Enel, riparte la demolizione delle ciminiere. Intanto la holding apre a cessione aree, lungomare e nuovi investimenti
In Comune il confronto tra Amministrazione, Enel e organizzazioni sindacali. Al centro del tavolo resta l’emergenza occupazionale dell’indotto
CORIGLIANO-ROSSANO - Le prime novità, attese da mesi, sono finalmente arrivate. Dopo mesi di limbo, la demolizione delle ciminiere della centrale di Sant’Irene riprenderà, Enel è disponibile a cedere le aree necessarie per la realizzazione del lungomare e apre, seppur con prudenza, alla possibilità di nuovi investimenti produttivi sul sito. È questo l’esito principale dell’incontro che si è tenuto questa mattina a Palazzo di Città tra Amministrazione comunale di Corigliano-Rossano, vertici Enel e organizzazioni sindacali, convocato su richiesta del sindaco Flavio Stasi all’indomani della protesta dei lavoratori dell’indotto.
Un tavolo definito interlocutorio, ma che per la prima volta dopo settimane di silenzi e incertezze ha rimesso in moto un confronto strutturato su un’area strategica per il futuro della città.
Demolizioni: chiarito lo stop, lavori fino al 2026
Il primo nodo sciolto riguarda le ciminiere. Enel ha spiegato che il blocco dei lavori è stato causato dal rinvenimento, all’avvio del cantiere, di un sottile strato di amianto all’interno delle torri, non previsto nella documentazione progettuale. Una criticità che l’azienda afferma di aver affrontato e superato: la demolizione della prima ciminiera proseguirà con la bonifica interna fino all’autunno 2026, per poi passare allo smantellamento vero e proprio dall’alto verso il basso.
Un chiarimento atteso, soprattutto dopo settimane in cui il cantiere appariva fermo e senza spiegazioni ufficiali.
Lungomare e aree pubbliche: Enel disponibile
Altro passaggio chiave emerso dal confronto è la disponibilità formale di Enel a cedere – o mettere in concessione – le aree necessarie per realizzare il tratto di lungomare antistante la centrale, contribuendo anche alla progettazione dell’opera. Un’apertura che sblocca uno dei punti centrali della visione dell’Amministrazione Stasi: restituire alla città un’area di pregio oggi separata dal mare e integrarla in un nuovo disegno urbanistico.
Non solo. L’azienda energetica si è detta disponibile a valutare anche la cessione di spazi strategici, dalla Sala Macchine ai vecchi impianti sportivi, ipotesi che potrebbe aprire scenari di rigenerazione pubblica e culturale di grande valore.
Occupazione e futuro produttivo: il nodo più delicato
Resta però il tema più urgente e drammatico: quello occupazionale. Il progressivo svuotamento dell’indotto, aggravato dalla rinuncia al progetto Idrogeno, ha prodotto una vera emergenza sociale. Su questo punto il sindaco ha ribadito con forza che qualsiasi investimento energetico sostenibile dovrà garantire risposte occupazionali adeguate e inserirsi in un rilancio complessivo dell’area.
Enel, dal canto suo, ha aperto alla valutazione di nuovi investimenti produttivi, dichiarando come priorità che eventuali interventi energetici si realizzino nelle aree di proprietà dell’azienda, a partire proprio da Sant’Irene. Un’apertura che, seppur ancora tutta da costruire, rappresenta un cambio di passo rispetto ai mesi scorsi.
Proprio alla luce degli elementi emersi, su richiesta del sindaco Stasi è stata fissata una nuova riunione di aggiornamento per la fine di gennaio, con l’obiettivo di trasformare le aperture di oggi in impegni concreti.
«È stato un incontro interlocutorio ma utile – ha dichiarato il primo cittadino – nel quale sono finalmente emersi elementi chiari, a partire dal percorso di demolizione delle ciminiere e dalla disponibilità a consentire la realizzazione del lungomare. Ma l’aspetto più delicato resta quello occupazionale: non possiamo permetterci nuove emergenze sociali».
Un confronto che riparte, dunque, con qualche certezza in più e molte partite ancora aperte. Sant’Irene resta un banco di prova decisivo: per il lavoro, per l’ambiente e per il futuro urbanistico di Corigliano-Rossano.