La ricerca su Sybaris e Thurii presentata alla Pinacoteca di Brera
La conferenza, svoltasi a Milano, ha visto la partecipazione degli studiosi Alessandro Coscia e Samuele Corrente Naso, che hanno relazionato sui Tumuli Sacri di Thurii

MILANO - Nella giornata di ieri, nella sala Bassetti di Palazzo Brera, uno dei più significativi luoghi della cultura italiana si è svolta la conferenza su “Alla Ricerca di Sybaris e Thurii” e dei Tumuli Sacri di Thurii, con la presentazione della ricerca e con due significative e dettagliate relazioni sull’importanza dei tumuli di Alessandro Coscia e Samuele Corrente Naso, valenti studiosi, entrambi della Pinacoteca di Brera, sulla straordinaria rilevanza a livello internazionale dei Tumuli Sacri di Thurii.
I lavori sono stati introdotti da Alessandro Coscia, archeologo specializzato nell’ambito greco e romano, che ha allargato i suoi orizzonti alla storia delle religioni antiche e all’antropologia, a cui ha dedicato vari articoli, saggi e conferenze. Tra i suoi scritti proprio i Tumuli Sacri di Thurii.
Dalla interessante conferenza è emerso, in particolare dalle relazioni di Alessandro Coscia e Corrente Naso, - fa sapere Nilo Domanico - che le sepolture che Francesco Cavallari scoprì nel 1879, all’interno di grandi tumuli, i cosiddetti «timponi», nel sito di Favella della Corte, sono di grande interesse sul piano antropologico e della simbologia.
Orientamento e modalità di sepoltura, corredo, materiali impiegati, contribuiscono a dirci chi erano i defunti, il contesto storico, religioso e culturale in cui vissero, la comunità alla quale appartenevano. E soprattutto rivelano alcuni indizi sulla città da cui provenivano: le dimensioni, la ricchezza e la sua localizzazione.
Nell’antichità i tumuli erano tombe monumentali, elevate per diversi metri d’altezza, con una doppia valenza simbolica di segnacoli e memoriali. Al contempo servivano a individuare la localizzazione del defunto e a conservarne la memoria. Il tumulo è associato a un eroe, colui che merita di essere ricordato e che attraverso l’elevazione viene divinizzato. L’eroe e la città sono in rapporto reciproco: l’identità della città dipende dalla memoria dell’eroe, memoria che viene costantemente rinnovata attraverso la sua tomba visibile e monumentale. La città non può essere lontana dalle sepolture dei suoi antenati-eroi, altrimenti viene meno l’identità.
Abbiamo tanti esempi dell’antichità in cui la sepoltura dell’antenato-eroe, del condottiero, del re, è collocata nella città o a ridosso di essa. A Micene le tombe dei regnanti erano appena fuori la cinta muraria, come il circolo A, che fu inglobato in un secondo momento. Ad Atene presso l’Eretteo sull’acropoli, sul luogo più sacro, c’era la tomba di Cecrope, fondatore della città secondo il mito. Heroon di Paestum, colonia sibarita