Corigliano-Rossano, blitz contro lavoro nero e caporalato: sospese quattro aziende agricole
Ventitré i lavoratori irregolari. L’operazione rientra in un più ampio programma di tutela dei lavoratori, che prevede anche sportelli multilingue e campagne informative, con particolare attenzione ai cittadini stranieri impiegati in agricoltura
CORIGLIANO-ROSSANO - Un’operazione di controllo mirata al contrasto del caporalato e del lavoro nero in agricoltura è stata condotta nei giorni scorsi nel territorio di Corigliano-Rossano e dell’area della Sibaritide. Il blitz, effettuato dai funzionari dell’Ispettorato territoriale del lavoro di Cosenza nell’ambito del progetto A.L.T. Caporalato T.R.E., con il supporto dei Carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro e dei mediatori culturali dell’Oim, ha portato alla sospensione di quattro attività agricole e alla scoperta di 23 lavoratori irregolari.
Nel corso delle ispezioni sono state controllate otto aziende impegnate soprattutto nella raccolta di agrumi e ortaggi. Su 86 lavoratori verificati, 23 – tutti cittadini extracomunitari – sono risultati impiegati completamente in nero e privi di permesso di soggiorno. Accertate anche violazioni del contratto nazionale, irregolarità sugli orari di lavoro e gravi carenze in materia di sicurezza.
A seguito degli accertamenti, i titolari delle attività sospese sono stati sanzionati con 2.500 euro ciascuno, oltre a una maxi-sanzione di 3.900 euro per ogni lavoratore irregolare. L’importo complessivo delle sanzioni amministrative ammonta a 89.700 euro, a cui si aggiungono circa 40mila euro di ammende per violazioni sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
L’operazione rientra in un più ampio programma di tutela dei lavoratori, che prevede anche sportelli multilingue e campagne informative, con particolare attenzione ai cittadini stranieri impiegati in agricoltura. Nei giorni scorsi, inoltre, un’ulteriore operazione dei Carabinieri aveva portato al sequestro di un immobile a Corigliano-Rossano, utilizzato come alloggio precario per braccianti stranieri privi di permesso di soggiorno, costretti a vivere in condizioni degradanti e senza servizi essenziali.