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Cade la neve sulle alture dello Jonio, un evento bellissimo ma buono solo per qualche selfie

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CORIGLIANO-ROSSANO - Cade la neve sulle alture dello Jonio, un evento bellissimo ma buono solo per qualche selfie. Cade soffice e bianca, dura poco a volte solo per qualche giorno. Sicuramente non il tempo necessario per incentivare la creazione di nuove piste da sci. Ma non è questo il punto. La vera tristezza a queste latitudini è che ci si ricorda della montagna e delle sue potenzialità turistiche solo quando d'inverno cadono quegli sporadici fiocchi di neve o, d'estate, vi si trova rifugio temporaneo dalla calura.

E se vi dicessero che la montagna potrebbe essere il vero core business turistico se messo a sistema con il mare ed il patrimonio storico monumentale dei nostri centri storici e dei tanti borghi della Sibaritide-Pollino? Nella Calabria del nord-est, il sinonimo di montagna è Sila Grande e Parco nazionale del Pollino. Due patrimoni inestimabili che, però, non sono "soli". C'è tutto un diaframma, in altura, che sfugge al turismo e, ancor prima, alle istituzioni che dovrebbero valorizzare quel patrimonio di natura e biodiversità: la Sila greca piuttosto che l'appendica costiera del Pollino.

Ci sono luoghi come Piana dei Venti e Piana Caruso, Rinacchio e Baraccone a Corigliano-Rossano, Monte Mostarico a Trebisacce, la Valle del Trionto e del Laurenzano nel triangolo tra Crosia, Longobucco e Boicchigliero o, non ultima, la Valle del Nicà, a ridosso con la zona del marchesato, che sono luoghi bellissimi, invidiabili, a due passi dal mare e che pure rimangono tagliati fuori non solo dal circuito del turismo ma, in alcuni casi, sono luoghi abbandonati a se stessi.

Non fosse per alcune, volenterose associazioni escursionistiche locali che periodicamente si fanno carico di organizzare passeggiate alla riscoperta dei castagneti, delle oasi secolari e delle alture sulle quali si respira la migliore aria d'Europa, oppure per piccole e coraggiose imprese di ristorazione che hanno trovato in quell'habitat un rifugio comodo e unico per i loro ospiti, tutto sarebbe alla deriva.

Si pensi che fra qualche tempo una delle strade di accesso alla Sila greca, dal fronte Rossano, la provinciale 188 della Sila potrebbe essere chiusa causa un degradante dissesto. Nessuno fa nulla. Tutti zitti come se potessimo fare a meno di quel patrimonio verde. Anche se, nel caso specifico, quella situazione è ancora più drammatica in quanto proprio quella strada serve alcune contrade popolare della grande città ionica.

Da trent'anni a questa parte, continuiamo ad arrovellarci il cervello per trovare la migliore azione di marketing per vendere il territorio. Lo facciamo (anzi, lo fanno le istituzioni locali) senza alcuna visione. Sicuramente senza contemplare all'interno di quelle strategie che potrebbero "acchiappare" turisti il patrimonio verde. Si guarda solo al mare come se non ci fosse null'altro o come se avessimo le spiagge di Copacabana. Ovvio che si è perso tempo e pure risorse. Eppure un tempo non era così. Gli anni 70-80 le nostre montagne erano un pullulare di gente e di vita. Certo, era turismo di prossimità e stagionale dei cittadini che, dalla costa si spostavano verso le montagne per trovare refrigerio. Poi, il disinteresse ad investire ma anche l'incapacità di rendere valore quelle presente e incrementarle con nuovi servizi. Nulla, non è stato fatto nulla. E ci accorgiamo delle nostre montagne solo quando nevica per un selfie oppure quando al mare fa troppo caldo e li c'è il posto ideale per una fresca pennichella!

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.