Cari politici, vicini e lontani, non lamentatevi se la gente ce l'ha con voi
L’augurio è che sulla vicenda Scutellà tutti abbiano la coscienza pulita. Intanto, a Corigliano-Rossano un ridimensionatissimo Stasi continua a primeggiare in una classe di politici mediocri

L’augurio è che sulla vicenda Scutellà tutti abbiano la coscienza pulita. Tutti. Perché non è vero che la Democrazia si celebra e consuma nelle liturgie del potere e, quindi, di chi è più forte. Questo, semmai, è un effetto. La Democrazia, al contrario, si officia in modo solenne sul valore e sul dovere civile della rappresentanza, sul volere del popolo. Che è sacro, che è prioritario su tutto. Ecco, se davvero è stato questo il principio che ha ispirato, negli ultimi e lunghissimi mesi, i lavori del Parlamento nel decretare la non elezione di Elisa Scutellà a favore di Andrea Gentile, allora da elettori accettiamo serenamente il responso. Ma se, diversamente, quelle coscienze hanno agito in barba ad ogni etica e morale democratica, calpestando Legge e Costituzione, c’è un black-out profondo nelle dinamiche della Democrazia che va assolutamente riparato.
Anche perché sono proprio questi i casi che sviluppano e alimentano, in un orrido e torbido cerimoniale, il giacobinismo di nuovissima generazione. Quello che viaggia sulla rete, quello fatto di parole violente, di offese pesanti che minano la dignità umana. Cose brutali e vergognose che, però, sono solo gli effetti collaterali dello spettacolo squallido e indecoroso che la politica, dal solenne trono delle istituzioni, restituisce ai cittadini. A tutti i livelli.
Ed è proprio quella politica, oggi, a non essere nelle condizioni di permettersi il lamento contro la rabbia, spesso anche volgare, rovesciata dai cittadini che – per fortuna – si ferma sui social.
Certo, nessun tipo di violenza è tollerabile. Mai. Nemmeno quella verbale, che va condannata e, possibilmente, perseguita. Però, è doveroso chiedersi cosa stia facendo la politica per evitare questo magma di malessere dilagante che continua ad alimentare – nella deriva peggiore – populismi e demagogie! Nulla. Anzi.
E lo vediamo anche nel nostro “vicinato” paesano come vanno le cose; nella grande Corigliano-Rossano, sempre più priva di contenuti, la corsa a tutto quello che non è e non deve essere il governo del territorio, si palesa plasticamente.
Siamo una città a zero proposte.
O, comunque, se ci sono passano in secondo piano rispetto alle accuse, alle rivendicazioni (di cartone), ai pregiudizi, alla polemica di bassissimo livello, quasi squallido. Da un lato, continuiamo ad avere un’Amministrazione Comunale e un Sindaco che cavalcano, come non mai, la tigre delle emergenze. Che ci sono, sicuramente, ma probabilmente andrebbero trattate con un approccio diverso, meno propagandistico e commissariale. Dall’altro lato, invece, su quel versante in cui la città ripone le sue aspettative, c’è un’Opposizione che sembra essere rimasta orfana di una leadership.
Se quanto riportato nei giorni scorsi dai colleghi di Gazzetta del Sud, su presunte tensioni all’interno di quella parte dell’emiciclo consiliare, risultasse vero, confermerebbe le tante voci che in questi mesi stanno circolando proprio sulla tenuta della Minoranza. Una preoccupazione su tutte, ad esempio, è quella di ritrovarsi un Centro Destra frazionato, parcellizzato e diviso sui campanili di Corigliano e Rossano.
Tante critiche in ordine sparso e, soprattutto in questo caso, nessuna proposta. Bravissimi a rincorrere le notizie, ma impalpabili nel generare una visione nuova, diversa, alternativa. Niente. È una città sfortunata!
Anche sulla vicenda dell’avvocatura civica – sulla quale, si spera, tutti facciano un passo indietro per rimediare a qualcosa di abominevole – ci sarebbero stati, all’interno della stessa Opposizione (che pure ha aizzato il fuoco), pareri diversi e contrastanti. Ma quello che emerge di più è l’assenza totale di una strategia comune che rende l’azione oppositiva, di controllo e proposta, pressoché nulla. C’è chi parla e scrive comunicati in forma quasi diarroica, ripetendo ormai sempre gli stessi concetti; chi, invece, non dice una parola. Come può beneficiarne, così, la Democrazia? Ma soprattutto come si crea, in queste condizioni, un’alternativa di governo alla città?
Lo scrivevo un anno fa e lo confermo anche oggi (nonostante siano cambiati molti interpreti, protagonisti e personaggi in Consiglio comunale): Stasi primeggia in una classe di politici che rimane mediocre e proiettata verso il basso.