Patir celebra la Città più bizantina d'Italia: «Un codice genetico ancora attivo»
Dall'archeologo Cuteri allo storico Filareto tutti hanno celebrato l'eredità culturale e identitaria rossanese racchiusa nel più ampio e prezioso contenitore di Corigliano-Rossano

CORIGLIANO-ROSSANO – «Quella custodita da Rossano, la Città più bizantina d’Italia, non è solo un'eredità artistica o architettonica, ma un codice genetico culturale ancora attivo, sebbene sopito. Rispetto alle narrazioni turistiche ripetitive, superficiali ed inefficaci preferite fino ad oggi, serve un racconto nuovo, radicato nella realtà vissuta, capace di valorizzare non solo il patrimonio evidente, ma anche quello latente, costruendo intorno ad esso emozioni e rendendo il luogo vivo e accogliente, coinvolgente emotivamente e culturalmente».
Lo ha detto Francesco Cuteri, archeologo medievale e docente all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, tra i protagonisti del focus Percorsi di identità culturale, promosso nell’ambito della quarta edizione di Patìr Open Lab ed ospitato ieri (venerdì 23) a Palazzo San Bernardino, nel centro storico di Rossano.
Questo secondo momento, seguito alla serie di iniziative che hanno dato il via alla tre giorni promossa dall’associazione Rossano Purpurea, è nato dal felice partenariato con il club Rotary Bisantium rappresentato da Francesco Capristo, presidente del club service cittadino che ha sottolineato l'importanza della collaborazione tra associazioni ed evidenziato la necessità di prendere consapevolezza del proprio patrimonio identitario; ed il Circolo culturale rossanese che, con il presidente Antonio Guarasci ha ribadito la necessità di diffondere una maggiore cultura dei centri storici, con competenza e passione.
Introducendo i lavori, la presidente di Rossano Purpurea, Alessandra Mazzei, ha evidenziato il fervore associazionistico presente nel territorio e l'importanza di fare rete. Ha richiamato, quindi, alla responsabilità, così come definita dalla Convenzione di Faro, che ogni cittadino deve avere rispetto alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale. Ha proposto di valorizzare i luoghi dello spirito come Santa Maria delle Grazie, le Agostiniane, le Clarisse e i luoghi naturali, trasformandoli in mete di turismo spirituale e di pace.
Il Vicesindaco Giovanni Pistoia ha espresso l’auspicio che il Patire possa diventare luogo di incontro e identità della nuova città, evitando gli errori del passato e dando voce e sostegno alle realtà che lavorano per la città.
Franco Filareto, già professore di Storia e Filosofia del Liceo Classico San Nilo, ha parlato di Rossano come la città più bizantina d'Italia, con una tradizione di lingua e cultura greca durata oltre 900 anni. Ha evidenziato la necessità di valorizzare i marcatori identitari della Città, sottolineando che la memoria storica non può essere solo conoscenza teorica, ma deve essere il fondamento di un processo che guarda al futuro. Bisogna recuperare la memoria – ha detto - come orgoglio di appartenenza. Ha proposto, quindi, di candidare la città come capitale della cultura europea per recuperare l'orgoglio e la forza smarriti.
Intorno alla recente restituzione degli affreschi del Patire restaurati hanno infine relazionato Mariella Arcuri, architetto e Consigliera di Rossano Purpurea, che ha focalizzato il suo intervento sul patrimonio recuperato; Gian Mario Faita, autore del restauro stesso che ha descritto le problematiche affrontate durante il restauro, come la solfatazione dell'intonaco e la perdita di pigmento pittorico, evidenziando la necessità di esperienza e preparazione per affrontare tali sfide; e Gino Mirocle Crisci, già Rettore dell’Università della Calabria e professore emerito, che ha condiviso l'esperienza svolta su Santa Sofia di Istanbul e il suo progetto integrato di diagnostica preventiva, attraverso tecnologie come il laser scanner, il georadar e la termografia per ricostruire in 3D i monumenti e comprenderne la composizione.