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Il modello: la scuola finlandese

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La scuola è formazione di personalità e non a caso accoglie sin da piccoli, per educare alla vita. Se si tornasse almeno per un attimo indietro con la mente a quando banchi e cattedre rappresentavano la nostra quotidianità, accanto ai bei ricordi di gioventù, con tutta probabilità, ciò che rimane impressa è la non voglia di studiare quella o l’altra materia, di digerire quello o l’altro insegnante, arroccati, spesso, su rabbia e proteste in nome di uno sciopero troppe volte inutile. Ieri come oggi. La scuola ideale come fucina di menti deve aprirsi ad esempi all’avanguardia nati in un Nord Europa, che investe e crede in chi crescerà un domani, il giusto germoglio che sarà poi parte attiva della società. Modelli educativi che si basano su due principi cardine: uguaglianza ed eccellenza. Su questo si fonda la svolta educativa della Finlandia, che vanta la popolazione più istruita al mondo e ritiene possibile ciò che da noi in Italia sembra quasi intoccabile. Già, credere in una scuola libera e laica, equa e senza disparità, che metta tutti sullo stesso piano e che come primo obiettivo decide di costruirne nelle zone più svantaggiate. Eccellenze sono gli stessi insegnanti che credono nelle proprie competenze e che diventano dei leader in quanto specializzati ognuno nella propria materia, tanto che per i giovani finlandesi rappresentano un modello ed il sogno del loro futuro. Se chiedessimo ai nostri ragazzi in Italia cosa vorrebbero fare da grandi, non affermerebbero mai “sì da grande voglio diventare insegnante”. E perché mai dovrebbero infilarsi in una carriera tortuosa, persa in mille cavilli e riforme che sembrano sempre dare una boccata di ossigeno, ma che invece puntualmente fanno precipitare in un’apnea senza fine. Nella scuola ideale poi, e non deve sembrare un’eresia affermarlo, bisogna divertirsi, nel senso di non fare caos e saltare sui banchi: no questo sarebbe disprezzo per i luoghi comuni. La scuola top prevede che il giovane al suo risveglio abbia fame di scoprire, in una parola è curioso di sapere ogni giorno qualcosa di più e ciò è possibile attraverso la storia, la filosofia, la letteratura che non devono restare materie fini a se stesse, ma vissute sul territorio, viste e quasi toccate con mano. Un lavoro di ricerca da compiere tra i banchi ponendo delle domande ai fatti successi, chiedendosi il perché delle cose. Anche le materie scientifiche potrebbero essere studiate come non impossibili e per pochi. Tutto è possibile, anche arrivare alla risoluzione di un’equazione scoprendo cosa c’è all’interno di una formula, usando la logica che va estesa anche alla filosofia. Per non parlare delle lingue antiche conosciute come “morte” acclamandone l’inutilità. Niente di più falso: si può parlare il latino come il greco come una qualsiasi lingua straniera, vivendole e non solo traducendole in modo noioso. Così anche alla storia dell’arte considerata praticamente inutile e cancellata, si dovrebbe dare la possibilità di comunicare, vedendo la storia raccontata attraverso un’opera. Ecco tutto ciò è possibile, partendo dal dare a tutti i protagonisti, allievi, insegnanti e materie, il giusto valore, ognuno con il proprio ruolo e la propria importanza: solo così la nostra società potrà dirsi avanti e sognare magari un giorno di essere la più istruita al mondo. s. t. 
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

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