«Contraddittorio e fuori tema, io parlo di soluzioni, non di scontri». Rapani replica a Stasi
Il senatore contesta il sindaco sulla questione sicurezza SS106: «Dice che il Comune non ha competenza, ma poi ammette di aver già avviato un progetto su Torricella»

CORIGLIANO-ROSSANO - «Sorprende la reazione eccessiva del sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, di fronte a un tentativo concreto di individuare soluzioni provvisorie per i tratti più pericolosi della Statale 106 jonica, in particolare nelle zone di Torricella (Corigliano) e Toscano–Aranceto (Rossano). Sono d’accordo: non è il momento di fare polemiche. Ma non sono stato io ad alimentarle». Così il senatore Ernesto Rapani replica alla nota del primo cittadino, definita «scomposta nei toni e contraddittoria nei contenuti».
«Il sindaco afferma che la responsabilità della Statale 106 è esclusivamente di Anas. Eppure, poche righe dopo, dichiara che il Comune si è già attivato avviando la progettazione per il tratto di Torricella. Una contraddizione evidente: se non c’è competenza, perché si lavora su un progetto? Proprio perché i due tratti in oggetto sono stati declassati, rientrano tra i centri urbani e la competenza è comunale, rimanendo solo la manutenzione in capo all'Anas». «Il secondo punto critico – prosegue Rapani – riguarda le mie proposte, definite dal sindaco tecnicamente sbagliate e inattuabili. Eppure, si tratta di misure già applicate in moltissimi centri italiani su arterie simili, anche in presenza di viabilità mista. Autovelox, divieti di sosta, barriere spartitraffico: nulla di straordinario, se non per chi non vuole affrontare il problema».
«Il sindaco - si legge ancora - liquida poi l’intervento del senatore come una "querelle comunicativa" e parla di "miserie politico-istituzionali»", spostando il piano del confronto da quello amministrativo a quello personale. Una scelta che rischia di oscurare il tema centrale: le morti su quella strada».
«La parte più emblematica – aggiunge Rapani – è quando il primo cittadino ricorda che l’amministrazione si è sostituita per le inadeguatezze di altri. In quel passaggio, il sindaco ammette di fatto un impegno del Comune, smentendo la linea iniziale di totale estraneità. Un’ammissione che depotenzia ogni critica: ho chiesto azioni concrete proprio a chi – come Stasi – sostiene di averle già avviate».
«Infine – conclude – il sindaco mi invita a impegnarmi per il reperimento di fondi sulla zona industriale. Ma è un ribaltamento dei fatti: non ho mai escluso quel fronte, ho semplicemente indicato due tratti urbani dove è urgente intervenire. E subito». Il clima in città resta teso. I cittadini continuano a denunciare il pericolo di quei tratti, e i morti aumentano. Le richieste di intervento non nascono da calcoli politici, ma da una realtà sotto gli occhi di tutti. «Se davvero l’amministrazione sta lavorando a una soluzione – chiosa Rapani – perché non cogliere la proposta come stimolo, invece di trasformare tutto nell’ennesimo scontro di ruoli? Qui si parla di vite umane, non di difese d’ufficio»