Alta Velocità da Tarsia, Stasi alza l'asticella e mette nel mirino pure Cannizzaro
Il sindaco di Corigliano-Rossano: «Il vice-capogruppo di Forza Italia alla Camera dei Deputati ha confermato che a Roma, per il Governo, la Calabria non esiste»
CORIGLIANO-ROSSANO - «Le parole del vice-capogruppo di Forza Italia alla Camera dei Deputati suonano come la più imbarazzante delle scoperte dell'acqua calda: l'Alta Velocità in Calabria non è finanziata». Lo dice Flavio Stasi che in questo ultimo suo intervento alza ancora di più l’asticella della polemica e va a colpire direttamente il numero due del partito Azzurro nell’emiciclo di Montecitorio, che risponde al nome di Francesco Cannizzaro, quello che nella provincia di Reggio Calabria porta un banco di voti a Forza Italia e al centro destra in generale e che è stato determinante per l’elezione di Roberto Occhiuto alle regionali. Torna sempre tutto nelle dinamiche del sindaco di Corigliano-Rossano, ormai sempre più proiettato su altre sponde. Oltre il Crati e oltre il Trionto.
Il motivo del contendere resta la battaglia delle battaglie per la Regione Calabria, da qui e per i prossimi anni: l’alta velocità che, paradossalmente, è l’esatto ossimoro del Ponte sullo Stretto. Un po’ alla Gaber, se il Ponte è di destra, la AV è sicuramente di sinistra. E diventa movimentista – nella battaglia di Stasi - quella che passa per il nodo di Tarsia.
«Come sosteniamo da mesi – scrive Stasi - non può non essere così perché la politica del Governo, camuffata da scelte tecniche di RFI (ormai sono specialisti di scelte politiche camuffate da scelte tecniche), ha inteso cancellare il Nodo di Tarsia, cancellando l'unico progetto potenzialmente finanziabile sul quale sono già stati spesi 35 milioni di euro. Indovinate chi è tra i principali sostenitori di questa scelta scellerata, come evidenziato nella famosa conferenza di RFI in cui hanno annunciato lo scippo? Proprio Cannizzaro, persuaso dal "fattore 7", cioè quella baggianata che hanno fatto bere alla politica reggina secondo la quale il nodo di Tarsia faceva perdere tempo a Reggio Calabria».
«Sostanzialmente – ironizza Stasi - gli hanno fatto credere di fargli recuperare 7 minuti e invece hanno cancellato i finanziamenti, facendogliene perdere 60 o 70. E no, non ci voleva un genio per capirlo: io che sono di intelligenza quasi media lo sto dicendo da oltre un anno. Ciò che è più disarmante è la totale inesistenza della Calabria nell'Agenda Politica del Governo, cioè non è mai stata minimamente considerata la possibilità di utilizzare questa infrastruttura per sviluppare e collegare la nostra regione, bensì serve per collegare la Campania alla Sicilia. In pratica noi siamo quasi un impiccio perchè essendo troppo pochi – parafrasando uno dei principali dirigenti della Lega in Calabria, Francesco Saccomanno, a cui comunque riconosco onestà intellettuale - "non siamo sostenibili"».
«La desertificazione della nostra terra – è sempre il sindaco di Corigliano-Rossano che parla - è frutto delle scelte scellerate di decenni di politica infrastrutturale inesistente, che sta avendo con questo governo uno dei punti massimi della storia. Fino a due anni fa esisteva un tracciato ben definito della Alta Velocità con una visione chiara di sviluppo territoriale, oltre che con una funzione – affatto secondaria – di garanzia del diritto alla mobilità: un tracciato che è stato cancellato con una conferenza stampa fatta a centinaia di chilometri da qui. C'è ancora tempo: le infrastrutture non hanno colore politico. Riuniamo tutte le rappresentanze politiche calabresi, dai comuni alla Regione fino al Parlamento, e pretendiamo dal Governo il recupero dell'unico tracciato con uno studio di fattibilità già realizzato, sul quale riversare fondi PNRR e non, e realizziamo il sogno di una Calabria che guarda al futuro, con due attraversamenti ferroviari veloci: quello attuale tirrenico e quello della sua colonna vertebrale, che unisce, facilmente raggiungibile da tutti – dallo ionio al tirreno – e che consente sviluppo all'intera regione. L'alternativa – conclude Flavio Stasi - è continuare a farsi prendere per i fondelli per un altro secolo e continuare a desertificare questa nostra splendida terra».