Questione sicurezza a Co-Ro, grillini e meloniani se le danno di santa ragione e FdI prende le difese della Ferro
Volano stracci e parole pesanti tra i pentastellati ed il coordinamento civico di Fratelli d'Italia. Il motivo del "contendere"? L'elevazione a rango dirigenziale del commissariato di Corigliano-Rossano... che ancora non c'è
CORIGLIANO-ROSSANO - Se questa discussione si fosse svolta in pubblica piazza, invece che a suon di comunicati stampa, probabilmente qualcuno sarebbe finito in ospedale. Per la piega di violenza (in questo caso verbale) che ha preso il dibattito sull'elevazione a rango di dirigente del Commissariato di Corigliano-Rossano (che ancora non c'è nonostante se parli dal 2018) e, ancora prima, della grande vertenza sicurezza nella Sibaritide. Tutto nasce dalle dichiarazioni del sottosegretario Wanda Ferro, in visita nei giorni scorsi al carcere di Ciminata, che con chiarezza e - bisogna riconoscere - con onestà intellettuale aveva tracciato la road map verso la nomina di un Primo dirigente alla guida del presidio di Polizia jonico («È un processo che ha i suoi tempi» aveva detto la Ferro declinando tutto il lavoro in itinere al Ministero dell'Interno).
Parole pacate e pacifiche che, però, hanno suscitato la reazione vibrata e forse anche un po' stizzita del drappello pentastellato calabrese. Tutti, consiglieri regionali, parlamentari italiani ed europei del M5S, hanno condannato la «passerella» coriglianorossanese della numero due del Viminale. Che in realtà, oltre a dire che si sta lavorando - come ormai si fa da sempre... almeno a parole - per garantire più sicurezza al territorio, non ha fatto. Un po' sulla falsa riga delle promesse portate sul territorio dell'allora sottosegretario all'Interno, di matrice grillina, Carlo Sibilia
Una posizione dura ma parlamentare che, oggi, ha suscitato la reazione, irruenta e cruenta, della base locale di Fratelli d'Italia. E a dire il vero anche un po' scomposta nei toni. Proprio ad indirizzo dei cosiddetti "portavoce pentastellati" ovvero deputati regionali, nazionali ed europei. «Portavoce della nostra città - incalzano da FdI - che non abbiamo mai visto, fare il predicozzo, considerati da tutti fortunatissimi vincitori della Lotteria (per due volte!)». E ne hanno un po' per tutti. Per Elisa Scutellà («eletta senza aver mai fatto politica, e da quello “tzunami” tutto protesta trasformatosi oggi in calma piatta»), per Vittoria Baldino («rossanese di nascita, romana d’adozione» le cui «comparsate in tv forse le hanno montato la testa»). «Dov’è stata - questo l'interrogativo rivolto proprio alla Baldino dai meloniani coriglianorossanesi - per cinque anni e più, anche nel suo ruolo di capogruppo cinque stelle nella 1ª Commissione Affari costituzionali, della Presidenza del consiglio e interni?». Una lista lunga che non lascia indenne nemmeno la ex sottosegretaria di Stato al Ministero per i beni e le attività culturali, la cosentina Anna Laura Orrico «che forse sullo Jonio non ha mai messo piede, figuriamoci se abbia mosso un dito (rimanendo tra le sue deleghe) per il parco archeologico di Sibari, Castiglione di Paludi, il museo Archeologico di Amendolara, il parco archeologico di Broglio a Trebisacce o la tomba brettia di Cariati».
«Per non parlare – aggiungono - dell’eurodeputata Laura Ferrara, anche lei cosentina, che la Sibaritide non sa nemmeno dove sia, e le tracce non rimarranno certo nella storia o del lametino Riccardo Tucci, che gioca a fare il politico. Per concludere l’inconsistente carrellata, di consiglieri regionali che hanno sottoscritto quella nota, da perfetti sconosciuti, ci risparmiamo anche di citarli. Fatta la dovuta premessa utile a ricordare chi sono quelli che pontificano puntando l’indice su Wanda Ferro, il circolo di Fratelli d’Italia di Corigliano-Rossano rammenta loro invece, il grande lavoro (senza spot elettorali) che il sottosegretario all’Interno sta svolgendo per il nostro territorio e per la Calabria».
«Basterebbe informarsi prima di parlare» dicono. E aggiungono: «se ne facciano una ragione, perché da questa parte siamo abituati a rimboccarci le maniche ed a lavorare, a guadagnare col sudore e l’impegno le candidature e a lavorare sodo, come sta facendo il nostro senatore Ernesto Rapani che in meno di sei mesi ha proposto provvedimenti che nemmeno tutti insieme i grillini “locali” nelle ultime due legislature. Consigliamo ai portavoce del Movimento Cinque Stelle di tacere e di tornare in quell’anonimato che li ha sempre contraddistinti, perché da fortunatissimi populisti incompetenti della politica, fanno più figura a fare le belle statuine» concludono.