Sibaritide, postazioni 118 sempre più in emergenza: si opera con pochissimi medici
La postazione di Corigliano è rimasta con soli 3 medici, quella di Cassano addirittura con due. Molto spesso le ambulanze escono in soccorso solo con gli infermieri
CORIGLIANO-ROSSANO - È una situazione sempre più critica e imbarazzante quella che si registra, ormai da tempo, nelle postazioni del 118 della Sibaritide. Nei giorni scorsi avevamo denunciato la condizione di lavoro estenuante e senza tutela contrattuale dei medici del servizio di emergenza urgenza dell'Asp di Cosenza (leggi anche «Ci facciamo il mazzo, rischiamo la vita e siamo precari da sempre». La storia al limite dei medici del 118 dell’Asp di Cosenza).
Condizione, però, che si aggrava giorno dopo giorno. Anche perché professionisti che rischiano la vita e non hanno alcuna salvaguardia per la propria salute tantomeno uno stipendio adeguato alle loro funzioni è ovvio che tentano di scappare appena possibile.
Sta di fatto che, proprio per questa situazione al limite, buona parte dei punti di emergenza territoriale del comprensorio ionico e dell'area pollinare sono in totale affanno.
Un allarme incessante, in questo momento, si registra al punto Suem dell'ospedale "Compagna" di Corigliano, dove sono operativi solo 3 medici. Mentre non se la passa per niente bene il Pet di Cassano Jonio dove, addirittura, sono rimasti a presidiare la postazione del 118 solo due medici e, a metà di questo mese, potrebbe rimanerne soltanto uno perché l'altro (a meno di una proroga straordinaria) dovrà scontare il periodo di ferie obbligatorie. E si pensi che ogni postazione del 118 dovrebbe avere 6 medici in turnazione.
Insomma, follie su follie che stanno mandando in tilt il già precario sistema di emergenza-urgenza della sibaritide che a questo punto potrebbe del tutto bloccarsi. Infatti, ci risulta che in questi giorni - causa la carenza di personale medico all'interno delle postazioni del 118 - molti interventi in urgenza stanno avvenendo senza medicalizzazione. Il rischio è che un infartuato possa essere soccorso solo dagli infermieri, allungando di molto i tempi di intervento che, in quei casi, sono determinanti.
Cosa succede? Perché tutto questo? Innanzitutto manca, come dicevamo nei giorni scorsi, un riconoscimento contrattuale degno di questo nome (i medici del 118, ad esempio, non hanno stessi diritti dei colleghi che lavorano in ospedale). Poi, c'è un altra questione rilevante, realtiva alla formazione. Nell'Asp di Cosenza, infatti, sono tre anni che non si tengono corsi di formazione per emergency. Ed è così che la rete di soccorso sul territorio lentamente muore.