Riorganizzare il marketing del patrimonio storico: la nuova sfida lanciata da Pina Amarelli
L'imprenditrice e volto della storica fabbrica di liquirizia di Corigliano-Rossano è intervenuta all'evento Che Impresa! promosso dall'Università L'Orientale di Napoli ricordando il felice percorso del Museo Amarelli
CORIGLIANO-ROSSANO – Intorno all’importanza di costruire una rete degli archivi di impresa del Meridione serve maggiore consapevolezza a partire dalle stesse esperienze imprenditoriali. Bisogna mettere in rete i casi isolati ed organizzare l’immenso patrimonio di cui si nutre heritage marketing; attività che non è solo di censimento ed esposizione, ma che richiede formazione e figure professionali qualificate ad hoc, al passo con l’era della digitalizzazione in costante evoluzione.
È quanto ha sottolineato il Cavaliere del lavoro e presidente del Museo della Liquirizia Pina Amarelli partecipando nei giorni scorsi all’evento Che impresa! Dalle radici al futuro. Il ruolo dell’imprenditoria nell’economia, nella cultura e nella società meridionale che ha chiuso all’Università di Napoli L'Orientale, tra i promotori insieme all’Associazione "Ristorami", il convegno Archivi e memoria di impresa nel Mezzogiorno: bilanci e prospettive.
In questo percorso il Museo della Liquirizia Giorgio Amarelli è in prima linea. Inaugurato nel luglio 2001 ed al quale nel 2004 è stato dedicato un francobollo, nel 2012 l’Archivio della famiglia, che conserva documenti dal 1445 ai giorni nostri, è stato dichiarato di rilevante interesse storico nazionale dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
«Gli archivi di impresa possono essere considerati – per citare uno dei diversi interventi al prestigioso evento che ha messo insieme un nutrito gruppo di professori di storia economica - come la scatola nera della organizzazione dell’azienda. Attraverso la memoria storica delle carte – ha sottolineato l’Alfiere del Made in Italy – si costruisce il futuro delle aziende e dei territori».
Lo stato dell’arte – è emerso – registra solo alcuni sporadici tentativi di circoscrivere i censimenti ad alcune realtà locali (Puglia e Sicilia). Il resto è da costruire ed organizzare in una più sistematica ricognizione sui repertori di fonti legati alla attività di impresa. Contestualmente, si avverte la necessità, in relazione alla documentazione esistente, di una riflessione su come e con quali strumenti può rilanciarsi la storia d’impresa nel Mezzogiorno. L’obiettivo è quello di sviluppare un confronto tra i diversi attori istituzionali e privati sulla importanza di promuovere in ambito meridionale la tutela e la promozione degli archivi di impresa, favorendo con la creazione di opportune sinergie l’emersione, la pubblicizzazione e la consultabilità dei tanti repertori documentari relativi alle aziende non ancora censiti o sottoposti alla vigilanza del ministero della cultura. Si tratta di una opera meritoria soprattutto per rilanciare nel Mezzogiorno la storia dell’impresa e della imprenditorialità, fino a questo momento condizionate nei loro sviluppi dalla scarsità delle fonti archivistiche, ma anche per restituire alle stesse imprese locali il valore della loro attività.
Il Museo della Liquirizia Giorgio Amarelli sarà protagonista oggi, venerdì 29, a Matera, con l’amministratore delegato Fortunato Amarelli, al seminario Museimpresa, l’iniziativa promossa dall’Associazione Italiana Archivi e Musei d’Impresa che si svolge ogni anno dal 2001 per iniziativa di Assolombarda e Confindustria. Ospitato al Museo Essenza Lucano, all’evento si sono dati appuntamento più di 130 musei e archivi d’impresa e sostenitori istituzionali per mettere a punto nuove, condivise strategie con l’obiettivo di valorizzare gli importantissimi patrimoni custoditi nei musei e negli archivi aziendali, rivolgendosi a un pubblico sempre più vasto.