Al Museo Civico di Cariati protagonisti i giovani. Ambasciatori di solidarietà e di interculturalità per "Un Mondo di Amicizia"
Il racconto dei ragazzi sul presente che stanno vivendo e sull’attuale situazione nel mondo. Un futuro di sogni e speranze è quello che si legge nei loro sguardi.

CARIATI - «Il sogno della mia vita è quello di essere una brava persona, un cittadino educato; di andare a scuola per istruirmi e contribuire con il mio lavoro alla società». È stato uno degli interventi più significativi, da parte di uno dei 30 giovani Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA), attualmente ospiti nell’ex Seminario Vescovile di Cariati, durante l’incontro interculturale “Un mondo di amicizia”, dedicato ai giovani, che si è svolto, lo scorso 12 dicembre, presso il Civico Museo del Mare, dell’Agricoltura e delle Migrazioni, e che li ha visti protagonisti insieme agli studenti del locale Istituto di Istruzione Superiore.
L’incontro, curato e coordinato dalla Direttrice del Museo Assunta Scorpiniti, è stato organizzato con la Dirigente dell’IIS Cariati Sara Giulia Aiello e Valeria Santangelo, Direttrice del Progetto Sarepta di Prima Accoglienza dei ragazzi stranieri, tutti di età inferiore a 18 anni, provenienti da Gambia, Mali, Burkina Fasu, Nigeria, Senegal, Guinea, Pakistan. Un progetto finanziato dal Ministero dell’Interno, e gestito nella struttura messa a disposizione dalla Diocesi di Rossano-Cariati dalle Cooperative Onlus Fo.Co. e Missione Famiglia.
Accompagnati dagli educatori e dai docenti, i ragazzi hanno ricevuto il saluto del Sindaco Cataldo Minò e della Consigliera Delegata alla Cultura Alda Montesanto, i quali hanno ribadito l’impegno dell’Amministrazione per le politiche giovanili e per gli ospiti stranieri, che a Cariati, «devono sentirsi a casa» e parte della comunità, e si sono resi disponibili a sostenere ogni iniziativa rivolta alla loro integrazione, anche se temporanea, nella cittadina ionica e ad ospitare progetti di Seconda Accoglienza.
La Direttrice Scorpiniti, dal canto suo, ha espresso soddisfazione nel «vedere il mondo» in tutti quei giovani volti, considerata anche la presenza di studenti originari del Marocco, della Cina, dell’Est europeo. «Il Museo – ha dichiarato la direttrice Assunta Scorpiniti - ha nella sua mission la promozione delle persone, delle relazioni umane, delle culture e della pace ,che si ottengono attraverso uno strumento molto potente, che è quello del dialogo, soprattutto tra i giovani, che possono aiutarci a migliorare la società».
Dopo le iniziali timidezze, è stato avviato un confronto sincero e toccante, con la mediazione linguistica dell’operatrice museale Giulia Abranca. Vari i temi condivisi, con il duplice punto di vista: dal paese di vita e di ospitalità, Cariati, dove i ragazzi MSNA hanno dichiarato di trovarsi benissimo, accolti con generosità dalla gente, al paese più grande, il mondo, afflitto da guerre inutili e in cerca perenne della pace. E poi l’amicizia, la scuola, alla quale tutti hanno attribuito massimo valore. Le passioni e i sogni, come quelli degli studenti, di avere una formazione adeguata per un inserimento nel mondo del lavoro e quelli semplici, di normalità, dei ragazzi migranti, che sognano di diventare un elettricista, un idraulico, un cuoco, ma anche un calciatore e un architetto.
Il racconto dei ragazzi, ospiti dell’ex seminario, sul presente che stanno vivendo e sull’attuale situazione nel mondo, ha avuto un forte impatto sui coetanei della scuola cariatese, i quali hanno espresso sentimenti di sincera solidarietà. «Noi siamo stati più fortunati - ha dichiarato una studentessa - questi ragazzi hanno avuto tante difficoltà e sofferenze (…) le vediamo nei loro occhi, anche se non ne parlano». Nello sguardo verso il futuro, invece, hanno visto tanta speranza.
L’incontro, certamente positivo ed edificante, è terminato con un momento conviviale. Nei giorni precedenti, i giovani MSNA hanno visitato il Museo Civico, seguendo con forte interesse la narrazione museale, ritrovando contenuti e oggetti etnografici a loro noti e prestando particolare attenzione alla sala delle Migrazioni, e ai tanti elementi dell’esperienza comune.