18 ore fa:Per Mazza (Comitato Magna Graecia) l'idea della provincia Sibaritide-Pollino è poco realistica
17 ore fa:Qui servono meno province e più coraggio
15 ore fa:Al complesso del Valente lavori in corso per la nuova sede distaccata del Conservatorio "S. Giacomantonio"
19 ore fa:È tutto pronto nel Polo tecnico-professionale Aletti-Filangieri per il suono della campanella
19 ore fa:Cariati, gli auguri del sindaco Minò per il nuovo anno scolastico
16 ore fa:La Vignetta dell'Eco
16 ore fa:Baker Hughes? Occasione imperdibile anche a costo di «mandare in deroga gli strumenti urbanistici»
20 ore fa:Lungro diventa set cinematografico: arrivano Uccio De Santis e Cecè Barretta per le riprese di "Mudù"
33 minuti fa:Francesco Gurgo, il duca di Castelmenardo che visse a Rossano. Un uomo straordinario del nostro tempo
21 ore fa:Scuole di specializzazione Unical, Bevacqua e Iacucci: «Grande risultato per Cosenza e la Calabria»

La storia non perdona chi tenta di fermare il tempo con bugie e paura

2 minuti di lettura

Quando si parla di informazione, è essenziale schierarsi dalla parte della verità. Sempre e comunque, quantomeno questo dev’essere l’obiettivo. Benedetta, allora, anche la controinformazione, quella autentica, che ha il potere di scuotere le coscienze e mettere in discussione il potere sistemico, quello che propina verità assolute e indirizzate verso un’unica meta che molto spesso (quasi sempre) concilia con i desiderata dei massimi sistemi e non del popolo. E la controinformazione è un bene che esista ma deve avere un limite cruciale che separa l'inchiesta seria dal vortice delirante dei complotti.

In questi mesi, ad esempio, alle latitudini comprese tra il Crati e il Trionto, c’è una diffusa inquietudine in merito all'investimento della Nuovo Pignone Baker Hughes nel porto di Corigliano-Rossano. È la novità che fa paura e finché è questo, ci sta. Del resto siamo conservatori nel DNA. Ci sta questo. Non ci sta, però, che sussurrii senza prove si mescolino a fantasie e spauracchi come la «metallurgia pesante… anzi no, molto pesante», mentre gli atti ufficiali parlano chiaramente di un insediamento metalmeccanico a bordo banchina.

È fondamentale andare oltre le chiacchiere. E allora, se si fanno delle affermazioni, è giusto mostrare documenti "compromettenti", svelare le "scoperte" che dovrebbero rivelare un disastro colossale in agguato. È un po’ come chi lancia il sasso nello stagno, crea innesca l’onda imprevedibile e poi nasconde la mano. Perché? E allora, se ci sono documenti compromettenti che smascherano le vere intenzioni di questo nuovo investimento che si dovrebbe fare nel porto, che le si tirino fuori. Che vogliono fare, una nuova Ilva, una nuova Pertusola, oppure vogliono installare un mega rigassificatore nel porto? Benissimo – anzi, malissimo – perché tutti ci opporremmo con forza a questa prospettiva. A tutela non solo dei pescatori e di quanti vivono e abitano attorno a quella mega infrastruttura, ma a tutela del benessere e dello sviluppo dell’intero territorio della Calabria del nord-est.

Però, per affermare lo spauracchio del disastro servono prima di tutto le prove, certe e inconfutabili. Diversamente si sta solo infangando una possibilità di sviluppo vitale rendendosi complici, colpevoli e responsabili della situazione drammatica, sul piano sociale, occupazionale e della qualità della vita, che si sta vivendo la popolazione di questo territorio.

Difendere l'ambiente e i diritti è sacrosanto. Ben vengano le obiezioni, anche le più critiche e ben venga anche il legittimo dubbio. Così come è legittimo alzare la voce contro l'installazione di un'officina metalmeccanica o contro “l’invasore americano”. Ci sta tutto. Tuttavia, non è accettabile distorcere la realtà per avvalorare una narrativa che non si regge in piedi.

Ciò che è in gioco – è doveroso ribadirlo - è il futuro di questa città e delle nuove generazioni che lo dovrebbero vivere domani, prima che decidano anche loro di prendere le valigie e andare via. Ecco perché è necessario lottare, ma farlo con verità e integrità. Chi non può offrire questo deve sapere di essere tenuto responsabile per uno stallo economico e sociale che potrebbe bloccare il progresso del territorio. La storia non perdona chi tenta di fermare il tempo con bugie e paura.

Con Nuovo Pignone Baker Hughes la resa dei conti non è lontana. Dentro o fuori. Ci sono ancora i margini per concertare ed è giusto che lo si faccia, che lo facciano le istituzioni cittadine con le autorità regionali, difendendo ognuno le proprie prerogative, su dati certi e solide fondamenta giuridiche.

Alla fine, la verità emergerà sempre, portando con sé le conseguenze delle scelte che devono essere fatte con il solo metro della consapevolezza. Perché pentirsi domani per qualcosa che poteva essere fatta oggi non servirà a nulla se non ad aumentare il senso di frustrazione che in questo territorio è già a livelli altissimi.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.