C’è un pezzo di Rossano Centro Storico abbandonato a sé stesso e al suo destino. Siamo in via Cerasaro, nei pressi della Porta dell’Acqua, nel cuore pulsate centenario e rappresentativo della comunità ionica. Odori nauseabondi, incuria, evidenti situazioni di degrado sociale ed umano stanno fiaccando l’animo dei pochi superstiti che resistono nel voler continuare a vivere nel borgo cittadino. Per alcuni è anche diventato impossibile raggiungere il proprio domicilio senza coprirsi naso e bocca per il puzzo di feci e urine. A denunciare la situazione di inciviltà e di invivibilità - e dell’assenza intollerabile di uno Stato che costringe alla quarantena perpetua coloro i quali vogliano restare nei centri storici - sono due noti professionisti, ossia Lenin Montesanto e la moglie Francesca Felice, ormai barricati in casa da quasi un anno, con una figlia di pochi mesi. «Reclamiamo da mesi interventi a tutte le istituzioni competenti, senza alcuna risposta, - denunciano- nonostante una querela per violenza privata e tanti sopralluoghi da parte di tutte delle forze dell’ordine più volte interessate: Polizia Municipale, Carabinieri, Polizia, Asp e Vigili del Fuoco. Tutto fermo». Dei mesi di passione che hanno avuto un avvenimento che ha fatto precipitare la situazione: «La situazione, già grave da un punto di vista igienico-sanitario, è diventata assurda e paradossale dal 24 giugno scorso, quando un grave incendio probabilmente doloso, partito da un accumulo illegale di rifiuti, ha letteralmente distrutto un vecchio immobile divenuto totalmente inagibile. Un vero e proprio rischio crollo che, dopo l’intervento dei vigili del fuoco alla presenza di tutte le forze dell’ordine accorse un anno fa, divenne tangibile con l’apposizione dei sigilli alle porte d’ingresso e con il blocco degli ingressi con le transenne comunali». Gli abitanti di via Cerasaro si sentono abbandonati: «Da allora – sottolineano - non soltanto non si è mai intervenuti per mettere in sicurezza ma i sigilli sono stati elusi, le abitazioni riprese in possesso e le transenne sistematicamente spostate e divenute solo un ulteriore ostacolo alla mobilità pedonale ed un elemento di ulteriore degrado. In aggiunta, è stata rimessa in piedi la stessa discarica abusiva a cielo aperto nello stesso immobile dal quale con ogni probabilità si generò l’incendio della scorsa estate; l’intero quartiere affacciato su una delle vie principali del centro storico (via Garibaldi, a 300 metri dalla sede comunale) è diventato infrequentabile per rischio infezioni ed in una delle abitazioni chiuse dopo l’incendio ora si trovano perfino visibilmente rinchiusi un numero imprecisato di cani e gatti in uno stato pericolosissimo per la salute di tutti». [gallery ids="100937,100938,100939,100940,100941,100942"]