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San Nilo, la replica del dirigente non chiude il caso: il destino del Classico appeso al filo delle Moire

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CORIGLIANO-ROSSANO – C’è qualcosa di profondamente rivelatore in quello che è accaduto nelle ultime ore attorno alla vicenda del Liceo Classico San Nilo dopo l'articolo dell'Eco dello Jonio sul "destino segnato" dell'Istituto (leggi qui). Una storia che, da anni, si trascina come un bisbiglio sommesso dietro le porte chiuse, nei corridoi della scuola, negli uffici della Provincia, nei caffè del centro storico. Una storia che nessuno ha mai voluto raccontare davvero, forse per timore di guardarla negli occhi. Perché quando si scoperchia la realtà, quella vera, non c’è più spazio per le comode illusioni.

L’articolo pubblicato ieri aveva un obiettivo semplicissimo: accendere una luce in una stanza da troppo tempo lasciata in penombra. Non per diffondere paure o alimentare pettegolezzi, ma per fare ciò che un giornale ha il dovere di fare: interrogare la città, prima che la città si ritrovi davanti al fatto compiuto. E non è forse questo, da sempre, il destino delle scuole storiche? Essere travolte da decisioni prese altrove, in silenzio, mentre la comunità discute del nulla sui social?

Poi sono arrivati i commenti. Ed è stata una lezione antropologica, più che una reazione. Alcuni docenti – non la scuola, non il dirigente, ma singoli docenti investiti della loro vocazione oratoria – hanno lanciato anatemi, smentite roboanti, dichiarazioni perentorie come se tenessero in mano l’oracolo di Delfi e non una tastiera. “Notizia falsa!”, “Fandonie!”, “Il Classico resterà dov’è al 100%!”.

Un dato curioso, soprattutto alla luce del fatto che il loro stesso dirigente, il Prof. Alfonso Perna, in una missiva ufficiale inoltrata in redazione stamani - su nostra sollecitazione, ai margini di un cordiale colloquio telefonico, così che rimanga traccia di tutto - ha ricordato che i docenti non sono autorizzati a parlare a nome della scuola. È un monito elegante, ma chiarissimo: l’istituzione parla con atti, non con i commenti sotto i post.

La rettifica del dirigente è netta, puntuale, specifica. E si riferisce (solo) a questo periodo dell’articolo pubblicato il 13 novembre scorso “…Per quanto trapelato negli ultimi giorni, alcuni docenti — i “veterani”, quelli che più degli altri sono custodi della memoria viva del San Nilo — sarebbero riusciti a ottenere una proroga di un altro anno dal nuovo dirigente scolastico, Alfonso Perna, alla guida del grande Polo Liceale di Rossano da qualche mese”…  

A riguardo, Perna precisa che: a) Il Dirigente Scolastico Alfonso Perna è rappresentante Legale e dirige la scuola in epigrafe dal 1 settembre 2024. b) Nessun docente del Liceo Classico “San Nilo”, né tantomeno i docenti, definiti nell’articolo “veterani”, hanno mai chiesto “proroghe” al DS, né, di conseguenza, questi ha mai fatto tali concessioni a qualcuno, in merito alla problematica analizzata nell’articolo. c) Nessun docente della scuola è stato autorizzato a rilasciare notizie inerenti funzioni ed organizzazioni interne ad essa, perché mai delegato dal rappresentante legale. d) Il Dirigente Scolastico è sottoposto alle leggi e utilizza i locali per il servizio scolastico essenziale di istruzione e formazione che l’amministrazione politica dell’Ente Locale di competenza dispone a tal uso.

Ed è proprio questo il punto: la lettera del dirigente non smentisce la notizia principale. Non dice che il Classico resterà in via XX Settembre, non dice se la Provincia abbia già messo sul tavolo ipotesi alternative, non dice che non vi siano problemi strutturali, logistici, politici, amministrativi. A dirla tutta, dice solo che non ha mai concesso proroghe o fatto promesse ai docenti. Bene. Ne prendiamo atto. Ma tutto il resto – il cuore della questione – resta lì, intatto, immobile, sospeso come un filo nelle mani delle Moire.

E allora sì, torna in mente Atropo, la più spietata delle tre sorelle, quella che recide il filo quando è il momento. Perché questa storia, da dieci anni, si porta dietro un destino già cucito. Ci sono scelte politiche mai fatte, responsabilità amministrative rimandate, interventi strutturali lunghissimi e lentissimi, parcheggi mai realizzati, piani di mobilità mai neppure immaginati. Ci sono scuole trasferite senza che nessuno abbia avuto il tempo di dire una parola – come è successo all’Artistico (anche in quel caso per primi paventammo il rischio del trasferimento, assorbimmo gli improperi e poi la storia - purtroppo - ci diede ragione), spostato in un lampo, con buona pace dei commentatori indignati.

E qui, inevitabilmente, la memoria culturale si intreccia con quella cinematografica. Perché questa vicenda sembra uscita direttamente da un film di Zemeckis. Un universo distopico in cui la realtà è manipolata sui social mentre la verità rimane chiusa negli uffici. Su tutti, in questo caso, negli uffici della Provincia, dove il silenzio vale più di qualsiasi comunicato. Perché è lì, non altrove, che si decide il destino di un edificio scolastico.

Ed eccoci arrivati al nodo che troppo comodo sarebbe ignorare: la Provincia tace. Tace la presidente Succurro, tacciono i consiglieri provinciali di Corigliano-Rossano, tacciono gli uffici tecnici. E quando la politica tace, la scuola non può parlare, il dirigente non può esporsi e alcuni docenti si improvvisano tribuni, i cittadini restano schiacciati tra una verità che avanza e una rassicurazione che non rassicura nessuno.

Vale la pena ricordarlo, soprattutto per chi, con arroganza o superficialità, liquida tutto come “voci infondate”: non è la scuola a decidere la sede del liceo. La sede la decide la Provincia. E la Provincia, secondo quanto noi stessi abbiamo verificato – e che nessuno, ad oggi, ha smentito – avrebbe già individuato come “soluzione possibile” alcuni locali nel centro urbano di Rossano scalo (l’ex Geometra in contrada Donnanna?).

E allora sì, continuiamo pure a commentare sotto i post, a smentire, a negare verità che non conosciamo, resta il fatto che la storia, quella vera, va dove deve andare. In questo momento - purtroppo - non c’è nulla che possa rassicurare o rasserenare gli animi rispetto ad un possibile trasferimento del Liceo Classico San Nilo. E noi, che abbiamo l’obbligo morale di essere i cani da guardia non solo della democrazia ma di tutto quello che accade nello spazio che si interpone tra i cittadini e le istituzioni, continueremo a raccontare questa storia, ascoltando - oltre agli addetti ai lavori - la voce della gente. Anche perché siamo abbastanza lucidi da sapere che spesso non è la scuola a perdere gli studenti, ma la comunità a perdere la capacità di riconoscere il valore dei propri simboli.

Saremo felicissimi, domani (non potendolo fare ancora oggi), di smentire noi stessi sulla vicenda del San Nilo. Ma affinché accada, qualcuno dovrà pur dirlo. E dovrà dirlo chiaramente e ufficialmente Non nei commenti Facebook, non nelle reazioni impulsive dei social.

Servono atti. Servono decisioni.  Serve politica, quella vera. Fino ad allora, qualsiasi altro rumore sarà solo un diversivo. E la storia del San Nilo, si sa, non merita diversivi. Merita rispetto, coraggio e – se necessario – anche un po’ di sana, benefica inquietudine che porta sempre a galla la verità.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.