opere imponenti. E a coordinare questo lavoro c’è l’Ing. Silvio Canalella, Responsabile Nuove Opere di Anas Calabria, tra quei dirigenti che hanno saputo fare del loro lavoro un ottimo strumento di comunicazione.

Innovazione e sicurezza: la parola all'Ing. Canalella

Con l'Ing. Canalella siamo andanti alla “ciccia” del Terzo Megalotto, alle tecnologie costruttive e alle soluzioni ingegneristiche innovative utilizzate sui cantieri del Terzo Megalotto. Già, perché, la Sibari-Roseto non è un cantiere stradale, è – oggi – il cantiere stradale per eccellenza. Al Sud e in Italia. E di esempi che gli danno i tratti dell’eccellenza ce ne sono tanti. Uno, significativo, è la «prefabbricazione spinta» degli elementi delle gallerie artificiali e degli impalcati dei viadotti in stabilimento. Questa scelta, adottata anche per far fronte alle limitazioni della pandemia COVID-19, ha permesso di ridurre i contatti in cantiere e di mitigare gli aumenti eccezionali dei costi delle materie prime. L'utilizzo di acciaio corten per gli elementi strutturali dei viadotti ha inoltre garantito «un ridotto impatto paesaggistico» e «ridottissimi costi manutentivi futuri».

La sicurezza dei lavoratori è stata una priorità assoluta. L'Ing. Canalella ha sottolineato il costante monitoraggio delle attività e l'attuazione scrupolosa del Piano di Sicurezza e Coordinamento. Particolari misure sono state adottate per lo scavo delle gallerie naturali, con sistemi di rilevamento gas, mezzi antideflagranti e dispositivi di allarme personali. La piattaforma digitalizzata CAVIS (Cantiere Virtuale della Sicurezza), inoltre, facilita il controllo da parte degli organi esterni rendendolo un cantiere non solo altamente controllato ma anche “trasparente”.

Dal punto di vista tecnico, le maggiori sfide hanno riguardato lo scavo della galleria Trebisacce (circa 4 km) e la realizzazione di viadotti imponenti, come l’Avena con altezze superiori ai 70 metri. La complessa geologia del territorio ha richiesto, poi, tecniche avanzate di consolidamento per le gallerie e fondazioni profonde per i viadotti.

Sul fronte ambientale, un aspetto notevole è il Piano di Utilizzo Terre (PUT), che garantisce un «cantiere a bilancio chiuso», con 13 milioni di metri cubi di materiale proveniente dagli scavi interamente riutilizzati. L'attività di archeologia preventiva, con oltre 230 trincee archeologiche, ha accompagnato costantemente i lavori sotto il controllo della Soprintendenza.

Il coordinamento tra Anas e gli enti territoriali (Comuni, Provincia, Regione, Prefettura, Forze dell'Ordine), inoltre, è stato definito «strettissimo» e «proattivo», garantendo la fluidità dei lavori e il rispetto della legalità, con un plauso particolare alla Prefettura di Cosenza e alle Forze dell'Ordine per la loro attività ispettiva.

Prospettive future per la rete stradale jonica

Al di là del Terzo Megalotto, Anas è impegnata in una più ampia programmazione infrastrutturale per la dorsale jonica calabrese. Il nuovo Contratto di Programma Anas – MIT 2021-2025 prevede, infatti, l'ammodernamento in variante della tratta Catanzaro-Sibari (150 km aggiuntivi ai 38 km del Terzo Megalotto), suddivisa in tre tratte funzionali: Catanzaro-Crotone (circa 50 km): 6 lotti funzionali già aggiudicati per un investimento di circa 2,6 miliardi di euro. L'avvio dei lavori è previsto entro la fine del 2026. Crotone-Rossano (circa 70 km): Progetto di Fattibilità Tecnico Economica completato. Attualmente senza finanziamento, ma si punta a completare la valutazione di impatto ambientale entro fine anno. Rossano-Sibari (circa 30 km): 2 lotti funzionali per circa 1,3 miliardi di euro. Le procedure di affidamento sono in corso e si prevede l'avvio dei lavori entro il primo trimestre del 2027.

Infine, per la tratta Catanzaro-Reggio Calabria (circa 175 km), con un investimento stimato di 12 miliardi di euro, il MIT ha finanziato il Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali (DOCFAP) per individuare le migliori ipotesi di tracciato.

L'impegno di Anas, della Regione Calabria, del Ministero delle Infrastrutture e del Commissario Straordinario verso la SS106 è «massimo», ponendo le basi per una «nuova ed estesa programmazione infrastrutturale – ha concluso Canalella - di tutta la dorsale ionica del territorio regionale».

 

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.