La notte dello Zjarr, il grande fuoco di Vaccarizzo: un'ancora nel passato
Le fiamme altissime del fuoco in piazza, la messa dell'Annunciazione, il rito dell'acqua muta e il canto in greco dei fedeli davanti alla canonica: questo è Cristhos anèsti
VACCARIZZO ALBANESE – Mezzanotte e qualche minuto, lo Zjarr, il fuoco della rinascita a Vaccarizzo Albanese, ha preso vita nel centro della piazza principale, lingue di fuoco altissime, gli abitanti tutti intorno alle fiamme, distanti quel tanto necessario dal calore che si sente, anche ad un paio di metri di distanza.
La messa nella chiesa di rito greco-bizantino Santa Maria di Costantinopoli è appena iniziata, i canti in greco inneggiano al Cristhos anèsti, Cristo è risorto. L’eco della gioiosa melodia risuona tra le mura dipinte di azzurro, rosso e dorato, zot Elia celebra l’Annunciazione della Resurrezione.
Ma non è finita qui, Corradino Corrado ci accompagna nel percorso che i fedeli fanno quando mettono in atto il rito dell’Acqua muta: si riempiono la bocca di acqua alla Fontana vecchia e di corsa, per non soffocare, vanno al cospetto del grande fuoco per “sputarla” dentro, ora sono purificati, liberati dal vecchio, in definitiva, sono rinati.
Nel giro di mezzora, sentiamo i canti in greco per i vicoli del borgo, li seguiamo e ci ritroviamo davanti alla canonica, la casa di zot Elia. Qui gli abitanti in coro, intonano il secolare canto greco della rinascita. Il padre esce fuori e li accoglie con taralli, dolci e vino: «Si inneggia alla Cristo risorto – ci spiega Giuseppe Ferraro che fa parte anche lui di questo coro – è un modo per ringraziare lo zot per la celebrazione dell’annunciazione di Gesù e lui in cambio, ci offre da mangiare e da bere. Per tutti noi è un momento di festa».
Vaccarizzo si rivela un centro vitale, dove gli abitanti vivono le tradizioni in modo intenso, ogni vicolo ci incanta, tra melodie greche o dai giovani che per via dell’acqua muta, corrono verso il fuoco.
Avevamo scritto del sabato santo e del fuoco sacro della tradizione (leggi qui), ma ci siamo resi conto che viverlo, è ancora più significativo.