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Non ci resta che promuovere il Bello

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Il Pregiudizio ci porta a dire che quanto accaduto una settimana fa in città possa tornare, inevitabilmente, a ripetersi. Prima o poi. L’Orgoglio, invece, induce ad una visione diversa delle cose, portandoci ad isolare quell’evento e a minimizzarlo pericolosamente: un fatto sporadico, cristallizzato nel tempo. Poi, però, c’è la consapevolezza per capire che, in questa città e non solo in questa città, viviamo un periodo difficile, piegato da disagi sociali e umani, che spesso sfociano in atti criminali con i quali bisogna fare i conti, ma avendo fiducia nello Stato, nelle Istituzioni; facendo massa critica forte, come popolo che sa da che parte stare per sfuggire dalle sottovalutazioni dei fenomeni ma anche per evitare che si generino mostri di paura.

In tutto questo non ci resta che continuare a promuovere il bello che produce e offre la nostra terra. Promuoverlo perché chi – qualora volesse sceglierci come meta o destinazione – possa trovarsi a commentare una scelta su cosa fare invece che la non scelta di un posto che per come viene dipinto ultimamente sembra solo l’ultimo avamposto del Far-West: con piombo, sangue e senza legge. 

E questo non significa non raccontare o, peggio, non denunciare quello che accade. Non è questo il senso.  Anzi, tutt’altro. Le cose che non vanno devono essere raccontate e non ci fermeremo dal farlo. Ma, questo, non significa nemmeno essere masochisti del brutto a tutti i costi.

Sant’Agostino diceva che la speranza ha due bellissimi figli: l’indignazione e il coraggio. L’indignazione per ribellarci a quello che non va; il coraggio, invece, per cercare di cambiare le cose. Se vogliamo, allora, che il nostro domani sia sempre migliore di oggi, se vogliamo – nel caso stringete di questi giorni - che questa stagione estiva sia più proficua di quella passata, ancor più perché "protetta" da una Bandiera Blu inattesa, bisogna far leva proprio su questi sentimenti.

Ci siamo indignati per quanto accaduto. Benissimo. Ora dobbiamo trovare il coraggio di reagire, ognuno facendo la propria parte.

Promuovere il bello. È l’unica cosa che ci resta per raddrizzare il pregiudizio e far leva su un sano orgoglio. Avere fiducia nello Stato – lo ribadisco – che spesso lavora in silenzio e senza roboanti clamori e operare nel nostro piccolo, da cittadini attivi, per mettere in cartolina tutto quanto di buono c’è alle nostre latitudini, che soverchia in abbondanza la descrizione di una Gomorra. E tra una foto che ritrae una scia melmosa in mare ed un post sulla paura di questi giorni, troviamo anche il tempo di scrivere, commentare e fotografare le istantanee dei momenti belli, i tramonti, le spiagge, i sorrisi dei bimbi che giocano, i centri storici, le tante proposte dei nostri stabilimenti balneari. Raccontiamo di più e con sano orgoglio di una terra di Santi e di Campioni, di San Nilo e di mister Gattuso; di una terra di Monaci e Castelli; di una terra che in se racchiude il microcosmo della terra, dal mare ai monti, dalla buona cucina ai miti; raccontiamo di una terra dove è possibile divertirsi e stare bene con le famiglie. Perché non è vero che è tutto maceria, che è tutto da buttare.

Ognuno faccia la sua parte. Perché tutto può tornare ad accadere. È vero. Nessuno può dirlo. Ma questo non può massacrare la narrazione di una terra bellissima, soprattutto se non ci fermiamo noi.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.