La poetessa rossanese Rossella Scaramuzza conquista il Salone Internazionale del Libro di Torino con "Fondali di Corallo"
Un'opera che, come scrive nella prefazione del libro il poeta e critico cinematografico Bruno Mohorovich, «ci invita a immergerci in un mondo di emozioni profonde e stratificate, come i fondali»

CORIGLIANO-ROSSANO - La poesia è una forma d'arte che riesce a dar voce alle emozioni più profonde. Il poeta riesce a toccare le corde dall'anima usando abilmente le parole e riempiendole di un nuovo significato. È questa magia che è riuscita a compiere Rossella Scaramuzza, docente di Corigliano-Rossano, che con la sua opera d'esordio ha incantato anche l'attento pubblico del Salone Internazionale del Libro di Torino.
«"Fondali di Corallo" è un’opera intensa e matura che scava nei fondali dell’anima con la delicatezza di chi ha imparato a convivere con il dolore e la bellezza. Il mare, elemento simbolico e concreto, accompagna la voce poetica in un dialogo costante con l’altro, con se stessa, con la memoria e con l’amore. La scrittura della Scaramuzza è viscerale, luminosa, a tratti struggente: una poesia che non teme di mostrare le proprie ferite, ma anzi le sublima, le offre, le trasforma in coralità universale. Attraverso immagini potenti, lessico evocativo e una musicalità curata, l’autrice riesce a connettersi empaticamente con il lettore, conducendolo tra abissi, risalite, carezze e squarci».
Queste le parole che Enrico Tribbioli, giornalista radiofonico perugino, ha usato per presentare l'opera della poetessa rossanese venerdì 16 maggio nello Stand Bertoni Edizione, all'interno della Fuis (Federazione unitaria Italiana Scrittori).
Il giorno precedente, giovedì 15 maggio, il libro è stato presentato anche nello Stand della Regione Calabria dal giornalista Fabio Scavo. Una delle poesie contenute nella raccolta, è stata letta da Imma Guarasci.
Si tratta di un'opera che, come scrive nella prefazione del libro il poeta e critico cinematografico Bruno Mohorovich, «ci invita a immergerci in un mondo di emozioni profonde e stratificate, come i fondali che ispirano il titolo. Il corallo è qui a simboleggiare un ritorno ai ricordi, un ricercare in esso la vita; quella vita che s’intrude di acqua marina, la quale si posa e ritrae per poi sempre ritornare, magari mai uguale a se stessa, ma recando a riva scorie e storie del tempo e nel tempo».
«Questa raccolta di poesie - prosegue - è un viaggio sofferto nell’intimo dell’autrice, che si rappresenta come naufraga che ben conosce i venti, i quali, pur conoscendo lei, la scompaginano – o si fa scompaginare – in un caleidoscopio di sentimenti in cui ogni verso, ogni parola trasuda l’angoscia di un vivere vissuto e non vissuto, e al contempo trova una pace, vera o presunta, nel perdersi nell’infinito che il mare le porge e che lei accoglie; scorrerà tra le sue dita o sul suo corpo l’acqua dalla quale si lascia tergere, ma di questa sarà intrisa e giocherà con essa in un rimando di continui richiami ora amaramente dolci ora delicatamente salati, offrendosi come scoglio che si lascia lambire e avvolgere».
E la scelta del lessico non è mai casuale, mai scontata. «Le parole di Scaramuzza - aggiunge il poeta - non sono mai semplici, ma dense, impastate di immagini, di dolori e di speranze; ogni sua poesia è plasmata in forme e colori che sublima in nette demarcazioni, esasperando un’aggettivazione al cui uso affida l’urlo di un corpo che soffre».
Un'opera intensa, dunque, che ha stregato anche il pubblico del Salone Internazionale del Libro di Torino, consacrando ufficialmente, così, la docente rossanese nell'Olimpo della poesia.