Semplificare il Codice dei beni culturali e del paesaggio, Rapani: «Regole più semplici e tempi certi»
«L’obiettivo è semplice: meno passaggi, più chiarezza e maggiore efficienza. Senza rinunciare alla tutela del paesaggio, è possibile sbloccare procedure che oggi soffocano lo sviluppo e bloccano il territorio»

ROMA - La revisione del Codice dei beni culturali e del paesaggio si muove verso una decisa semplificazione delle autorizzazioni paesaggistiche. Un passaggio atteso, che punta a ridurre il peso della burocrazia e ad abbreviare tempi spesso incompatibili con le esigenze di cittadini, imprese ed enti locali. In molte aree del Paese, come in Calabria, la complessità delle norme e i continui passaggi procedurali hanno bloccato interventi pubblici e privati per anni, rallentando opere importanti e paralizzando iniziative anche minori.
È in questo contesto che il Senatore Ernesto Rapani, in qualità di relatore in Commissione Giustizia, ha illustrato i contenuti del disegno di legge delega al Governo, con l’obiettivo di rivedere le autorizzazioni paesaggistiche in modo più snello, chiaro ed efficace.
«Questo provvedimento introduce regole più semplici e tempi certi – afferma Rapani –. È una risposta concreta a situazioni di stallo che si verificano in modo frequente soprattutto nel Mezzogiorno. Ridare ordine e velocità alle autorizzazioni significa sbloccare cantieri, rimettere in moto le attività e semplificare la vita a cittadini e amministrazioni».
Tra le novità più rilevanti previste dal testo: Semplificazione dei procedimenti amministrativi; Adozione di decreti legislativi per il riordino del Codice dei beni culturali; applicazione del silenzio assenso nei casi previsti; esenzione dal parere della Sovrintendenza per interventi di lieve entità, con competenza agli enti locali; parere demandato direttamente alla Direzione generale del Ministero della Cultura per le infrastrutture strategiche; rinnovo semplificato delle autorizzazioni per attività stagionali; potenziamento degli sportelli unici per migliorare l’accesso ai servizi.
In qualità di relatore, Rapani ha inoltre proposto alla Commissione: di chiarire che la Sovrintendenza valuti solo gli aspetti paesaggistici, lasciando al Comune la verifica urbanistica; di assegnare in via esclusiva alle Sovrintendenze la competenza autorizzativa, eliminando il passaggio intermedio da province o regioni. «L’obiettivo è semplice: meno passaggi, più chiarezza e maggiore efficienza – conclude Rapani –. Senza rinunciare alla tutela del paesaggio, è possibile sbloccare procedure che oggi soffocano lo sviluppo e bloccano il territorio».