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Verso la nuova Statale 106: un popolo di manovali senza alcuna specializzazione

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CORIGLIANO-ROSSANO – Scorre il fiume docilmente, senza sussulti; anche se al filo del greto le correnti sembrano tumultuose e pronte a venire improvvisamente a galla. Saremo pronti, questa volta, a fronteggiare la piena dell’opportunità? La nuova SS106 Sibari-Corigliano-Rossano, un'opera da 1,2 miliardi di euro, salvo imprevisti, fra pochi mesi dovrebbe partire nella sua fase operativa. Un'occasione che potrebbe cambiare volto e destino di questo territorio, creare lavoro e dare una botta di vita all'economia. Ma c'è un “ma” grosso come una casa: siamo davvero pronti?

In questi mesi, anche dalle pagine dell’Eco dello Jonio, sindacati e agenzie di formazione hanno lanciato l’allarme: la Calabria del nord-est non offre forza lavoro di qualità o quantomeno specializzata.

Per verificare questa preoccupazione abbiamo chiesto al Centro per l’Impiego di Rossano, che monitora la situazione occupazionale attiva su tutto il territorio jonico sibarita, di poter aver accesso ai dati. E alla loro lettura sembra davvero una sveglia a suon di schiaffi. Già, perché le persone disposte a lavorare di certo non mancano, almeno nel comparto edile, ma offrono una qualità professionale che non potrebbe bastare per i cantieri di una grande opera pubblica.

Ovviamente parliamo di dati che cristallizzano il dato di occupati e disoccupati mentre non si conosce qual è il volume degli inoccupati (chi non ha mai lavorato in queste mansioni e che pure potrebbe avere una specializzazione). Ed è proprio guardando a fondo questi numeri che si capisce la portata del problema. Non basta dire «abbiamo bisogno di operai». Forse un tempo era così e forse continua ad essere così anche oggi nei piccoli cantieri edili, ma nell’ingegneria civile e industriale le cose cambiano perché, oltre al “bisogno”, bisogna aggiungere una variabile non di poco conto: la qualità del bisogno!

I dati, che riportiamo schematicamente, di seguito parlano chiaro: c’è tanta forza lavoro ma a bassissima specializzazione. Andiamo nel dettaglio. Per la realizzazione, ad esempio, di una nuova Strada in Categoria B (a 4 corsie) come la Sibari-Corigliano-Rossano – mutuando l’esperienza della Sibari-Roseto – servono diverse figure: manovali, certo; ma anche e soprattutto carpenteri e saldatori, gruisti ed escavatoristi, minatori e palisti, camionisti e manovratori, capisquadra e capicantiere, oltre a tutta la struttura tecnico-amministrativa che, però, fa parte di un altro ragionamento.

La tabella parla chiaro, alle nostre latitudini c’è un popolo di manovali. Sono in totale 1.947 quelli assunti nel 2024. Un numero enorme. Purtroppo però, questa, non solo è la categoria più bassa retribuita nei contratti collettivi di lavoro ma è anche una figura che nei cantieri moderni delle grandi opere sembra essere del tutto marginale.

Perché non hanno acquisito le tecniche lavorative necessarie e nemmeno il background tecnologico. Al contrario, però, c’è un numero appena sufficiente di carpenterie (solo 31 disoccupati ad oggi) che sono già una qualifica interessante per un mega cantiere, mentre saldatori, gruisti, camionisti e manovratori di mezzi per movimento terra sono come le mosche bianche.

Se si considera che molti di questi lavorano a tempo pieno per le ditte del territorio, è comprensibile che il raggio di azione ed il bacino di approvvigionamento si restringe ulteriormente.

Per non parlare, poi, di palisti e minatori che sono una rarità. Ma questo lo abbiamo imparato anche osservando i cantieri della Sibari-Roseto, dove in tantissimi con queste specifiche figure professionali sono venuti a lavorare in Calabria da fuori regione.

Insomma, ad oggi, se volessimo attuare una sorte di autarchia occupazionale per realizzare un’opera pubblica che serve come il pane alla nostra gente, non potremmo farlo!

La SS106 è un treno che passa una volta sola. E si potrebbe anche obiettare che non si possono professionalizzare lavoratori solo per un’opera che darà occupazione per poco più di un lustro in un territorio che, poi, sul fronte dell’occupazione offre il deserto. Però, è anche vero che per un lavoratore, soprattutto giovane, acquisire un background professionale di alto profilo significherebbe posizionarsi sul mercato del lavoro con molte più chance di essere assunto. Quindi l’occasione è d’oro per salire a bordo di una grande opera, dimostrando che abbiamo le competenze e la voglia di fare. Diversamente qui si rischia, ancora una volta, di restare a guardare mentre altri verranno qui a prendersi soldi e lavoro.

Le imprese che costruiranno la strada assumeranno gente del posto o andranno a pescare fuori? Questa è la domanda che dobbiamo porci partendo dal concetto che per realizzare un’opera faraonica come la Sibari-Corigliano-Rossano – lo ricordiamo – non servono solo manovali.

Verrà percepito questo messaggio, soprattutto dai giovani in cerca di occupazione? Di tempo, in realtà, ne rimane ancora pochissimo e stasera, alle 21, ne parleremo proprio all'Eco in Diretta. In studio, ospiti del direttore Marco Lefosse, ci saranno Francesco Filomia, direttore del Centro dell'Impiego di Rossano, il manager di Fincalabra, Carlo Di Noia, ed il coordinatore cittadino di Azione per l’area Rossano, Stefano Micciullo.

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.