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Piano strategico nazionale aree interne, Mazza: «Lo Stato recita il de profundis ai nostri Borghi»

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CORIGLIANO-ROSSANO - «In un documento ministeriale, pubblicato qualche settimana fa, è stato reso noto un articolato che dovrebbe far tremare i polsi agli Establishment politici locali. Nel nuovo PSNAI (Piano strategico nazionale aree interne) è stata dichiarata la volontà d'intenti, da parte del Governo centrale, di abbandonare i Centri d'area interna al proprio destino. Nell'obiettivo 4, invero, è contenuto un passaggio che recita: "Queste aree non possono porsi alcun obiettivo di inversione di tendenza ma nemmeno essere abbandonate a sé stesse. Hanno bisogno di un piano mirato che le accompagni in un percorso di cronicizzato declino e invecchiamento". In pratica, senza fronzoli e orpelli, lo Stato somministra l'estrema unzione per oltre la metà delle circa 8000 Comunità locali italiane. Paesi prevalentemente montani e collinari, già provati da massivi fenomeni di spopolamento. Comuni che, nella stragrande maggioranza dei casi, per conclamate incapacità istituzionali, annaspano nell'offrire prospettive di crescita ai propri cittadini». 

Inizia così la nota stampa di Domenico Mazza del Comitato Magna Graecia, che così continua: «Nessuna visione. Zero prospettive. Stop agli investimenti. Fine delle politiche di programmazione e sviluppo. Solo accompagnamenti all'eutanasia amministrativa. Non è una facezia, né un malinteso. È un'epigrafe di commiato. Un necrologio di Stato. Si tratta di un cambio di paradigma silente e al contempo rovinoso. Si rinuncia all'idea di invertire la tendenza all'esodo demografico e lo si fa in maniera ufficiale e inesorabile. È una condizione di declino pianificato, venduto come accompagnamento normalizzato senza indennizzo». 

«Impatterà oltre 13 milioni di cittadini italiani su un totale di 59 milioni. Quasi un quarto dell'intera popolazione nazionale che, per oltre il 60%, risiede nelle Regioni del Mezzogiorno. Una condizione di marcata iniquità che stabilisce, in maniera netta e inesorabile, una distinzione fra due Italie: quella dei territori spendibili e vincenti e quella degli ambiti senza speranza a cui viene diagnosticato un cancro incurabile e irreversibile. Pertanto, si procede con una pianificazione di cure palliative degne del più spietato hospice privato. Una soluzione fredda e implacabile che sugella l'incapacità politica di ricercare sistemi di sviluppo e studiare obiettivi di rilancio». 

«Ma cosa comporta, di fatto, l'immane teatrino messo su dallo Stato a scapito delle piccole e diroccate Comunità? Significa, nessun investimento nel tentativo di trattenere giovani leve, tantomeno attrarre nuova linfa verso i richiamati contesti. Saranno banditi i servizi e si pianificherà una dignitosa decadenza dei luoghi oggetto del contendere. In pratica, il welfare sarà trasformato in una metodologia di cura che accompagnerà i Paesi d'entroterra sulla via del tramonto. Saranno fornite terapie e assistenze, ma sarà conclamata l'incapacità di strutturare opportunità e speranza. Il nuovo PSNAI non è portatore di strategie risolutive: emette una sentenza che assevera l'inettitudine di un intero Establishment istituzionale a fornire risposte e soluzioni. 

«Tutto il vasto ambito compreso tra le valli del Ferro, del Trionto, del Neto e del Tacina, si prepara a vivere tempi difficili. L'ambiente in questione, nel quale ricadono 2 ambiti d'area interna già compresi nel PSNAI e che annovera circa 30 Realtà urbano-rurali complessive, si appresta a imbastire il proprio corredo funebre. Una Popolazione di circa 150mila abitanti, direttamente afferente ai quadranti geografici sibarita e crotoniate e gravitante sulle città di Corigliano-Rossano e Crotone, sarà lasciata a un destino crudele. Servizi, già oggi al lumicino, che diventeranno ancora più insufficienti con il passare del tempo. Non si pianificherà più. Non si tenterà di costruire percorsi per uscire dal baratro. Piuttosto, si guideranno detti contesti alla decrescita controllata. Un messaggio devastante che porterà la già risicata popolazione residente ad abbandonare le richiamate Comunità ancor prima che Dio decida per le loro sorti. Soprattutto, la consapevolezza che non fiorirà nuova linfa a rivitalizzare e rendere produttivi tali territori». 

