A Ginecologia e Ostetricia dello Spoke di Co-Ro superati i 500 parti
Il Direttore ff Soranna: «In più, nonostante i cambiamenti degli ultimi anni, sono state riaperte tutte le sale operatorie con interventi chirurgici (fino ad oggi oltre 400) e sono stati ripristinati la maggior parte dei servizi ambulatoriali»
CORIGLIANO-ROSSANO - Il Reparto di Ginecologia e Ostetricia dello Spoke di Corigliano-Rossano dell’Asp di Cosenza ha subito, negli ultimi due anni, profonde modificazioni strutturali e significativi cambiamenti delle piante organiche del personale medico ed infermieristico (pensionamenti, trasferimenti, etc.). Per questo motivo, si è assistito ad un improvviso e forzato turnover di nuovi medici attraverso l’arrivo di forza lavoro con contratti a tempo determinato e indeterminato, a prestazione e persino personale proveniente da altri Paesi (chiaro è il riferimento a i medici Cubani).
«Tali circostanze – ci spiega il Direttore facente funzioni dell'unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia di Corigliano-Rossano, Liberato Soranna - avrebbero messo in ginocchio qualsiasi struttura sanitaria e a maggior ragione un reparto ad impronta chirurgica come è l’Ostetricia».
«Nonostante tutto – precisa Soranna offrendo qualche dato - il servizio di Ginecologia ed Ostetricia dell’Ospedale di Corigliano ha sin da ora superato i 500 parti, limite minimo imposto dal Ministero come garanzia di sicurezza dei Punti Nascita. Sono state riaperte tutte le sale operatorie con interventi chirurgici maggiori e minori (fino ad oggi oltre 400) e sono stati ripristinati la maggior parte dei servizi ambulatoriali. Ciò è stato reso possibile dall’attenta, critica e costruttiva sorveglianza della Direzione Sanitaria Aziendale ed Ospedaliera, sostenuta ed assecondata da una classe politica motivata da una innovativa volontà di cambiamento finalizzato ad ottimizzare il livello di assistenza sanitaria di un grosso bacino d’utenza quale è quello dello Jonio Cosentino».
«Ma vorrei sottolineare in particolare modo, la grande dedizione ed il profondo spirito di sacrificio di tutto il personale medico, ostetrico, infermieristico e degli operatori socio sanitari. Tutti indistintamente – conclude - con forte spirito collaborativo e costruttivo, lasciandosi alle spalle vecchie insicurezze anche legate a trascorsi discriminatori troppo rigidi, hanno reso possibile la realizzazione di un progetto che a tanti sembrava irrealizzabile».