Sanità, Scarcella: «Si continua a parlare di "successi" mentre una bimba muore aspettando un'ambulanza»
Il Consigliere comunale "Azzurro Mare" di Co-Ro: «A fronte di una sanità che non regge, che ogni giorno produce ritardi, disservizi e situazioni al limite del grottesco, assistiamo a una narrazione pubblica del tutto scollegata dalla realtà»

CORIGLIANO-ROSSANO - Francesco Marino Scarcella, Consigliere comunale "Azzurro Mare" della Città di Corigliano-Rossano, partendo dalla notizia della tragica scomparsa della piccola Carlotta La Croce, una bambina di appena 12 anni morta dopo due ore d’attesa per un’ambulanza tra l’ospedale di Soverato e quello di Catanzaro, compie un'analisi sullo stato in cui versa la sanità in Calabria.
«Questa tragica scomparsa rappresenta una ferita insanabile per l’intera comunità calabrese. Una tragedia che interroga profondamente le coscienze, prima ancora che le istituzioni. Secondo quanto emerso, Carlotta era stata portata all’ospedale di Soverato per dolori toracici acuti. Lì sono iniziati i primi accertamenti, ma la gravità del quadro clinico ha richiesto il trasferimento urgente all’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro. Il problema? L’ambulanza è arrivata dopo due ore. E quella corsa contro il tempo, purtroppo, è stata persa. Carlotta è morta poco dopo l’arrivo a Catanzaro. L’autopsia parla di dissecazione aortica, ma ora la Procura vuole chiarire se e quanto il ritardo nei soccorsi abbia inciso sull’esito».
«E allora la domanda è semplice, brutale, necessaria: in che condizioni versa davvero la sanità calabrese? Perché una regione dove una bambina muore aspettando un’ambulanza non è una regione che funziona. Non è una “Calabria bella”. È una Calabria ferita, abbandonata, dimenticata. A fronte di una sanità che non regge, che ogni giorno produce ritardi, disservizi e situazioni al limite del grottesco, assistiamo a una narrazione pubblica del tutto scollegata dalla realtà. Mentre c’è chi da Cosenza governa la Regione e contemporaneamente la sanità con poteri commissariali — come l’ormai ex Presidente Roberto Occhiuto — e chi da Catanzaro occupa ruoli centrali nella sanità regionale (come la Presidente della III Commissione Pasqualina Straface, oggi opposizione nel nostro Comune), il territorio continua a subire le conseguenze di scelte sbagliate, di mancanze strutturali e di una visione che privilegia l’apparenza alla sostanza».
«Da consigliere comunale e presidente della VII Commissione, sento il dovere istituzionale e morale di dire che non basta più indignarsi a parole. Servono azioni immediate, trasparenza totale, e soprattutto assunzione di responsabilità da parte di chi oggi gestisce la sanità regionale. Basta scaricabarile. Basta propaganda. Basta mettere bandierine sulle inaugurazioni e poi tacere davanti a tragedie come questa».
«Esprimo tutta la mia vicinanza e il mio cordoglio alla famiglia di Carlotta. Ma da rappresentante delle istituzioni locali, sento anche il peso di dover dire che questa morte non può essere solo dolore. Deve diventare giustizia. E deve generare cambiamento. Chi oggi siede nei posti chiave della sanità calabrese si fermi. Guardi in faccia questa tragedia. E si chieda se sia ancora credibile continuare a parlare di “successi” mentre le nostre bambine muoiono per mancanza di un’ambulanza. Noi continueremo a fare la nostra parte, da Corigliano-Rossano, con rigore, responsabilità e verità. Ma guai a pensare che questa sia una battaglia locale. Questa è una questione di dignità, di civiltà, di vita» conclude.