«Penso a centri periferici e ultraperiferici come Campana, Bocchigliero, Longobucco, Savelli, Verzino. Ma anche Pallagorio, Umbriatico e Santa Severina. Così come Plataci, Alessandria del Carretto, Castroregio, Nocara e Canna. Ebbene, per le già citate e per tante altre Località, a fianco la dignità, finirà anche la speranza. Mi chiedo, a questo punto, a cosa serva tenere in piedi Istituzioni politiche se il destino di questi Centri sembra sia irreversibilmente segnato. Tanto vale investire in Commissari di Governo, che assolvano appieno il compito loro affidato: celebrare riti funerari per Paesi e Borghi disconosciuti dallo Stato». 

«Necessarie azioni congiunte e sensazionali da parte degli Amministratori. I Sindaci dovrebbero alzare la voce: rappresentare le istanze delle relative Popolazioni e far valere i loro diritti di cittadinanza. Non è pensabile che, a fronte di una notizia del genere, tranne qualche composto dissenso a mezzo social, nessuno abbia avviato la benché minima azione dimostrativa per rispedire al mittente romano tale sciagurata ipotesi. Una soluzione, tra l'altro, che fa a pugni con azioni governative volte a favorire processi di unioni e fusioni delle Comunità al fine di ricreare servizi comuni e condivisi. Salvo poi, lasciar presagire che il termine servizio sparirà dalle prerogative di chi vive le Località d'area interna. L'utilizzo, nell'attuazione del piano, da parte dello Stato, di criteri tecnici, tempi di percorrenza, densità, indicatori statistici che ignorano la realtà sociale e culturale dei luoghi, è un'offesa ai diritti universali costituzionalmente garantiti. Si dimentica, in verità, che molte fragilità, oggi imputate a Centri montani, sono state indotte da sconsiderate scelte politiche di tipo aziendalista e da tagli strutturali operati dai Governi della Seconda Repubblica».

«La vitalità dei Borghi non può essere misurata solo con i numeri registrati alle rispettive anagrafi. Le implicazioni economiche sono enormi. Questa iattura annunciata genererà una polarizzazione tra grandi Città sempre più affollate e contesti marginali che diventeranno lande desolate. Eppure, le opportunità per disegnare un futuro promettente non mancherebbero. Energie rinnovabili, difesa idrogeologica, agricoltura sostenibile e turismo lento sono solo alcuni dei settori su cui si potrebbe intervenire per cambiare la narrazione delle aree interne. Per declinare una rinnovata prospettiva di sviluppo e di crescita». 

«Non serve compassione. Sono necessarie giustizia e visione. Ancora, strumenti e possibilità. Ma per farlo, lo Stato, deve fornire investimenti e infrastrutture materiali e immateriali; non assistenzialismi spicci. Il nuovo PSNAI, purtroppo, ignora quanto poc'anzi dichiarato. Necessità, allora, una presa di coscienza da parte di tutti quegli Amministratori interessati a difendere con i denti le rispettive Comunità. I Sindaci smettano di essere burocrati. Inizino, piuttosto, a inverare realmente il ruolo che ricoprono per lo status rivestito nei rispettivi sistemi sociali. Le aree interne non rappresentano un problema da contenere. Piuttosto, sono scrigni d'opportunità da liberare dal tanfo del centralismo che ha asfissiato i territori negli ultimi 30 anni. C'è bisogno di coesione amministrativa, istituzionale e interdisciplinare. È necessario ritornare a fare politica, ma per davvero. Al bando i tentativi dello Stato centrale volti alla rassegnazione, alla dimenticanza, all'oblio e all'antistoria» conclude. 
 

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.