Sibari, dallo sci nautico all'arrampicata per i non vedenti. Perché si può “Vedere Oltre”
Un campo sui generis che ha inteso sensibilizzare il territorio sulla tematica della disabilità visiva e ha coinvolto 48 partecipanti tra ragazzi e ragazze, familiari e accompagnatori
SIBARI - “Vedere Oltre” ha ottenuto quello che si era prefissato: regalare un’esperienza unica e coinvolgente. Un campo sui generis che ha inteso sensibilizzare il territorio sulla tematica della disabilità visiva che questa volta ha coinvolto in maniera attiva anche il personale del villaggio turistico “Baia degli Achei” di Sibari che ha ospitato i 48 partecipanti tra ragazzi e ragazze, familiari e accompagnatori dei non vedenti.
Il progetto “Vedere Oltre”, voluto dal presidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Cosenza Franco Motta e finanziato dal Dipartimento delle Politiche della Famiglia aveva l’obiettivo di porre i partecipanti di fronte a nuove prove che hanno consentito di confrontarsi con i propri limiti, superarli, lasciandosi alle spalle paure e vincoli fisici migliorando l’autostima e creando soprattutto nuove relazioni sociali.
Tutto questo è stato possibile anche grazie all'aiuto degli operatori che hanno partecipato, contribuendo a potenziare le competenze iniziali dei non vedenti in merito alla propria autonomia personale.
Attività subacquea, sci nautico, arrampicata, pesca sportiva, supporto psicologico, Torball e laboratori sono state le attività che hanno la settimana a “Baia degli Achei” dei 48 partecipanti che hanno risposto positivamente agli stimoli che sono stati proposti superando, anche agevolmente, limiti fisici e mentali a dimostrazione che con la forza di volontà si riesce a “Vedere Oltre”.
«Campo bello ed innovativo. Ho imparato nuove nozioni di subacquea, ad esempio il modo in cui svuotare la maschera quando si è sott'acqua – dice Marco Quintiero ragazzo non vedente di 27 anni - Un'altra sensazione molto bella è stata dopo aver fatto il flyer, mi sono sentito libero. Mi sono sentito realizzato poiché ho potuto dare una mano agli operatori nell'accompagnamento di altri partecipanti del campo ed infine sono stato molto felice per aver insegnato a persone vedenti, compreso il personale del villaggio, l'approccio con i non vedenti. È stata un'esperienza che porterò per sempre nel mio cuore».