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«Le economie di intere Nazioni oggi dipendono dalle capacità creative emergenti dei loro popoli»

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La creatività è un valore aggiunto della vita e la capacità di essere creativi non è innata: si può imparare ad essere creativi, ci si può educare all’approccio creativo con la pratica e l’esercizio. Niente si crea dal niente: la creatività, per dirla con Umberto Eco, è “ars combinatoria”, ovvero la capacità di combinare in maniera inedita elementi esistenti. La creatività come mindset, ovvero un atteggiamento mentale che va coltivato; pensiero flessibile, aperto, rispettoso, che racchiude la possibilità di imparare dal fallimento e l’attitudine ad esplorare lacune ed incongruenze. La creatività è, dunque, una particolare disposizione, posseduta da ogni individuo, che permette di “produrre qualcosa di nuovo” a partire da ciò che esiste.

L’esperienza creativa permette all’individuo di realizzare il proprio benessere, qualsiasi sia il suo campo di interesse: nella musica, nell’arte, nello sport, nella lettura di un buon libro, nella conversazione con un amico, in una partita di bridge o giocando con un bambino.

Generalmente, le persone considerate creative in base ai loro “prodotti”, hanno un ricco e variegato vissuto interiore, prestano maggiore attenzione ai sentimenti, alle emozioni, agli impulsi, alla loro sfera istintuale che sanno consapevolmente controllare. Inoltre, sono più svincolate dagli stimoli immediati e perciò maggiormente in grado di utilizzare la fantasia; si mostrano più aperti verso l’ambiente e gli altri ed attratti da ciò che è ignoto e sconosciuto e posseggono una maggiore originalità e flessibilità mentale.

L’individuo che è capace di rapportarsi in modo maturo col mondo sa anche avere relazioni e produrre visioni creative restando in contatto con il proprio sé, ovvero il luogo in cui si trovano la saggezza dell’organismo, la sua vocazione, la sua tensione a sviluppare tutto il proprio potenziale.

Naturalmente occorre distinguere tra creatività ordinaria, capace di migliorare la vita dell’autore rendendola più piena e soddisfacente, e creatività straordinaria, quella che inventa nuovi paradigmi e migliora la vita di tutti contribuendo al progresso. Qui voglio riferirmi alla creatività ordinaria, a quella del quotidiano, che appartiene ad ognuno di noi e che non può essere equivocata o semanticamente svuotata identificandola con follia, stranezza, bizzarria, estraneità, eccentricità, straordinarietà, ma va custodita, fatta propria nei diversi contesti esistenziali e, tra questi, ovviamente, quello di lavoro che dalla creatività e della creatività è luogo privilegiato.

Le risposte agli interrogativi del nostro tempo non dobbiamo cercarle nella tecnica, o nella tecnologia, ma nella creatività e nei valori!

Le economie di intere Nazioni oggi dipendono dalle capacità creative emergenti dei loro popoli; ne è un vero e proprio vantaggio competitivo!

L'implicazione pratica è che per essere creativi dobbiamo essere pronti a mettere in discussione lo status quo e ad esplorare qualcosa di nuovo. Essere creativi, quindi, implica un certo atteggiamento coraggioso ed esplorativo e, soprattutto tanta curiosità, ricerca del sé e degli altri e persino condivisione di percorsi.

Ma da dove vengono le nuove idee?

La risposta è semplice: le nuove idee in realtà sono già potenzialmente esistenti, si tratta di tirarle fuori dando loro una rinnovata modalità di costituirsi. Quindi c'è un senso di verità nel detto: "Non vi è nulla di nuovo sotto il sole". Questo vale non solo per la creazione di concetti o teorie, ma pure per il lancio di una nuova moda o di tendenze culturali. La curiosità intellettuale e una base ampia di conoscenze possono migliorare notevolmente la creatività: infatti si è in possesso di più concetti, teorie, conoscenze ed esperienze tra cui poter scegliere. Questo è anche il motivo per cui può essere utile cercare di risolvere un problema attraverso la consultazione con altre persone di competenze diverse.

Creare significa propriamente produrre qualcosa (oggetto, idea, struttura) che appaia ai più come nuova od originale: la creatività implica un fare (il produrre “oggetti” nuovi) che debba poter essere sottoposto al giudizio altrui. Tale giudizio prevede un criterio di “novità” del prodotto creato, e ciò implica anche un criterio di “tradizione”, per confronto alla quale l’oggetto potrà o meno apparire originale.

Altro criterio implicito nel giudizio intorno al carattere “creativo” di un prodotto riguarda la sua fruibilità da parte di terzi. Non tutto ciò che è nuovo è infatti dotato del requisito di essere creativo. Solo ciò che risponde efficacemente ad un bisogno, fosse puramente estetico (la creazione artistica) ottiene il riconoscimento di prodotto “creativo”.

La creatività come ambito dell’agire umano rinvia quindi ad una complessa interazione di fattori individuali (le caratteristiche che rendono un individuo capace di creatività), sociali (il consenso intorno ai criteri che ammettono il riconoscimento dello sforzo creativo, ed il loro premio), e culturali (il complesso delle conoscenze note, tramandate come «tradizione»).

in copertina "Pepper" di Bruce Riley


Il Corsivo è curato dalla reggenza dell'Eco dello Jonio con la preziosa collaborazione della prof.ssa Alessandra Mazzei che ogni settimana offre agli utenti la lettura in forma esclusiva di contributi autentici, attuali e originali firmati da personalità del mondo della cultura, della politica e della società civile di fama nazionale e internazionale

Maria Rita Acciardi
Autore: Maria Rita Acciardi

Maria Rita Acciardi, nata a Bari, risiede ad Amendolara. Lauree in Architettura, Urbanistica e Lettere. Libero professionista con esperienza professionale nel settore della Pianificazione territoriale, della progettazione urbanistica e delle politiche ambientali e comunitarie. Autrice di testi di pubblicistica tecnica di settore. Ha svolto una intensa attività amministrativa, di rappresentanza delle autonomie locali e in favore dell’affermazione della donna in ambito nazionale ed internazionale. E’ consigliere federale FIGC-LND. Rotariana dal 2000, Presidente del RC Corigliano Rossano D. 2100. Governatore D.2100 (Calabria, Campania e territorio Lauria) a.r. 2013-2014. Presidente del Premio Internazionale “Colonie Magna Grecia” Distretti 2100 e 2120.